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Lombardia noslot. La Regione rilancia, Roma risponde?

Nella 2013, in Lombardia sono stati bruciati circa 10 miliardi di euro tra slot machine e vlt. Nella Regione che ospiterà Expo 2015, c'è una macchinetta ogni 160 abitanti. Una situazione esplosiva e persino imbarazzante. Il Consiglio Regionale non ci sta e ha approvato oggi un progetto di legge nazionale che sfida Governo e Parlamento a muoversi in fretta.

di Marco Dotti

A sentire gli operatori di settore, il business delle slot machine risentirebbe di una crisi senza precedenti. Schiacciati dalla concorrenza dell'online e dalla continua apertura delle sale Vlt, stando ai dati diffusi da Assointrattenimento (As.Tro), riportati il 14 aprile dal quotidiano economico Italia Oggi, le slot da bar  avrebbero visto scendere il volume di gioco medio giornaliero per ogni macchinetta dai 250 euro del 2010 a 160 euro, con una flessione del -36%. La soglia oltre la quale queste macchinette infernali non garantirebbero più guadagni a operatori e gestori si attesterebbe però sui 110 euro. Già a 109 non ci guadagnerebbe più nessuno, tranne, forse, i giocatori. E allora non dovremmo parlare di crisi, ma di una torsione virtuosa di quella che, a oggi, sembra invece una spirale senza fine.
Crisi o non crisi, infatti, la gente continua a ammalarsi, a sperperare stipendio, risparmi o sussidi e dalle slot machine da bar lo Stato imperterrito incassa 3 miliardi di euro l'anno, scaricando su associazioni, famiglie, volontari e enti locali il disastro che istituzionalmente ha contribuito a produrre.  Il settore dei giochi frutta nel complesso all'Erario 12 miliardi annui.  Cifre da capogiro.

Grazie all'iniziativa dell'assessore al Territorio, Urbanistica e Difesa del Suolo Viviana Beccalossi, il Consiglio Regionale della Lombardia ha approvato oggi  –  59 voti favorevoli, 8 astenuti – una Proposta di legge da presentare al Parlamento nazionale, sul "Contrasto al fenomeno della ludopatia e la razionalizzazione dei punti di rivendita del gioco pubblico" (PLP, 04/010). Dopo la Legge approvata nell'ottobre scorso, un altro passo importante verso una Lombardia No Slot.
Che cosa prevede la Proposta di Legge e quali saranno i prossimi passi? 
Andiamo con ordine.  La proposta prevede: 

–  irrigidimento delle misure di contrasto del gioco minorile, a partire dall’accesso stesso alle sale;

– divieto della pubblicità in fasce orarie determinate, sui mezzi pubblici  e divieto di servisi di banner su applicazioni e siti Internet;
– introduzione dell'azzardo patologico nei  Livelli essenziali di Assistenza, i cosiddetti Lea e istituzione di un fondo per la cura delle patologie;
– aumento del prelievo fiscale;
–  costituzione di un fondoa favore del sistema sanitario regionale (per l'80%) e dei servizi sociali comunali (per il 20%), con un aumento lineare del 5% su tutta la tassazione legata al gioco, per generare entrate pari a 400 milioni annui.
 
Commentando la sua dichiarazione di voto, Riccardo De Corato di Fratelli d'Italia ha usato parole molto dure: «dobbiamo costringere lo Stato a smettere di lucrare su questa droga che trasporta in un labirinto patologico.  A Roma non sembra si preoccupino di difendere i più deboli e i più giovani. Racket, usura, indebitamento… Tutto questo è immorale e ingiusto». La palla deve passare a Roma, ha ribatito Viviana Beccalossi, promotrice dell'iniziativa, che «ha finalmente l'opportunità di fare e di dimostrare che, alle parole, conseguano i fatti. La lotta contro l'azzardo è un bene comune, dobbiamo smetterla di anteporre la visibilità personale a questa battaglia».
Il punto chiave della proposta, però, è lasciare potere decisionale ai sindaci. Come già richiesto dall'Anci (l'Associazione nazionale dei comuni d'Italia), dovrebbero essere loro come massima autorità sanitaria sul territorio a decidere dell'apertura o meno delle sale gioco (ora tutto è in mano alle Questure) e sull'installazione di slot machine nei bar. I sindaci diventerebbero così decisori, non solo terminali di un problema a cui con gli strumenti attuali non possono far fronte. Non ci sarà più alcun automatismo, ma una scelta che ricadrà direttamente sulle spalle delle autorità locali. La proposta di legge vieta, inoltre, l’utilizzo di colori, disegni e suoni che stimolino la continuazione del gioco e il pagamento con carte di debito.

