Non profit

L’offensiva di Gbagbo

Il presidente ivoriano lancia una vasta operazione di communicazione per legittimare la sua elezione

di Joshua Massarenti

BRUXELLES – Isolato dalla Comunità internazionale, minacciato dalla Corte Penale internazionale, il presidente “autoproclomato” Laurent Gbagbo ha deciso di passare al contrattacco massmediatico. In Costa d’Avorio l’offensiva viene organizzata sulla radiotelevisione nazionale, all’estero il compito è stato affidato ai suoi consiglieri in communicazione, incaricati di spiegare all’opinione pubblica internazionale e ai leader politici che hanno ancora voglia di ascolterlo che il vero, l’unico presidente legittimo della Costa d’Avorio è Laurent Gbagbo e non Alassane Ouattara.

La crisi politica istituzionale della Costa d’Avorio è scoppiata il 3 dicembre, dopo che il Consiglio Costituzionale ha annullato i risultati proclamati il giorno prima dalla Commissione Elettorale che aveva dichiarato vincitore del ballottaggio presidenziale del 28 novembre Alassane Ouattara, con il 54% delle preferenze. Con un ribaltone clamoroso, il Consiglio Costituzionale ha offerto la vittoria al Presidente uscente Laurent Gbagbo. La Costa d’Avorio ha ora due Presidenti con due rispettivi Primi Ministri e governi. Ed è sulla decisione “indipendente, legittima e incontestabile” della Corte Costituzionale (un’istituzione molto importante in Costa d’Avorio, come negli Stati Uniti) che l’offensiva massmediatica di Gbagbo si appoggia per convincere l’opinione pubblica internazionale.

Nonostante la sfida (quasi) impossibile, Laurent Toussaint svolge il suo compito senza timori reverenziali. Come terreno di battaglia gli è stato assegnato l’Europa e l’asse Parigi-Londra-Bruxelles. Euronews, Tf1, Rtbf, BBC, gli ultimi servizi televisivi diffusi in Europa sulla Costa d’Avorio hanno fatto di Toussaint il portavoce del regime Gbagbo sul Vecchio continente.

“I media internazionali hanno scelto Ouattara descrivendo agli europei una realtà totalmente falsa della Costa d’Avorio” sostiene a Vita il consigliere del presidente ivoriano durante il suo passaggio a Bruxelles. “Non potevamo rimanere in silenzio”. Per Toussaint, “l’idea che la Comunità internazionale sia tutta contro Gbagbo è un’illusione, con noi ci sono dei paesi amici” che il portavoce preferisce non citare.

Con i nemici il discorso si fa invece molto più preciso. “Dietro questa cabala ci sono Francia e Stati Uniti. Entrambi i paesi hanno esercitato pressioni fortissime alle Nazioni Unite e nelle istituzioni europee per cacciare Gbagbo”. E le condanne dell’Ecowas, la comunita’ economica degli Stati dell’Africa occidentale, e dell’Unione Africana? “Sono il frutto di un pugno di paesi che hanno preso in ostaggio le due istituzioni africane. Nell’ultimo Summit dell’Ecowas che si è espresso a favore di Ouattara erano presenti tre capi di Stato su quindici. Guarda caso tre amici di Ouattara. Il presidente della Nigeria, Goodluck Jonathan che presiede l’Ecowas, ha finanziato la campagna di Ouattara, amico intimo del presidente del Senegal, Abdoulaye Wade”. Per non parlare del leader del Burkina Faso, Blaise Campaoré che Alain Toussaint definisce “il primo sostenitore del movimento ribelle ivoriano che non contento di destabilizzare la Costa d’Avorio dal 2002, oggi è pronto a rovesciare Gbagbo e imporre Ouattara”.

Dopo le sanzioni economiche adottate dall’Ue e dall’amministrazione Obama contro Gbagbo e il suo entourage, ora il presidente ivoriano deve fare i conti con le voci di una possibile offensiva militare di soldati dell’Ecowas sostenuti logisticamente dalla Francia e dagli Stati Uniti. “La Comunità internazionale si sta lanciando in un’avventura molto pericolosa in totale violazione del diritto internazionale” sostiene Toussaint. E’ in gioco La sovranità della Costa d’Avorio. Questa sovranità la difenderemo con tutte le nostre forze”.

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