Famiglia
Lombardia, figli all’oratorio per il 79% delle famiglie
Presentata una ricerca che raccoglie le risposte di 1881 parrocchie e di 600 famiglie. Gli oratori sono vissuti come luogo di incontro e integrazione. L’11% dei bambini sono stranieri
di Anna Spena
Gli oratori in Lombardia rappresentano la metà di quelli nazionali, ad affermarlo i dati della ricerca “L’oratorio oggi” condotta da Ipsos Italia e commissionata da Oratori Diocesi Lombarde. A fronte delle nuove trasformazioni culturali, dove l’individualismo, i social network e il multiculturalismo diventano le discriminanti principali, come si stanno muovendo gli oratori in Lombardia?
I risultati, presentati questa mattina nella Sala Convegni della Curia Arcivescovile, rendono pubbliche informazioni importanti e rappresentano il primo studio quantitativo svolto in Italia su questa importate realtà educativa.
«L’oratorio», ha detto il cardinale Angelo Scola arcivescovo di Milano, presente questa mattina, «è un imponente fenomeno pedagogico. Il cui valore sta nel fatto che è una proposta educativa che parte dal basso e che è in grado di coinvolgere tutti. Inoltre sempre più spesso è luogo di incontro, non solo per i ragazzi ma anche per le famiglie. Contro la frammentazione della nostra vita e che tocca i nostri ragazzi sin dalla prima infanzia, può rispondere attraverso l’esperienza della comunità educante composta da un pluralità di figure: il sacerdote, l’educatore, l’allenatori, i genitori, i nonni».
In Lombardia ci sono 3068 parrocchie: 2307 hanno un oratorio. Le ricerche sono state effettuate tramite interviste con metodologia CAWI (computer assisted web interview): 1881 parrocchie hanno compilato il questionario (82%). I picchi massimi di frequenza negli oratori si raggiungono la domenica pomeriggio: 92% di presenze registrate.
Le collaborazioni rappresentano un aspetto importante; ben il 98% degli oratori può contare su almeno un educatore, collaboratore o volontario laico. Inoltre il 49% degli operatori ha più di 30 anni, 32% delle collaborazioni è rappresentato da ragazzi fino a 18 anni e il restante 19% da giovani tra i 19 e i 30 anni. Le collaborazioni maschili sono del 44% a fronte di quelle femminili che arrivano fino al 56%.
L’86% degli oratori è frequentato almeno da un bambino straniero. La media complessiva è dell’11 per cento di bambini stranieri. Nel 15% degli oratori si svolgono attività specifiche per gli stranieri, compreso, in qualche caso, un momento di preghiera per i musulmani.
«Sono convinto», ha detto Scola, «che una grande parte di integrazione dei musulmani di seconda generazione si sta facendo proprio nei nostri oratori. Nelle realtà più consistenti, c’è molta attenzione tra i nostri educatori a favorire quello che deve essere il dialogo interreligioso che sta generando il nuovo cittadino di Milano».
La seconda giovinezza che vivono gli oratori lombardi, messa in luce dal censimento dell’istituto Ipsos, mostra anche un più generale desiderio di partecipazione delle nuove generazioni.
Dalle interviste è emerso che sia tra i genitori che tra gli Opinion Leader l’oratorio è riconosciuto come uno dei principali luoghi di aggregazione per i minori; nelle realtà più piccole è considerato come l’unico luogo di aggregazione. In Lombardia, la frequenza degli oratori si attesta attorno al 79%, come risulta dalle risposte del panel di 600 famiglie intervistate, con figli in età da potenziali fruitori. La motivazione principale è “perché è un luogo sicuro in cui i bambini possono confrontarsi e giocare tra loro” (54%) più ancora che “gli aspetti formativi” (47%). La scelta per gli oratori è seconda solo a quella dei centri sportivi che invece arriva al 91%.
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