Politica
L’obiettivo di Alfano: collocare due migranti ogni mille abitanti
Il Governo punta sull'«equa distribuzione» dei migranti, in Europa come in Italia. Sono in arrivo altri 10mila posti nella rete Sprar (a cui però oggi aderiscono 376 comuni su 8mila), ma per Alfano il buon senso dice che la soluzione ottimale sarebbe che tutti accogliessero 2 migranti ogni mille abitanti
La nuova parola chiave delle politiche migratorie è «equa distribuzione». L’ha usata più volte ieri il Ministro Alfano rispondendo all’interrogazione di Milena Santerini sul sistema di protezione dei rifugiati in tutti i Comuni (qui la discussione integrale), preoccupata al contrario per misure come quelle della regione Lombardia che ostacolano gli albergatori che vorrebbero invece, seguando i bandi del Ministero, accogliere e ospitare i rifugiati e i richiedenti asilo.
«Abbiamo ottenuto dall'Europa il riconoscimento dell'equa distribuzione», «siamo riusciti a realizzare, per la prima volta, il grande obiettivo che 40mila migranti non saranno più in Italia e saranno trasferiti negli altri Paesi europei. Si dica qual è un Governo, prima di questo, che ha centrato questo obiettivo. Nessuno». L’equa distribuzione «è un obiettivo che noi vogliamo raggiungere anche in Italia ed è il motivo per cui abbiamo cambiato l'assetto e il modello organizzativo dell'accoglienza in Italia e faremo sempre di più e faremo sempre meglio. Questo cambiamento consiste nel passaggio dai grandi centri, che erano la vecchia concezione di quando la Lega governava il Ministero dell'interno, cioè 3.000 posti in un solo comune; adesso noi stiamo facendo una equa distribuzione con il coinvolgimento dei comuni».
Secondo il Ministro il sistema di protezione dei richiedenti asilo e rifugiati è passato dai 3.000 posti del 2012 agli attuali 21.817, collocati nei 376 comuni che hanno aderito alla rete. «Attualmente è in fase di registrazione alla Corte dei conti un decreto che attiva ulteriori 10mila posti nel biennio 2016-2017 a beneficio dei comuni che volontariamente decideranno di aderirvi. Ai minori attualmente sono destinati 968 posti dello SPRAR, ai quali si aggiungeranno a breve altri mille posti. È un cambio completo di prospettiva».
Alfano fa dei conti molto pratici: «Siamo un Paese di circa 60 milioni di abitanti, con 8mila comuni e con circa 100mila persone nei nostri luoghi di accoglienza istituzionali. Questo significa che anche a considerare non 100mila ma 120mila migranti (altri 20mila in più, immaginando altri arrivi) e senza considerare che molti se ne andranno in ragione del successo ottenuto in Europa, con due migranti ogni mille abitanti – due ogni mille abitanti ! – avremmo sollevato tutti quei comuni, tutte quelle comunità che oggi sono gravate da un numero di migranti sproporzionato rispetto alla popolazione. Questo suggerisce il buonsenso e in questa direzione ci muoveremo. Mi riferisco alla direzione di un'accoglienza diffusa che veda protagonisti i comuni».
Milena Santerini, replicando, ha ribadito la preoccupazione per il fatto che si ostacoli la disponibilità di alberghi, associazioni e comuni che invece si prestano a quello che lo Stato sta chiedendo, cioè accoglienza e soprattutto accoglienza integrata, cioè un'accoglienza che non è soltanto dormire e mangiare ma è anche lingua italiana, volontariato e impiego in attività socialmente utili e ha chiesto al Governo di impegnarsi perché dal basso arrivi una disponibilità maggiore e che non venga ostacolata come è successo in Lombardia, con la penalizzazione degli albergatori. «Ci chiediamo: a chi dà fastidio che quest'accoglienza diffusa impieghi utilmente i rifugiati e dia un'accoglienza dignitosa? Chi vuole che il territorio italiano sia un bivacco di rifugiati? Chiediamo maggiore impegno al Governo in questo senso».
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.