Loemy Marques si muove come una burattina scoordinata a cui qualcuno ha tagliato senza pietà i fili. Mentre una radio diffonde al massimo volume l’ennesimo funky, lei ride da sola, mostrando i pochi denti che gli sono rimasti in bocca. “I denti che cadono sono la prima manifestazione concreta del corpo che si sfalda quando fumi il crack. Io me li son dovuti rifare tutti”, mi spiega mentre si tocca gli incisivi Sérgio, uno dei volontari della Ong che oggi aiuta gli altri tossicodipendenti dopo essere uscito dal tunnel a “forza di farmaci” e di “tanta fede in Dio”. A debita distanza un gruppo di poliziotti osservano incuriositi la scena mentre Loemy si attorciglia nella sua folle danza. Se non fosse per l’anagrafe gli daremmo 50 anni invece dei 25 che ha compiuto proprio oggi.
Siamo nel centro di San Paolo, la capitale finanziaria del Brasile che cresce sempre di più. Qui se non riesci a seguire i ritmi frenetici di spread e indici di borsa corri il rischio di perderti, magari nella droga. Succede ai poveri ma, ultimamente, sempre di più anche ai ricchi, figli di una élite vecchia di almeno 4 secoli. Per questo tutti li chiamano “quatrocentoes”, ovvero i boss dei 400 anni. Sempre qui, tra le tante contraddizioni di un boom economico ancora troppo disomogeneo, la megalopoli più grande del Sudamerica con i suoi 20 milioni di abitanti ospita nel cuore del suo centro storico un vero inferno dantesco. Di giorno come di notte a farla da padrone, accampati su marciapiedi e baracche, stazionano centinaia di uomini e donne, 3mila in tutto secondo le stime della polizia. Esseri umani trasformati in zombi incapaci d’intendere e di volere. Tutti rovinati dal crack, la droga più micidiale che in un attimo ti rovina il cervello e il corpo, un derivato della cocaina con l’aggiunta di sostanze chimiche che crea un’assuefazione immediata grazie ad una sensazione che, assicura Sérgio, “è meglio di un orgasmo, ma solo la prima volta. Dura pochi secondi. Poi non si ripete più ma tu, oramai, sei schiavo. Continui a fumare, io sono arrivata a fumare sino a 5 pietre di crack al giorno, sempre alla ricerca inutile di quella prima sensazione”.
Loemy prima di cadere nel tunnel della droga due anni fa faceva la modella ed era molto bella tanto che in molti scommettevano su di lei come la nuova Gisele. Oggi è l’ombra di se stessa. Se vuoi leggere la sua storia che ha commosso il Brasile continua a leggere il mio articolo pubblicato oggi da Vanity Fair.
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