Welfare

Lobby all’Agenzia

di Flaviano Zandonai

Come si promuovo le istanze del terzo settore in questa estate poco calda dal punto di vista metereologico ma incandescente per ben altri motivi? E soprattutto dove? Facendo dell’ironia molto amara ci si potrebbe iscrivere al “summer camp” della politica italiana animato dal capo clan (in senso scoutistico) Calderoli. Il problema è che non si conosce la sede del campo e nel frattempo il parlamento ha chiuso per ferie. Con buona pace di appelli alle autorità, progetti di legge, emendamente, libri bianchi, riforme. Meglio cambiare strada quindi. Basta snervanti attese nei salotti ministerali ed estenuanti riunioni di commissioni e gruppi di lavoro ministeriali. La lobby la si fa presso le tecnostrutture amministrative e le società partecipate dalla Pubblica Amministrazione. Un esempio su tutti, proprio di oggi: l’Agenzia delle entrate pubblica una circolare che contiene importanti indirizzi interpretativi rispetto alle Onlus. Niente paura, il burocratese della circolare è più che accessibile (c’è riusciuto il sottoscritto) ed anzi assume toni da documento di policy quando ad esempio sostiene la possibilità per enti pubblici e imprese for profit di dar vita a Onlus anche assumendo una posizione dominante. Una novità davvero rilevante ispirata a risoluzioni e libri verdi della Commissione europea su economia sociale e responsabilità sociale d’impresa. Se avesse considerato anche il più recente “single market act” l’Agenzia avrebbe potuto contare su un altro importante appiglio, ma poco male. Altro punto rilevante, le indicazioni su Onlus e imprese sociali. L’Agenzia riconosce quel che è sotto gli occhi di tutti, ovvero che imprese sociali e Onlus hanno profili d’identità pressoché identici (esplicito orientamento solidaristico, vincolo draconiano alla distribuzione di utili, sostanziale corrispondenza dei settori di attività) e quindi stabilisce che le Onlus possono partecipare imprese sociali senza il rischio di perdere la qualifica. Quel che non fa, o che non può fare, è trarne una conseguenza più politica, ovvero che le imprese sociali sono, di fatto, Onlus e quindi dovrebbero godere delle (poche) agevolazioni previste dal decreto 460. Manca proprio l’ultimo miglio. Forse è meglio prendere un appuntamento… all’Agenzia.


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