Politica
Lodi, Vigevano, Sesto San Giovanni… per fermare le discriminazioni si cambi il regolamento regionale
Il consiglio regionale della Lombardia domani discuterà una mozione a firma Usuelli per modificare il regolamento regionale 4/2017. «I sindaci vi hanno fatto riferimento per ordinanze in cui chiedono a cittadini immigrati regolari di presentare dei documenti impossibili da ottenere. Tutti i sindaci finora sono stati condannati dal Tribunale di Milano. Che quei documenti sono impossibili da ottenere lo hanno scritto anche nella legge sul Reddito di Cittadinanza»
di Redazione
Lodi. Poi Vigevano, Inzago e Cologno Monzese, Sesto San Giovanni. Sindaci che si appellano al regolamento regionale numero 4/2017 per stendere regolamenti comunali che stabiliscono regole per gli immigrati che – ad oggi – quando arrivano in tribunale vengono poi bocciate come discriminatorie. Così il consigliere regionale Michele Usuelli del gruppo Più Europa con Emma Bonino in Lombardia prova ad andare alla radice, con una mozione che chiede revocare le norme regionali discriminatorie che, di fatto, impediscono agli immigrati regolari di accedere a diverse prestazioni sociali. La mozione (in allegato) sarà discussa e votata domani in Aula.
Del caso della "mensa di Lodi", che aveva privato alcuni bambini dell'accesso alla mensa scolastica e del trasporto in scuolabus ha parlato mezza Italia, fino alla sentenza del Tribunale di Milano che aveva accolto il ricorso di ASGI e NAGA e definito come discriminatorio chiedere ai cittadini stranieri una documentazione diversa da quella chiesta agli italiani per l’accesso alle prestazioni sociali. «Sesto è una escalation di gravità. Un conto è lo scuolabus, un altro la casa popolare», afferma Usuelli.
«C’è una regia», denuncia il consigliere. «Il regolamento regionale del 2017 interpreta in maniera estensiva un DPR puramente tecnico. Con quel regolamento però i sindaci di Lodi e in maniera simile quelli di Vigevano, Inzago e Cologno Monzese hanno fatto ordinanza in cui chiedono a cittadini immigrati regolari di presentare dei documenti impossibili da ottenere. Tutti i sindaci sono stati condannati dal Tribunale di Milano per condotta discriminatoria. Che quei documenti siano impossibili da ottenere è tanto vero – precisa Usuelli – che nella legge sul Reddito di Cittadinanza si dice che il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, dovrà definire l'elenco dei Paesi nei quali non è possibile acquisire la documentazione necessaria perché non hanno un catasto nazionale. Questa esplicita esclusione della richiesta delle certificazioni estere, per i cittadini impossibilitati a produrle, contenuta nelle norme sul Reddito di cittadinanza rende ancora più esplicita l'irragionevolezza del regolamento regionale e determina un'ulteriore discriminazione vista la richiesta di requisiti differenti per l'accesso a prestazioni sociali di analoga importanza. Senza scordare che i cittadini immigrati regolari così come italiani devono comunque presentare un ISEE».
La mozione quindi chiede di modificare il regolamento regionale. «Il mio sforzo, è quello di non fare battaglie di bandiera ma di presentare argomenti che sfidassero sì la maggioranza ma su una riflessione non impossibile. Spero ad esempio nei partiti di centrodestra più moderati, nella componente cattolica del centrodestra che è presente in consglio: c’è bisogno di una buona destra che non segua Salvini».
Martedì 4 giugno dalle 9,30 alle 11 fuori dal Pirellone è stato organizzato un sit in nonviolento che raccoglierà i cittadini, l'Unione Inquilini sesto, il comitato Uguali doveri di Lodi, ASGI, l'Associazione Articolo 3 di Vigevano, Radicali Italiani, Più Europa e l'Associazione Enzo Tortora.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.