La
Corte europea dei diritti umani ha imposto all’
Italia di assicurare, entro
maggio 2014, condizioni dignitose ai detenuti alleggerendo il sovraffollamento dei penitenziari. Il
decreto legge sulle carceri, entrato in vigore lo scorso luglio, in linea teorica si muoveva su questa direzione. Purtroppo,
i risultati finora raggiunti sono insufficienti.
Il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni ha reso noti i dati a livello nazionale: 64.084 i reclusi presenti in Italia (solo 808 in meno rispetto al luglio 2013) mentre le 205 carceri italiane potrebbero contenerne 47.649. La Lombardia (nella foto, S.Vittore) svetta al primo posto con 8.876 persone, la Campania è seconda con 8.121, terzo il Lazio: 7.100 per una capienza regolamentare di 4.799 posti. Valle D’Aosta e Trentino Alto Adige, come prevedibile, sono ai primi posti per virtuosità, tenendo conto del numero degli ospiti –rispettivamente, 213 e 416. Ma il risultato più sorprendente proviene dalla Sardegna: è l’unica regione d’Italia in cui il numero dei detenuti è nettamente inferiore alla capienza regolamentare totale (2102, ma le carceri sarde potrebbero contenerne 2586). Stupisce, perché dell’isola si parla sempre in termini di situazione invivibile dentro i penitenziari.
Ecco la tabella completa (capienza regolamentare totale e numero di detenuti) :
Abruzzo: 1.534, 2.012
Basilicata: 441, 446
Calabria: 2.481, 2.759
Campania: 5.817, 8.121
Emilia Romagna: 2.387, 3718
Friuli Venezia Giulia: 548, 814
Lazio: 4.799, 7.023
Liguria: 1.042, 1.769
Lombardia: 5.883, 8.876
Marche: 847, 1.079
Molise: 391, 461
Piemonte: 3.843, 4.707
Puglia: 2.444, 3.867
Sicilia: 5.530, 6.996
Toscana: 3.275, 4.050
Trentino Alto Adige: 280, 416
Umbria: 1.342, 1.583
Valle d’Aosta: 181, 213
Veneto: 1.998, 3.072
Marroni commenta con queste parole i dati che ha reso pubblici: «Ormai occorre urgentemente intervenire sulle vere questioni che producono il fenomeno del sovraffollamento. Si prende atto che i politici non hanno ancora dato risposta all’appello contenuto nel messaggio del Presidente Napolitano sulle misure urgenti da realizzare. Tuttavia è necessario intervenire sui nodi strutturali che producono carcere: riforma del codice penale e di procedura penale; affrontare il tema degli stranieri in carcere (37%) e il problema dei reati connessi alla tossicodipendenza (40%). Per questo occorre riprendere le proposte più innovative presenti in Parlamento (si veda ad esempio la proposta di Giuliano Pisapia, datata 2002) che riguardano le riforme dei codici in rapporto alle misure alternative. Mentre per le tossicodipendenze occorre mettere in campo tutte le capacità progettuali e coinvolgere gli Enti Locali e le Regioni per realizzare una rete di comunità di accoglienza alternativa al carcere. Infine per gli stranieri occorre attuare gli accordi già in vigore con i Paesi Terzi e attivare una forte azione diplomatica per consentire il rimpatrio volontario degli stranieri nei propri paesi di origine».
Infine, una stoccata alla sua regione, che si è “guadagnata” il terzo posto: «È un primato di cui avremmo fatto volentieri a meno. Un primato che, inevitabilmente, si riflette sulla qualità della vita quotidiana in carcere».
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