 
Stando  alle stime di settore, nel 2013, in Lombardia sono stati bruciati circa 10 miliardi di euro tra slot machine e vlt, 5,9 dei quali nella sola provincia di Milano. Gli ultimi dati ufficiali risalgono al 2012, poi, da parte dell'amministrazione centrale, tutto si è fermato, segno che qualcosa non va. Dal novembre 2013 a oggi, infatti, l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli non ha reso pubblici i dati sulla raccolta da gioco, ma anche limitandoci agli ultimi dati certi la situazione appare allarmante. Anche a fronte di questi dati, c'è chi ha accusato la Beccalossi di voler compromettere un comparto che «offre posti di lavoro». L'assessore, che ha ben chiara la questione, e ha capito che l'esca dei posti di lavoro non ha alcun fondamento, ha ribattutto a tono: «Ma che tipo di imprenditoria è quella che fa soldi semplicemente attaccando un apparecchio ad una presa la mattina e svuotandone il contenuto la sera? Con questo progetto favoriamo comunque la nascità di nuove professionalità: meglio qualche avere qualche psicologo in più e qualche adddetto di sala in meno. Non si deve solo creare lavoro, ma del buon lavoro. Ed è ora che lo Stato intervenga, con nuovo approccio: guardando al gioco non come un fenomeno su cui lucrare, ma come un'emergenza da regolare, controllare con rigidità e rigore».
In Lombardia c'è una slot machine ogni 160 abitanti, per una spesa procapite – neonati inclusi – di 1700 euro l'anno. Una situazione esplosiva a cui ha tentato di porre un primo argine la legge Regionale approvata nell'ottobre scorso.  Una legge a cui, ricorda ancora Viviana Beccalossi, i comuni devono far ricorso in attesa che i nuovi strumenti diano loro mano libera per agire.
Per questa ragione l'assessore Beccalossi ha avviato una vera e propria "road map" per illustare i principi cardine della Legge regionale n. 8/2013. Un viaggio che ha toccato Como, Pavia, Cremona, Brescia, Bergamo, Milano e nelle prossime settimane la porterà a dialogare con associazioni, cittadini e amministratori locali a Lodi, Monza, Mandova, Sondrio, Varese e Lecco. I comuni, ha ribadito in più occasione l'assessore Beccalossi, devono usare la legge. Così hanno fatto a Brescia, dove l'amministrazione ha iniziato una dura politica di sanzioni per i locali che non rispettano la normativa delle distanze dai luoghi sensibili. 

«Ogni giorno – ha dichiarato l'assessore – arrivano ai miei uffici richieste di aiuto da parte di sindaci e rappresentanti del mondo del volontariato, che, sul proprio territorio, cercano di contrastare l'apertura di nuove sale. Tutti questi soggetti dispongono finalmente di uno strumento normativo efficace, per evitare il proliferare di questa piaga sociale, con regolamenti che fissano la distanza dai luoghi sensibili per l'installazione di nuove macchinette, un pacchetto sulle attività di prevenzione e cura della malattia, incentivi fiscali per i gestori che decideranno di disinstallare le slot dai loro locali».

Oggi, con l'approvasione della Proposta di Legge fortemente voluta dalla Beccalossi è stato compiuto un nuovo passo in questa direzione. Deciso il commento di Angelo Ciocca, della Lega Nord, che ha dichiarato che il Consiglio non si limiterà a inviare la legge seguendo i canali e le forme consuete, ma chiederà un incontro a Matteo Renzi «che, come ex sindaco, ha ben chiara la situazione e in pochi giorni può prendere in mano tutto. Se ne sono bastati diciassette per la legge Fornero, ne basteranno anche meno per una dove il consenso popolare è pressoché unanime».

Visibilmente soddisfatto Roberto Maroni all'uscita della sala consiliare. «Dobbiamo andare avanti», ha ribadito la Beccalossi, che non ha mancato di ringraziare l'attuale Presidente della Regione, che da Ministro degli Interni è stato tra i più duri nel contrasto all'illegalit». Oggi, è su un altro fronte che le cose si spostano.  Sarebbe stato più comodo per tutti  limitarsi a applicare regolamenti e a disquisire di burocrazia. Ma qui ne va della vita di tutti e i regolamenti devono servire la vita, non soffocarla. E questa proposta sembra andare proprio in questa direzione.

@oilforbook


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