Welfare

Lo stop della Procura

Il pg di Milano ha firmato la richiesta di sospendere l'esecutività del decreto che permetterebbe al padre di interrompere l'alimentazione di Eluana

di Gabriella Meroni

Il sostituto procuratore generale di Milano, Maria Antonietta Pezza, ha firmato la richiesta con la quale chiede alla Corte d’Appello civile del capoluogo lombardo di sospendere l’esecutività del decreto con il quale, circa due mesi fa, i giudici milanesi avevano autorizzato Beppino Englaro a far sospendere l’alimentazione artificiale che tiene in vita la figlia Eluana, in stato vegetativo permanente da 16 anni. La richiesta di sospensione è stata firmata oggi dal magistrato ed entro domani arriverà nella cancelleria della Corte d’Appello civile del Tribunale milanese.

«Apprendo con grande soddisfazione che il sostituto procuratore generale di Milano, Maria Antonietta Pezza, ha firmato la richiesta di sospensione del provvedimento con cui i giudici della Corte d’Appello avevano autorizzato l’interruzione dell’alimentazione e dell’idratazione di Eluana Englaro», ha dichiarato il sottosegretario al Welfare con delega ai temi etici, Eugenia Roccella, commentandol’ennesimo capitolo della vicenda della donna, diventata un caso politico e giudiziario. «Questa decisione – dice la Roccella in una nota – conferma quello che ho sempre sottolineato in questi mesi, ovvero che quel provvedimento non poteva essere eseguito in assenza di una sentenza definitiva. La sospensiva evita così di trasformare il caso Englaro in un gravissimo precedente giudiziario: Eluana rischiava di essere staccata dal sondino che la nutre e la idrata, e quindi di morire, prima di aver ottenuto una sentenza certa e definitiva».

Per il sottosegretario, «se la Cassazione avesse giudicato sbagliato il provvedimento della Corte d’Appello, nessuno avrebbe più potuto richiamare in vita Eluana e rimediare all’errore. Ogni cittadino, in particolare chi come Eluana non è in grado di intendere e di volere ha diritto a esaurire i gradi di giudizio, tanto più in un caso come questo in cui sono in gioco la vita e la morte».


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