Non profit

Lo statuto del Pd e il dottor Stranamore

di Redazione

Il 27 luglio 2007 vi avevo scritto una lettera, che avete pubblicato, denunciando l’astrusità dello Statuto del Pd. Ora vedo che qualcuno dei “maggiorenti” del Pd, in vista del primo (sic) congresso, si chiede, come ha fatto Marini: «Ma chi ha scritto questo statuto? Il dottor Stranamore?».
Già, proprio così, Stranamore di cognome e di nome Prodi e i suoi consulenti. Avevo avvertito che non si era mai dato un partito che nasceva da un’autoincoronazione di un presidente al cospetto dei suoi più intimi fidi.
Avevo avvertito che non si poteva partire dall’elezione di un’assemblea costituente nazionale e da quella del segretario nazionale del Pd e dei segretari regionali senza aver prima approvato lo statuto nazionale del partito e il suo manifesto. Questi infatti sono stati approvati dall’assemblea costituente a posteriori. Il Partito democratico è nato pertanto con un presidente, il suo segretario nazionale, i suoi segretari regionali con le rispettive assemblee ancora prima di avere statuto e manifesto.
Non esiste nulla di simile nella storia dei partiti. In pratica sono stati fatti prima i dirigenti e poi le regole che dovrebbero legittimarli. Quando un partito celebra un congresso di solito elegge dei delegati che formano le assemblee a vari gradi fino ad arrivare all’assemblea nazionale, tuttavia i delegati nazionali sono votati dai delegati regionali e questi a loro volta dai delegati provinciali fino ad arrivare al primo livello territoriale e cioè alla sezione o al circolo. Il processo parte dal basso e segue un percorso elettivo che via via porta fino all’assemblea nazionale. Il nostro Pd invece seguirà una strada molto diversa e precisamente opposta.
Come poteva discenderne un percorso di vero rinnovamento?

Vuoi accedere all'archivio di VITA?

Con un abbonamento annuale potrai sfogliare più di 50 numeri del nostro magazine, da gennaio 2020 ad oggi: ogni numero una storia sempre attuale. Oltre a tutti i contenuti extra come le newsletter tematiche, i podcast, le infografiche e gli approfondimenti.