Sostenibilità
L’olivastro millenario di Cuglieri è vivo grazie ai volontari
Sembrava ormai spacciato, dopo essere stato avvolto e carbonizzato dalle fiamme divampate lo scorso 24 luglio. Invece sono spuntati tre splendidi polloni. Una storia che ha indignato e commosso l'intera Sardegna e i tanti visitatori che, da tutto il mondo, giungevano a rendergli omaggio. Una curiosità: i primi germogli verdi sono spuntati il giorno dell'ultimo Venerdì Santo
L’olivastro millenario di Sa Tanca Manna, a Cuglieri, è vivo. Con una straordinaria forza ha saputo riprendersi dopo il terribile rogo che, lo scorso luglio, aveva carbonizzato buona parte del fusto e delle radici. Tre bellissimi polloni sono spuntati nei giorni scorsi dall’apparato radicale del Patriarca, il nome con cui è conosciuto in Sardegna e dai tanti visitatori che giungono da ogni parte del mondo per rendergli omaggio. La sua storia ha suscitato indignazione, commozione ma anche una reazione positiva da parte di tanti volontari, a cominciare da quelli dell’Associazione Montiferru, che lo hanno accudito per undici lunghissimi mesi, guidati dalla competenza scientifica del professor Gianluigi Bacchetta, direttore dell’Orto Botanico dell’Università di Cagliari, nonché componente del comitato scientifico dell’Associazione e responsabile scientifico per il Comune di Cuglieri.
«L’oleastro di Sa Tanca Manna, nei suoi millenni di vita, ha subito tanti incendi, sperimentato annate siccitose, potature eccessive e persino l’abbandono, ma non si è mai arreso», dice il professor Bacchetta con un pizzico di commozione. «Ha deciso di rinascere per l’ennesima volta quando ha visto che le condizioni erano favorevoli e quando dei “piccoli uomini” se ne sono presi cura. Il Venerdì Santo scorso, quando mi trovavo a Cuglieri, dissi ad alcuni amici dell’Associazione che era vivo e si sarebbe ripreso. Dissi di mantenere il riserbo che l’oleastro pretendeva, e oggi questa scelta ci ha premiati. La sua resilienza diventa simbolo della rinascita di una comunità, monito per il futuro ed esempio da seguire con fierezza e unione d’intenti. Non sono un fervente cattolico, ma è curioso che la scoperta del primo germoglio di vita sia avvenuta nel giorno del Venerdì Santo: morte e risurrezione, un’emozione straordinaria che mi fa venire i brividi».
È una rinascita altamente simbolica per un territorio devastato dai roghi del 2021, ma anche per un’intera regione che ogni estate deve fare i conti con una piaga difficile da debellare (e talvolta mal gestita). Quella dell’olivastro di Cuglieri è un segnale di speranza che riaccende i cuori di tante persone scoraggiate. Il presidente dell’Associazione Montiferru, Pier Paolo Arca, commenta così la bella notizia: «Abbiamo lavorato da subito per assicurare una ripresa vegetativa della pianta, che non è un simbolo solo per Cuglieri, bensì per tutti coloro che hanno a cuore la tutela e la conservazione dei beni ambientali. Le fiamme hanno cancellato secoli di storia agricola, e se avessimo perso anche il Patriarca sarebbe stata una ferita lacerante difficile da rimarginare». Il sindaco di Cuglieri, Andrea Loche, parla di «una grande soddisfazione per questi polloni che rappresentano un primo momento di rinascita, anche perché non ci credeva quasi più nessuno che il Patriarca potesse riprendersi. Non sarà certo la stessa pianta, non riavremo più quell’oleastro millenario, ma ciò che crescerà rappresenterà la rinascita dalle ceneri, un simbolo a cui tutti i cuglieritani guarderanno con grande attenzione».
Il terribile incendio che nel luglio 2021 ha distrutto una vastissima area della Sardegna centrale e occidentale, aveva fatto scattare una gara di solidarietà non solo nell’Isola ma anche in molte regioni d’Italia. Imprese, agricoltori, allevatori e associazioni (in primis Confagricoltura) si sono prodigate per aiutare le comunità e le famiglie che hanno visto andare letteralmente in fumo le proprie aziende, decenni di lavoro, la casa, il bestiame e le coltivazioni.
Intanto i volontari dell’Associazione hanno ripulito l’area dell’olivastro dalle sterpaglie e l’hanno poi chiusa con un cancello. Per assicurare la massima tutela del Patriarca, l’ingresso è vietato a tutti i curiosi. Nei prossimi giorni saranno migliorate la recinzione e la videosorveglianza già presente.
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