Salute

Lombardia, ecco il piano per il “dopo-Opg”

Milano, Como, Leno, Castiglione: sorgeranno qui le nuove strutture per accogliere i «folli autori di reato» oggi internati negli OPG. L'assessore Mantovani anticipa i contenuti del piano lombardo per il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari

di Sara De Carli

La deadline era ieri, mercoledì 15 maggio.  Entro quella data le Regioni dovevano presentare il loro piano per il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari. Secondo quanto riferito ieri in Commissione Affari Sociali della Camera, che sta esaminando il decreto legge che rinvia la chiusura degli OPG al 1 aprile 2014, tutte le Regioni l’hanno fatto. La Lombardia è tra quelle che dovranno farsi carico, sul territorio, del maggior numero di pazienti oggi internati in OPG. Mario Mantovani,  assessore alla sanità e vicepresidente della Regione Lombardia ha accettato di anticiparci le scelte fatte.

Regione Lombardia ha presentato il piano?
Come previsto dalla legge, la Giunta di Regione Lombardia nella seduta del 14.05.2013 ha approvato il Programma regionale per il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari. Nei termini previsti abbiamo presentato così al Ministero dell’Economia e Finanze il progetto complessivo che dovrà essere poi valutato per la concessione degli eventuali finanziamenti.

Quali sono i suoi contenuti?
Con una spesa che ammonta a 33.642.381 euro, Regione Lombardia ha inteso dare il via libera per la realizzazione di 12 strutture psichiatriche da 20 posti ciascuna, dove saranno accolti, entro il prossimo anno, tutti i residenti lombardi ospitati da Ospedali Psichiatrici Giudiziari ed altri nuovi pazienti con residenza in Lombardia sottoposti a misure di sicurezza. Si tratta di interventi tesi alla ristrutturazione ed all’adeguamento di edifici esistenti già di proprietà delle varie aziende ospedaliere.

La legge prevede la realizzazione di strutture dedicate da 20 posti, sul territorio. Secondo le voci che sono circolate in queste settimana, Regione Lombardia dovrebbe realizzarne 12: 6 a Castiglione, 2 a Milano, 2 a Como e 2 a Leno. Ci dice quante strutture prevede effettivamente il piano di Regione Lombardia, dove saranno, come saranno?
I numeri e le realtà citate sono corrette. Si tratta delle indicazioni recepite dai lavori della precedente Giunta e che noi abbiamo in questa sede confermato in modo da onorare la scadenza prevista dal Ministero per la possibile concessione dei contributi. Il programma regionale prevede quindi la realizzazione di 12 strutture psichiatriche, che, in linea con le indicazioni ministeriali, ospiteranno ciascuna un massimo di 20 pazienti, e saranno articolate in camere destinate ad una o due persone e comunque fino ad un massimo di quattro ospiti nei casi di particolari esigenze strutturali o assistenziali. Il periodo di spending review e la complessità della tematica ci impone però di effettuare attente riflessioni e verifiche in modo da compiere le scelte più coerenti ai bisogni ed alle risorse in campo; pertanto il programma non esclude eventuali rimodulazioni che si rendessero necessarie sia con riferimento al numero dei posti letto totali da realizzare che alla localizzazione degli stessi.

Come verrà garantita la sicurezza dei cittadini?
La questione relativa alla sicurezza è stata a lungo oggetto di discussione a livello nazionale, in quanto argomento di delicatissimo profilo, anche in considerazione del fatto che le strutture che saranno realizzate avranno caratteristiche eminentemente sanitarie e non penitenziarie. Gli approfondimenti effettuati dai Ministeri competenti hanno dettagliato un elenco di misure minime da attivare sia per l'esercizio delle funzioni sanitarie, indispensabili per il funzionamento delle strutture, sia al fine di garantire la sicurezza dei cittadini che dei pazienti ricoverati. In particolare,  per quanto concerne l'attività di sicurezza e di vigilanza esterna (che non costituisce competenza del Servizio sanitario nazionale), saranno attivati specifici accordi con le Prefetture, tenendo conto dell'aspetto logistico delle strutture.

Non è mia intenzione sollecitare posizioni del tipo “nimby”, ma perché Regione Lombardia non ha ritenuto opportuno confrontarsi con i territori che dovranno ospitare queste nuove strutture?
Sono state le singole Aziende Ospedaliere ad avanzare presso l’Assessorato alla Sanità le varie proposte di intervento. Si tratta dunque di indicazioni provenienti dai territori e non calate dall’alto. Nelle prossime settimane comunque favoriremo ulteriori riflessioni con tutti i soggetti interessati proprio nell'ottica di compiere le scelte più opportune e più efficaci.

In questi mesi sono state effettuate dimissioni immediate di soggetti originari della Lombardia e non più socialmente pericolosi? Quante?
In tutto il 2012 sono stati dimessi ed accompagnati in varie strutture sul territorio lombardo 114 pazienti dimessi dai vari OPG. Il processo ha coinvolto in varia misura tutte le ASL ed i relativi territori di competenza.

Nella presa in carico da parte delle ASL e nei progetti personalizzati, all’interno del piano di Regione Lombardia sono previsti accordi con il non profit e il privato sociale?
È nella strategia di Regione Lombardia il coinvolgimento e la valorizzazione del privato sociale, vera risorsa non solo di umanità ma di professionalità e competenza, capace di rispondere sempre più con efficacia ai bisogni emergenti sui territori. Lo sviluppo del terzo settore concorrerà a rinnovare e riqualificare il welfare, così da promuovere un’offerta di servizi sempre più qualificati.

 

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