Politica
Lombardia: Terzo settore e riforma del welfare
Aperti oggi pomeriggio i lavori del Tavolo del Terzo Settore. Presentate le linee di indirizzo per la programmazione dei PdZ
di Redazione
Sono oltre 40mila, in Lombardia, i soggetti impegnati nel Terzo Settore: associazioni e organizzazioni di volontariato, cooperative sociali, associazioni di famiglie, fondazioni ed enti senza scopo di lucro. Un numero che negli ultimi dieci anni è aumentato di circa il 90% a riprova della grande vitalità della società lombarda e delle norme regionali che hanno saputo promuovere e incoraggiare questa ricchezza.
«In Lombardia – ha affermato l’assessore regionale alla Famiglia e Solidarietà Sociale, Giulio Boscagli, aprendo questo pomeriggio i lavori del Tavolo del Terzo Settore – questo comparto viene valorizzato come in nessun altro luogo perché viene considerato per quello che è. Non semplicemente il sostituto dello Stato quando lo Stato non riesce a rispondere ai bisogni ma, al contrario, una risposta originale, efficace e nuova alle domande di salute, cura, istruzione e lavoro. Una risposta che d’ora in poi, come previsto dalla legge sui servizi sociali da poco approvata in Consiglio regionale, avrà un ruolo di rilievo nell’ambito delle decisioni regionali in materia socio-sanitaria. Da oggi, infatti, compiamo un passo ulteriore nella valorizzazione di questo importante strumento: attraverso il Tavolo di consultazione permanente vedremo la partecipazione del Terzo Settore in modo stabile e formalizzato»
Nel corso della riunione del Tavolo del Terzo Settore l’assessore Boscagli ha presentato le “Linee di indirizzo per la programmazione dei Piani di Zona – 3° triennio (2009-2011)” e le “Linee guida in materia di esercizio, accreditamento, contratto, vigilanza e controllo delle Unità d’offerta sociosanitarie“. «Possiamo affermare – ha continuato Boscagli – che il Terzo Settore è diventato nel tempo a pieno titolo un attore strategico per la realizzazione di politiche di effettivo benessere sociale, nell’ambito del welfare plurale, civile e societario che indirizza tutta l’azione della Regione Lombardia. Il Governo regionale ha da sempre sostenuto il Terzo Settore e la straordinaria capacità di ‘risposta organizzata’ che parte dal basso, dalla società civile, promuovendo una politica basata sul metodo della sussidiarietà in tutti gli ambiti, specialmente in quelli socio-sanitari e socio-assistenziali, formativi ed educativi».
Per quanto riguarda la nuova programmazione delle Linee di indirizzo dei Piani di Zona, l’assessore Boscagli ha sottolineato la volontà della Regione di muoversi su due assi: l’uno di continuità e consolidamento, l’altro di innovazione. «Bisogna – ha detto l’assessore – innanzitutto confermare il sistema dei titoli sociali, con l’obbiettivo di mantenere la diffusione dei buoni e dei voucher sociali e migliorare la capacità di utilizzo delle risorse del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali e la gestione del budget unico. Per quanto riguarda l’innovazione, ci siamo posti, invece, alcuni punti specifici a partire dalla promozione di azioni di sostegno al nucleo familiare, dalla tutela della vita in tutte le sue fasi e dal sostegno alla domiciliarità, attraverso la valorizzazione del lavoro di cura che viene svolto in famiglia. Il fine è quello di riconoscere la centralità della famiglia come valore sociale»
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