Politica

Lombardia, Noja ce la fa. Pregliasco e Degani fuori

Dei tre candidati più "sociali" delle amministrative lombarde, solo l'avvocatessa milanese di ItaliaViva ce l'ha fatta. All'ex-presidente Anpas e virostar, Pregliasco, non bastano oltre 2mila voti con la lista Majorino. Male, malgrado una campagna all'insegna della competenza, l'avvocato Degani (Uneba), candidato con la civica di Fontana

di Giampaolo Cerri

Una su tre: del tris di candidati “sociali” lombardi, che VITA aveva individuato alla vigilia del voto, solo Lisa Noja accede al Pirellone, sede del consiglio regionale della Lombardia, dove siederà fra i banchi dell’opposizione, nella piccola rappresentanza di Azione-ItaliaViva, composta da tre eletti.

Noja, esclusa di un soffio alle ultime politiche, avvocato, impegnata da sempre per le persone con disabilità, è passata infatti nel collegio milanese dove era candidata. Un risultato atteso da molti, tant’è vero che stamane, googlando il suo nome, fra le occorrenze usciva “Lisa Noja eletta”. In effetti è stata la più votata nella sua lista nel collegio: 3.246 voti di preferenza su 42.237 raccolti dal Terzo polo. «Mi avete dato la forza per rimettermi in gioco, dopo la botta di settembre, e di arrivare al traguardo», ha scritto in un tweet.

È andata peggio all’avvocato Luca Degani, presidente (autosospesosi per il tempo della candidatura) di Uneba Lombardia, volto notissimo dell’impegno sociale in regione, e che correva, un po’ a sorpresa, sotto le insegne del Lista Fontana, la civica collegata al governatore uscente.

Malgrado una campagna vivace, giocata nel segno della grande competenza sui dossier socio-sanitari, si è fermato a quota 417 voti di preferenza, troppo pochi per arrivare all’unico seggio scattato a Milano per la lista, ma a quota 1.200 sui 38.755 raccolti.

Destino analogo, quello di Fabrizio Pregliasco, il virologo, già presidente Anpas, che correva, sempre nel collegio del capoluogo, ma per la lista personale del candidato dem Pierfrancesco Majorino, il Patto civico.

Pregliasco ha avuto un buon risultato personale – 2.005 voti sui 38.755 di lista – ma meglio di lui hanno fatto quattro candidati e i posti in consiglio scattati sono stati solo due. Mesto il suo commento al Corriere: «Torno in ospedale, da eroi siamo diventati ingombranti».

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