Volontariato

Lombardia: nuove regole di accesso per le case popolari

La Regione, che solo dal 2001 ha la competenza esclusiva in materia, detiene la proprietà di circa il 90% dell'edilizia residenziale pubblica, con un patrimonio di centoventimila alloggi

di Benedetta Verrini

”Regolamentazione degli accessi, contrasto dell’abusivismo, contratti di quartiere per progetti di risanamento urbano complessivo, interventi per la sicurezza, nel quadro di una politica della casa tesa a favorire chi non può permettersi di pagare un affitto a costi di mercato: questo la Regione Lombardia, con la collaborazione di sindaci, forze sindacali e sociali, forze dell’ordine, sta da mesi attuando organicamentè’. L’assessore regionale alle Politiche per la Casa, Carlo Lio, traccia così, si legge in un comunicato, la mappa dell’impegno della Giunta regionale sul fronte della abitazione economico popolare. La Regione Lombardia, che solo dal 2001 ha la competenza esclusiva in materia, detiene la proprietà di circa il 90% dell’edilizia residenziale pubblica, con un patrimonio di centoventimila alloggi, di cui sessantamila nella sola provincia di Milano, per lo più vecchio e ammalorato, oltre che afflitto da annosi problemi sociali. ”Abbiamo voluto attuare per questa realtà scelte concrete e a lungo termine attraverso un piano triennale di investimenti unico in Italia – spiega Lio – ed i primi frutti sono già visibili con le nuove normative ed i cantieri all’opera o in fase di aperturà’. E’ stato approvato da pochi mesi il nuovo Regolamento per gli Accessi alle case popolari, spiegano la Regione, che consente di dare risposte immediate alle famiglie che necessitano di una casa pubblica mentre con le vecchie regole erano prigioniere di una burocrazia lunga e inutile. Con questo provvedimento si affronta per la prima volta in maniera organica anche il problema dell’abusivismo, con la fissazione di regole severe, tra le quali ad esempio l’obbligo ai comuni di riassegnare gli alloggi entro 30 giorni dal momento in cui rimangono liberi. E’ stato inoltre stabilito l’obbligo di sgombero per tutte le famiglie che hanno occupato abusivamente, tenendo presente comunque l’opportunità che i sindaci censiscano i singoli casi, distinguendo chi si trova in reale condizione di bisogno e di diritto alla casa popolare, da quanti invece abitano nell’illegalità per convenienza. Per quanto riguarda la necessità di riqualificare i quartieri, da un lato sono state finanziate opere di manutenzione straordinaria e per l’abbattimento delle barriere architettoniche con oltre 200 milioni di euro, dall’altro sono stati varati i cosiddetti Contratti di quartiere, che prevedono il finanziamento di progetti di riqualificazione edilizia (degli edifici), urbana (del quartiere) e sociale attraverso l’apertura di servizi e l’offerta di opportunità professionali. Il bando per accedere ai fondi del Contratto di Quartiere II è stato approvato in Giunta il primo agosto scorso e prevede il più ingente finanziamento regionale di riqualificazione mai attuato in Italia. Sono stati stanziati infatti 240 milioni di euro, dei quali 128 milioni messi a disposizione dallo Stato e 112 milioni dalla Regione Lombardia.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA