Famiglia

Lo sviluppo in briciole

La finanziaria non ha cambiato nulla. L’Italia resta fanalino di coda in Europa negli aiuti allo sviluppo. Sergio marelli, leader della cooperazione italiana, mette sul tavolo i numeri della vergogna

di Benedetta Verrini

Per loro, la nuova Finanziaria è arrivata come una polpetta avvelenata. A poco sono valse le richieste di ?comprensione? del presidente Berlusconi: a raschiare il fondo del barile non ci stanno, le organizzazioni non governative. L?hanno definita un atto «gravissimo, vergognoso, inaudito». E leggendo i dati, si fa fatica a dargli torto: in Finanziaria le risorse per gli aiuti pubblici allo sviluppo restano ai livelli del 2002, cioè allo 0,13% del Pil. Davvero briciole, rispetto agli impegni presi in sede internazionale per invertire la preoccupante diminuzione del sostegno ai Paesi in via di sviluppo e per contribuire alla stabilità mondiale. «Ma non staremo a guardare», dice Sergio Marelli, che è presidente dell?Associazione delle ong italiane e direttore generale della Focsiv, uno dei grandi coordinamenti nazionali di ong. E le organizzazioni non governative scendono in piazza a Roma il 16 ottobre, a fianco del Forum del Terzo settore, per far sentire la loro voce. Vita: Cosa chiederete? Sergio Marelli: Prima di tutto, emendamenti che correggano radicalmente questa Finanziaria sul capitolo della cooperazione. Inoltre, chiederemo al Parlamento di mettere finalmente mano alla riforma della legge sulla cooperazione, un progetto rimasto al palo per troppo tempo e che, ci auguriamo, venga trattato con un ampio dibattito parlamentare e non attraverso l?ennesima delega. Vita: Una nuova legge sulla cooperazione richiederà tempo… Marelli: Per questo è necessario un impegno già dal 2003, operando proprio sulla Finanziaria: la percentuale degli aiuti pubblici allo sviluppo va innalzata allo 0,33% e dovrebbe essere raggiunta con risorse fresche, e non con ?trucchetti? di bilancio. Vita: Se il Parlamento non dovesse correggere al rialzo questi conti, le ong rischiano l?asfissia? Marelli: Le ong italiane hanno un?eccellente capacità di diversificare le proprie fonti di finanziamento e di mobilitare l?opinione pubblica. è vero, però, che buona parte del nostro ?ossigeno? giunge dai finanziamenti pubblici e se questi scarseggiano i progetti fanno fatica a partire o a sopravvivere. Attualmente l?Italia destina appena lo 0,9% del totale degli aiuti allo sviluppo alle attività promosse dalle ong. L?Olanda alle sue organizzazioni riserva il 10% degli aiuti; la Spagna il 5,8%. Per questo proponiamo di innalzare questa percentuale al 6%, e di sostenere ulteriormente le ong raddoppiando il limite di deducibilità delle donazioni. Vita: Però l?orientamento prevalente del governo è destinare gran parte delle risorse al ?multilaterale?, cioè ai grandi organismi umanitari della comunità internazionale. Marelli: è vero: al multilaterale finisce il 70% delle risorse disponibili. Se questa scelta è fatta per realizzare grandi azioni, multilaterali appunto, di lotta alla povertà e alle grandi malattie dei Paesi in via di sviluppo, va bene. Ma se invece è un alibi per giustificare il disimpegno e il non funzionamento del canale bilaterale, cioè delle attività direttamente gestite dal governo italiano, allora non ci siamo. E temo proprio che questo secondo scenario sia il più attendibile, visto che non c?è coerenza nelle scelte del governo. Ad esempio sulla questione della guerra in Iraq, ha mandato il multilateralismo a farsi benedire, visto che non si è allineato alla posizione europea. Vita: Ultimamente si è sentito dire sempre più spesso che le imprese italiane hanno un ruolo importante nella cooperazione internazionale. Marelli: è un aspetto che ci preoccupa: il presidente Berlusconi ha parlato in più occasioni di «internalizzazione del sistema Italia» che, in parole povere, significa sostenere economicamente la penetrazione commerciale delle imprese italiane sui mercati esteri. Ebbene, le risorse per l?Aiuto pubblico allo sviluppo devono restare vincolate a obiettivi di sviluppo umano sostenibile, e non ad altro. Siamo convinti che i soggetti privati sono attori insostituibili della cooperazione internazionale, ma il loro intervento deve inserirsi in un quadro di regole ed essere monitorato proprio come i progetti delle ong. Insomma, il coinvolgimento delle imprese dovrebbe avvenire in modo selettivo, scegliendo solo quello coerente con le finalità della cooperazione. Altrimenti, gli impatti sono perversi, soprattutto in campo sociale. Vita: Quanto pesa la mancanza di un ministro degli Esteri? Marelli: Formalmente il posto non è vacante, ma nella sostanza una guida ci manca parecchio. Un esempio? La legge per la ricostruzione dei Balcani destinava 100 milioni di euro alle Attività produttive e 100 milioni agli Esteri. Mentre le aziende stanno già realizzando i loro progetti, le ong non sanno ancora come accedere ai fondi giacenti agli Esteri. Certo, quando si sente dire dal presidente del Consiglio che un candidato possibile alla guida del ministero è quel signor Beretta proprietario di una delle maggiori aziende produttrici di armi, beh? possiamo farci un?idea chiara della cultura e dell?approccio che questo governo vuole avere in materia di cooperazione internazionale. Vita: Nessun riferimento istituzionale, poche risorse, una competizione aggressiva delle imprese. In questo quadro, come vivete la presenza delle grandi ong internazionali che in Italia fanno quasi solo raccolta fondi? Marelli: Credo che l?unica ragion