Formazione

Lo zar antidroga è al verde

Il capo Dipartimento nazionale non ha ancora ricevuto alcuna risorsa per operare: "Se in Finanziaria non ci sono i fondi, andiamo tutti a casa". Intervista a Nicola Carlesi.

di Redazione

Sul perché la legge Fini sia necessaria o liberticida, gli ultras di maggioranza e opposizione se le sono suonate a furia di slogan fin dalla prima seduta in commissione al Senato. Peccato che tante urla potrebbero rivelarsi solo fiato sprecato. Fra un Collino (Giovanni, An) che accusa il centrosinistra di voler ricorrere a un ostruzionismo pretestuoso e annuncia che «andremo comunque avanti anche senza il contributo dei nostri avversari» e un Cento (Paolo, Verdi) che parla di «proposta criminalizzante», nessuno ha ritenuto necessario alzare la cornetta e chiamare Nicola Carlesi. Una voce non qualsiasi visto che si tratta del capo del Dipartimento nazionale antidroga, ovvero l?organismo nato con la Finanziaria 2004 al quale spettano le funzioni di «prevenzione, monitoraggio e contrasto del diffondersi delle tossicodipendenze delle alcoldipendenze correlate». Se lo avessero fatto, avrebbero scoperto che lo psichiatra abruzzese ed ex parlamentare di An, pur sostenendo l?iniziativa del vicepremier ha altre gatte da pelare. E se le cose non dovessero andare in un certo modo, sarebbe pronto ad alzare bandiera bianca. Vita: Partiamo da qui: la legge Fini ha il vento in poppa e invece lei pare preoccupato, ci può spiegare il motivo? Nicola Carlesi: Io gestisco un dipartimento che a regime dovrebbe avere in organico 70 persone. Oggi siamo in 35, divisi in 4 direzioni: una che si occupa di riduzione della domanda e dell?offerta, un ufficio relazioni internazionali, un ufficio di gestione del fondo nazionale e una sezione di monitoraggio e analisi del fenomeno, cui tengo particolarmente. Attività che costano. Nei primi 6 mesi del 2004 non ho visto un centesimo. Mi auguro che la tendenza si inverta in questa sessione di Bilancio. Vita: Quanto si aspetta dalla Finanziaria? Carlesi: 120 milioni di euro. Di questi fondi, almeno il 20% servono per le spese di gestione ordinaria: solo la convenzione con il Cnr, per esempio, costa 1,5 milioni di euro l?anno, poi ci sono i rapporti con l?Istituto superiore della sanità, con l?Istituto di medicina sociale e con le università. Con il resto finanzieremo i bandi e l?attività di uno specifico ufficio che verifichi la realizzazione dei progetti. Vita: Se non dovessero arrivare questi 120 milioni? Carlesi: Senza fondi, ce ne andiamo tutti a casa. Vita: Per chiudere il cerchio. Lei ha promesso per i primi mesi del 2005 l?apertura della conferenza nazionale. Conferma? Carlesi: La mia volontà è di alzare il sipario entro giugno. Anche perché siamo già in ritardo di anni e la conferenza è un obbligo di legge. Speriamo che la Presidenza del Consiglio ci fornisca i fondi necessari, come si è impegnata a fare. Tanto più che metteremo a tema l?adeguamento dei servizi rispetto alla nuova emergenza droga. Vita: Veniamo quindi al ddl Fini. Lo condivide al 100% o si può migliorare? Carlesi: Penso che solo il principio fondante secondo cui tutte le droghe sono uguali dal punto di vista della dannosità sia fuori discussione e che quindi il possesso vada sanzionato: con misure amministrative al di sotto di certe quantità, con misure penali al di sopra. Sui limiti si può discutere. Vita: L?inasprimento delle sanzioni potrebbe provocare uno spostamento verso consumi di sostanze lecite, ma dannose come l?alcol (circa 20mila morti l?anno) e gli psicofarmaci? Carlesi: Contro l?abuso di alcol, come del resto per gli ansiolitici, l?unica strada percorribile è la prevenzione. Terreno non facile anche a causa dei grandi interessi che quell?industria muove nel nostro Paese. Vita: Attualmente però il testo è più penalizzante con i consumatori di hashish e marijuana che con quelli di cocaina. Non le sembra un errore? Carlesi: Sì. La legge guarda con occhio troppo benevolo i consumatori di cocaina. Il limite di 500 mg di principio attivo mi sembra eccessivo. Ritengo adeguato quello di 250 mg di principio attivo per la cannabis. E 50 mg di principio attivo equivalgono a circa 10 spinelli. Se pensiamo che uno spinello costa dai 20 ai 40 euro. Dieci spinelli sono parecchi soldi. Non dimentichiamo poi che in base a un?indagine dell?università di Modena la percentuale di Thc nei campioni di cannabis sequestrati è aumentato dal 2,5 al 15% negli ultimi 7 anni. Vita: Rischiate di riempire le prigioni di tossicodipendenti? Sa che ce ne sono già 20mila su 60mila detenuti? Carlesi: Quello dei carcerati è una questione che la legge affronta prevedendo la nascita di sezioni speciali all?interno delle prigioni. Anche qui, però, è necessario trovare i fondi. Per gli altri c?è sempre l?opzione di scegliere un percorso terapeutico in una struttura pubblica o privata a scelta del condannato. Vita: Piuttosto che andare in carcere, chiunque accetterebbe la comunità. Carlesi: Possibile, ma è anche vero che se il percorso non è rispettato si riaprono le porte del carcere. Vita: La proposta di Fini prevede che anche il privato sociale possa certificare lo stato di tossicodipendenza così come il pubblico. Questa facoltà sarà concessa a tutte le comunità? Carlesi: Certo. Non abbiamo alcuna preclusione. Invito però queste realtà ad affrontare il problema della doppia diagnosi che riguarda i soggetti che associano all?abuso una malattia mentale. Sono ancora troppo poche le comunità che se ne occupano. Comunque credo che il privato sociale abbia una marcia in più nel trattamento di quelle sostanze, come la cocaina o l?ecstasy, che non prevedono farmaci sostitutivi come il metadone per l?eroina. Vita: Intanto però le comunità soffrono una crisi economica senza precedenti anche a causa dei mancati rimborsi pubblici. Carlesi: Il problema è che il 75% del Fondo nazionale antidroga spettante alle Regioni nel 2004 è confluito nel fondo indistinto per tutte le politiche sociali. Così non sappiamo quanti euro siano effettivamente stati utilizzati per il contrasto delle tossicodipendenze. Ma non solo. Le rette giornaliere per la presa in carico dei tossicodipendenti variano da Regione a Regione con una forbice amplissima. La soluzione sarebbe quella di approvare nella Conferenza Stato-Regioni parametri validi per tutti in un piano d?azione. Anche se in questo momento i rapporti con le Regioni non sono cordialissimi. Vita: La legge Fini fornisce garanzie in questo senso? Carlesi: Nemmeno potrebbe. Vita: L?Onu ha appena lanciato l?allarme: in Afghanistan la produzione di oppio è aumentata del 64% rispetto all?anno scorso. In Europa è attesa un?invasione di eroina. Non le sembra che una nuova legge sia poca cosa di fronte alle dinamiche di un business mondiale? Carlesi: Concordo, ma non dimentichiamo che una legge fa cultura, determina un atteggiamento. E in ogni caso lo Stato non può essere indifferente. Drogarsi non è un diritto.


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