Disabilità
Lombardia, per il 2024 scongiurati i tagli per i caregiver
Da giugno i tagli erano stati inviati ad agosto: ora invece per il 2024 non ci saranno grazie allo stanziamento di 8,5 milioni da parte di Regione Lombardia. Niente liste d’attesa per le persone con grave disabilità sulla Misura B1. Approvato anche un ordine del giorno per decidere del 2025 fin dal bilancio di previsione
di Redazione
«Oggi si sono materializzati i fondi che chiediamo da 7 mesi. Il “miracolo” non è avvenuto per caso ma solo dopo le durissime proteste delle famiglie e delle associazioni che le rappresentano e subito dopo la notifica del ricorso al Tar. Oggi più che mai abbiamo dimostrato che la scelta onerosissima, sotto tutti i punti di vista, di ricorrere al Tar non solo è stata quella più giusta ma anche necessaria altrimenti poco o nulla sarebbe mutato. Oggi per l’ennesima volta abbiamo ribadito che è finito il tempo di giocare con la vita delle famiglie e che queste risorse devono diventare strutturali e proporzionali all’aumento degli aventi diritto alle misure afferenti al Fna»: nei giorni scorsi Fortunato Nicoletti, vicepresidente di Nessuno è escluso, aveva commentato l’approvazione dell’assestamento di bilancio 2024-2026 da parte di Regione Lombardia, che prevedeva risorse aggiuntive per scongiurare tagli del contributo ai caregiver familiari di persone con disabilità gravissima e per evitare la formazione di liste d’attesa per accedere alla misura B1.
Il 29 luglio la Giunta di Regione Lombardia ha approvato una delibera che conferma – nelle more dell’assestamento di bilancio 2024-2026 approvato nei giorni scorsi – lo stanziamento di 8,5 milioni di euro per evitare la formazione di liste d’attesa per le persone con grave disabilità che presentano domanda per ottenere la cosiddetta Misura B1.
Il braccio di ferro tra le associazioni e Regione Lombardia era iniziato lo scorso 28 dicembre, quando la Giunta regionale aveva approvato la delibera 1669 che recepiva il Piano nazionale per la non autosufficienza e prevedeva la progressiva conversione dei sostegni da contributi economici a servizi erogati in forma diretta. Il primo effetto sarebbe stato un taglio del contributo per l’assistenza domiciliare a più di 7mila beneficiari a partire dal 1° giugno 2024: il contributo sarebbe sceso da 650 a 400 euro mensili, con la differenza usata per avviare nuovi servizi.
«Regione Lombardia aveva assunto questo impegno lo scorso 29 maggio, al termine di un incontro con i presidenti di Ledha-Lega per i diritti delle persone con disabilità e Fand Lombardia, la portavoce del Forum del Terzo settore, Anffas Lombardia e Anmic», dice una nota di Ledha.
«Eravamo in attesa di questa delibera che finalmente dà una risposta certa alle tante persone con gravissima disabilità e ai loro caregiver che temevano di restare escluse dalla Misura B1», commenta il presidente di Ledha, Alessandro Manfredi. «Questa delibera è il risultato dell’impegno costante delle associazioni di persone con disabilità che per più di sei mesi hanno interloquito con le istituzioni e le parti politiche per scongiurare i tagli inizialmente previsti dal Piano regionale per la non autosufficienza. Ed è il risultato della manifestazione del 16 aprile cui hanno partecipato più di mille persone con disabilità che sono scese in piazza per tutelare i propri diritti».
A pochi giorni dal 1° giugno, data in cui sarebbero scattati i tagli all’assegno per i caregiver lombardi che assistono familiari con disabilità gravi, il Pirellone annunciato infatti lo stanziamento di risorse aggiuntive che permettevano il rinvio ad agosto della “rimodulazione” e che scongiuravano le liste d’attesa per accedere alla misura B1. Il 27 maggio il Coordinamento Caregiver Familiari Misure B1 e B2 affondate aveva presentato alla stampa la notifica del ricorso al TAR.
Il Consiglio regionale oggi ha approvato anche un ordine del giorno che impegna la Giunta a prevedere le risorse necessarie sul Fondo nazionale per la non autosufficienza per il 2025 già nel bilancio di previsione. La delibera approvata oggi dalla Giunta infatti si applica solo all’anno in corso, precisa Manfredi, mentre «l’ordine del giorno approvato dal consiglio ci dà la possibilità di iniziare a ragionare e confrontarci sulle soluzioni da mettere in atto il prossimo anno. Per evitare che le persone con disabilità e i loro caregiver debbano vivere la stessa situazione di incertezza di questi mesi».
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