d?essere delle organizzazioni non governative sia il rappresentare una fetta di società civile, educarla e metterla a contatto con la società del Sud del mondo. Se le campagne sono tese solo a muovere compassione nell?opinione pubblica, senza coinvolgerla in una progettualità, si perde l?occasione per far crescere la cultura della solidarietà. Credo che solo il tempo saprà misurare se le ong italiane, rispetto ad altre, hanno saputo essere protagoniste di questo cambiamento. Vita: Focsiv ha appena festeggiato 30 anni di attività. Dall?alto di questa esperienza, come vedete il futuro della cooperazione? Marelli: In modo realistico. Vediamo i problemi, ma sappiamo che non si può smettere di coinvolgere la società e fare progetti. La storia di quest?ultimo anno ha insegnato a tutto il mondo che non possiamo più vivere sotto una campana di vetro, approfittando solo dei vantaggi della globalizzazione. Bisogna anche farsi carico dei costi. E disegnare un futuro più giusto per tutti. COCIS: Coordinamento delle organizzazioni non governative per la cooperazione internazionale allo sviluppo Anno di nascita: 1986 Ong associate: 27 (più 10 membri osservatori) Identikit: di ispirazione laica, Cocis è una federazione di organizzazioni non governative che operano in diversi settori della cooperazione allo sviluppo, condividendo un’etica basata sulla promozione dell’autosviluppo, la solidarietà tra i popoli e la centralità della persona Cosa fa: presente in 70 Paesi del Sud del mondo, con un volume di 7-800 progetti all?anno Presidente: Mario Gay CISPI: Comitato di iniziative popolari di solidarietà internazionale Anno di nascita: 1982 Ong associate: 30 Identikit: di ispirazione cattolica, il Cipsi nasce con l?obiettivo di promuovere un nuovo approccio della cooperazione, fondato su relazioni dirette fra gruppi della società civile del Nord e del Sud del mondo, e non più esclusivamente fondato su un rapporto di assistenza tecnica o di testimonianza personale di impegno da parte di volontari o missionari spesso sganciati da un approccio progettuale <>presente in 57 Paesi impoveriti con 227 progetti di sviluppo basati su relazioni di partenariato Presidente: Rosario Lembo FOCSIV: Federazione organismi cristiani servizio internazionale volontario Anno di nascita: 1972 Ong associate: 56 Identikit: di ispirazione cattolica, Volontari nel mondo – Focsiv è la più grande federazione italiana di organizzazione non governative che operano nei Paesi più poveri del mondo Cosa fa: presente in 77 Paesi con 402 progetti, dalla sua nascita ha consentito a oltre 14mila volontari di prestare servizio in progetti di sviluppo per due o più anni Presidente: Agostino Mantovani Direttore generale: Sergio Marelli Associazione delle ong italiane Con la sua Assemblea generale rappresenta il ?parlamentino? delle ong italiane. Nata nel 2000, aggrega e rappresenta il mondo delle ong: ha 164 aderenti (anche ong che non si riconoscono in nessuno dei tre coordinamenti nazionali) su circa 180 esistenti. Tra le sue finalità: la promozione di strategie della cooperazione; la rappresentanza delle ong negli ambiti in cui agiscono unitariamente, quali la cooperazione dell’Italia e dell?Ue con i Pvs, le sedi di collegamento tra le ong e gli enti sovranazionali in genere. Valorizza inoltre le forme d?aggregazione e i saperi interni (ad esempio, si sta creando in questi giorni l?Osservatorio delle ong italiane sull?Aids). L?attuale presidente è Sergio Marelli ONG italiane non federate Intersos, Coopi, Cisp, Movimondo, Cosv Non sono federate ma aderenti alla Associazione delle ong italiane. Operano da decenni nella cooperazione con i Pvs e sono consorziate nel Forum Solint, che si propone come laboratorio di discussione e promuove spazi di analisi sulle tematiche del rapporto Nord-Sud e dell?evoluzione della cooperazione tra i popoli Tutte le altre Oltre alle cinque consorziate di Solint, ci sono altre ong non federate ma sempre aderenti all?Associazione delle ong italiane: tra loro si annoverano importanti realtà come Caritas, Mani Tese, Ceis, Comunità di Sant?Egidio-Acap. ?Gioca? invece da sola, perché non federata e non aderente neppure all?Associazione delle ong italiane, Emergency, l?organizzazione fondata da Gino Strada nel 1994 Ong appartenenti a reti straniere Non sono federate ad alcun coordinamento italiano, né rappresentate dall?Associazione delle ong italiane. Fanno parte di grandi movimenti internazionali e ad essi si rapportano nelle strategie e per la rappresentanza Medici senza frontiere-Italia Medici Senza Frontiere – Msf Italia si è costituita legalmente nel 1993, quando già da qualche anno i suoi volontari erano attivi. Msf Italia si occupa in particolare della raccolta dei fondi, della sensibilizzazione, della promozione e del reclutamento dei volontari; finora sono partiti circa 200 italiani Save the children-Italia È presente in Italia dalla fine del 1998 e, dalla primavera del 2000, ha una sede operativa a Roma. L?organizzazione internazionale è impegnata a tutelare e promuovere i diritti dei bambini anche nel nostro Paese, concentrandosi su situazioni dell’infanzia particolarmente svantaggiate o difficili Intervita Intervita onlus è nata nel luglio 1999 e ha sede a Milano. Fa parte del coordinamento per l’adozione a distanza ?La Gabbianella? di Roma. Intervita è sede italiana di Fundaciòn Intervida, ong a sostegno dei Paesi in via di sviluppo, nata nel 1993 a Barcellona. Fundaciòn Intervida è organo consultivo dell?Onu


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