Welfare

Locride, piccola Colombia

"I meccanismi mafiosi sono gli stessi del Paese sudamericano". Intervista a monsignor Giancarlo Bregantini.

di Redazione

Se anche a un personaggio entusiasta e infaticabile come GianCarlo Bregantini, vescovo di Locri-Gerace, non rimane che invocare la «vendetta biblica» per punire gli assassini di Francesco Fortugno, vicepresidente del consiglio della Regione Calabria, significa che la resa è vicina. «Siamo una realtà sfracellata, ma io ancora non alzo bandiera bianca», dice a Vita dopo aver detto messa in una fabbrica vicino al porto di Roccella Jonica («Sono qui perché l?arma più forte contro la mafia è il lavoro»). Vita: Lei parla di vendetta di Dio. Nella giustizia degli uomini non crede più? Giancarlo Bregantini: Negli ultimi sei mesi, anche se i mezzi di comunicazione non sempre se ne sono accorti, in Locride ci sono stati 23 omicidi, tutti senza colpevole. Io, però, non me la sento più di accusare i magistrati. Allora dico a questo grappolo di delinquenti senza pudore, che Dio arriva anche là dove l?uomo non vede. Vita: Come si è arrivati a questo punto? Bregantini: L?anno scorso sono stato in Colombia. Ecco oggi la Calabria mi sembra una piccola Colombia. Le logiche sono le stesse. Tanti omicidi impuniti hanno aperto la strada al caso Fortugno. Freddato di fronte al seggio elettorale in pieno giorno di fronte a un sacco di persone. Con questo messaggio la ?ndrangheta ha voluto dire a politici e cittadini: qui comandiamo noi. Vita: Diversi politici calabresi però si portano dietro una fama discutibile? Bregantini: In questo momento dobbiamo avere grande stima dei politici, altrimenti crolla tutto. L?obiettivo della mafia è spezzare il legame fra la gente e la politica e contemporaneamente umiliare, intimorire e paralizzare ogni altra azione di bene e di sviluppo. Per questo il nostro compito consiste nel ricucire un tessuto di reciproca fiducia. Vita: Il ministro dell?Interno, Pisanu ha detto che in Calabria lo Stato è presente e che adesso occorre che sia la società civile locale a farsi sentire. Concorda? Bregantini: Questo è un discorso vero a metà. È vero che non siamo il far west, ed è altrettanto vero che la gente collabora poco. Bisognerebbe però fare un passaggio in più e chiedersi il perché. Vita: Lo dica lei. Bregantini: Farò un esempio. In queste settimane con la Fondazione antiusura stiamo seguendo il caso di una persona che ci ha chiesto 5mila euro. L?hanno minacciato non so più quante volte e gli hanno spaccato i denti, ma lui non se la sente di denunciare i suoi strozzini. Se lo Stato delega ai cittadini la lotta all?usura, siamo spacciati. Vita: Che cosa dovrebbe fare invece? Bregantini: Da anni chiedo che si allestisca un pool antiusura in modo che la Guardia di Finanza sia messa nelle condizioni di condurre indagini efficaci. Riprendendo l?esempio di prima, se fosse possibile intercettare o registrare le minacce dei mafiosi, in cinque giorni i delinquenti sarebbero dietro le sbarre senza bisogno di coinvolgere nessun altro. Vita: Lotta all?usura e poi? Bregantini: Non capisco perché da noi non si riescano a svolgere indagini patrimoniali serie. Qui c?è gente che si costruisce mega ville e poi scopri che di mestiere fanno i forestali. Qualcosa non funziona. Vita: Sostiene l?ipotesi di portare l?esercito in Locride? Bregantini: Sicuramente abbiamo bisogno di maggiori garanzie, di maggiore sicurezza. Chi opera nel bene, e sono molti, deve sapere di avere le spalle coperte. Non abbiamo bisogno di eroi. Quando la collina frana però, non basta una muraglia a contenere la terra. Per evitare la tragedia occorrono migliaia di piccoli e fragili alberelli che con le loro radici contengano la montagna. Fuori di metafora non abbiamo bisogno di soldati, ma di tanta gente onesta. Vita: Presto grazie alla costruzione del Ponte di Messina la Calabria sarà investita da una pioggia di euro. Che cosa si aspetta nei prossimi mesi ? Bregantini: Non lo nascondo, sono preoccupato. Certe golosità potrebbero scatenare la violenza. Ma prima del Ponte c?è la realtà di tutti i giorni. Vita: Conosce i mafiosi della sua diocesi? Bregantini: Conosco le famiglie. Non le responsabilità individuali. Vita: Ha paura? Bregantini: Assolutamente no. Io non accuso le persone, io denuncio un modo di pensare. Vita: Davvero crede che le cose in Calabria potranno cambiare? Bregantini: Il sacrificio di Fortugno deve essere la scintilla perché l?Italia si accorga del caso Calabria, e lo Stato abbia un moto d?orgoglio. Se non lo credessi possibile, non sarei un buon cristiano.


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