Il conto corrente?
È assicurato
E se la banca fallisce? Questa la domanda che negli ultimi mesi ha assillato milioni di italiani. In un clima di turbolenze finanziarie e con le continue notizie di banche americane ed europee in difficoltà, il dubbio che è balenato al risparmiatore è: che fine fanno i soldi depositati sul conto corrente? La questione non è di poco conto considerando che il sistema bancario si fonda anche e soprattutto sulla fiducia dei consumatori. In momenti di crisi, se tutti i risparmiatori dovessero ritirare i propri depositi nel timore di un fallimento ciò comporterebbe la rovina della banca e, a catena, di tutto il sistema. Per far fronte a questo scenario è stato istituito, nel 1987, il Fondo interbancario di tutela dei depositi, un consorzio obbligatorio di diritto privato, riconosciuto dalla Banca d’Italia, il cui scopo fondamentale è quello di garantire i depositanti delle banche consorziate. Le banche si impegnano a fornire le risorse finanziarie necessarie per il perseguimento delle finalità del Fondo. La garanzia del Fondo non copre tutto l’importo depositato sul conto corrente. Il livello massimo garantito del rimborso, fissato in 20mila euro dalla direttiva n. 94/19 CE, è stato elevato dal legislatore italiano, nel recepire la direttiva con il dLgs 659/1996, a 103.291,38 euro (art. 27, comma 3 dello statuto del Fitd). Il Fondo opera di diritto e quindi non è necessaria alcuna specifica richiesta di rimborso da parte del depositante. Il Fondo interbancario subentra nei diritti dei depositanti e si occupa di contattare e rimborsare direttamente ogni correntista. La copertura riguarda tutte le banche e quindi anche le banche che operano online senza alcuna distinzione. Non esiste alcuna garanzia, invece, sulle azioni o sulle obbligazioni depositate. Questi titoli, però, come i titoli di Stato, non rientrano nell’eventuale procedura di liquidazione della banca ma rimangono di proprietà del consumatore. www.fitd.it
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