Non profit
Lombardia, nasce la Leva civica volontaria regionale
Il nuovo strumento prevede progetti autofinanziati dagli enti e prende spunto dalle esperienze di Associazione Mosaico e Anci. Ora si aspetta solo il Decreto attuativo
È stata approvata martedì scorso dal Consiglio regionale della Lombardia la legge che istituisce la “Leva civica volontaria regionale”. Il testo prevede per il 2014 uno stanziamento di 200mila euro per "per favorire la partecipazione attiva di uomini e donne in progetti di assistenza e servizio sociale, di valorizzazione del patrimonio storico, artistico e ambientale, di promozione e organizzazione di attività educative, culturali, sportive, di economia solidale e protezione civile".
"Il decreto attuativo dovrebbe arrivare entro 90 giorni, ma l'importante è che, dopo un percorso lungo tre anni, d'ora in poi la Lombardia ha una propria Leva civica regionale". Claudio Di Blasi, presidente dell'associazione Mosaico, commenta la legge appena approvata dal Consiglio della Regione Lombardia (voti a favore della maggioranza di Centrodestra e Movimento 5 stelle, contrari Pd e Patto Ambrosoli), che sancisce la nascita della Lcvr, Leva civica volontaria regionale: si tratta di uno strumento che, per chi vive in Lombardia (anche stranieri con permesso di soggiorno, residenti in Italia da due anni), prevede l'attuazione di progetti autofinanziati dagli enti dedicati a giovani dai 18 ai 28 anni, che percepiranno lo stesso contributo mensile del Scn, Servizio civile nazionale.
""La peculiarità della nuova leva civica è proprio la possibilità per gli enti accreditati all'Albo regionale di presentare progetti autofinanziati in qualunque momento dell'anno, che avranno una risposta positiva o meno entro 30 giorni dalla richiesta", sottolinea Di Blasi. Il concetto è legato al fatto che chi investe risorse autonome abbia meno 'limiti' burocratici nella realizzazione dei progetti, che in un primo momento saranno destinati a un centinaio di giovani con la previsione di arrivare a numero più corposi.
Il testo finale, approvato dal Consiglio, si discosta da quello approvato in ottobre dalla Commissione regionale Sanità e politiche sociali (in allegato) per due soli punti "migliorativi, ovvero che il numero di volontari impiegati non superi del 20 per cento l'organico dell'ente che abbia al suo interno dipendenti, e che per ogni dieci volontari uno sia diversamente abile e possa svolgere servizio non solo nella sede di attuazione, come inizialmente previsto", specifica Di Blasi.
La legge nasce sull'esperienza diretta di casi specifici di progetti autofinanziati, e nel testo legislativo viene spiegata proprio tale 'eredità': "I nostri territori, comunque, si sono rivelati, anche in questo settore, capaci di trovare soluzioni alternative e di proporre percorsi innovativi a livello sociale e organizzativo. Da alcuni anni, infatti, le due maggiori realtà del servizio civile lombardo, ANCI e Mosaico, hanno messo in funzione
quello che si può definire, a tutti gli effetti, un servizio civile autogestito. L' Associazione Mosaico dal 2008 ha proposto ai suoi 170 enti associati la “Leva civica”, gestito in proprio e completamente autofinanziato.
Sulla base di tale esperienza, ANCI Lombardia ha elaborato la proposta Dote Comune, che si colloca nel contesto dell’offerta regionale della "Dote Formazione". Entrambe queste esperienze applicano un approccio al servizio civile basato sul concetto di project financing. La filosofia è quella di coinvolgere il privato in un progetto che sostenga e trovi il modo di far fruttare per la comunità un bene prezioso: il tempo dei giovani, risorsa che altrimenti resterebbe inutilizzata per carenza di fondi pubblici".
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