Modelli di sviluppo
Lo spreco di Milano: la città premium riscopra la sua vocazione sociale
Il modello di sviluppo nato con l’Expo dieci anni fa è arrivato al capolinea. Non lo dicono tanto le inchieste che nelle ultime settimane hanno coinvolto la giunta cittadina e alcuni degli architetti simbolo di questi anni come Stefano Boeri. Lo dicono soprattutto i trend di una metropoli sempre più diseguale. Una metropoli che non si può permettere più di sprecare un patrimonio di pensiero e azione sociale che poche altre città vantano in Italia. Come? Rileggiamo il numero di VITA magazine dello scorso settembre

Prima l’inchiesta per turbativa d’asta a carico di Stefano Boeri e Cino Zucchi indagati per turbativa d’asta. Poi le dimissioni dell’assessore alla casa Guido Bardelli con la scia di polemiche sul Salva Milano. Due squassi che nel giro di poco più di un mese hanno messo in prima pagina il capoluogo lombardo.
Siamo al capolinea di un modello di sviluppo nato con l’Esposizione universale del 2015 guidata proprio da Giuseppe Sala? Noi questa domanda ce la siamo fatta nel settembre 2024 quando è uscito il numero di VITA magazine intitolato “Milano double-face” con questo sottotitolo: “sempre più esclusiva e sempre più escludente. Il racconto di una città divisa. E le soluzioni per ricomporla. Con la mappa dei 100 luoghi dell’attivismo civico”. Un numero ancora disponibile a tutti i lettori: chi si abbona a VITA infatti ha accesso immediato all’archivio degli ultimi 5 anni.
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Una città divisa e diseguale, dicevamo. A Milano si riscontra uno scenario di forte disuguaglianza, con un indice di Gini (che ha una scala che va da zero a uno) pari a 0,54; in Italia nessun’altra città ha uno squilibrio così marcato. Seguono infatti Roma e Napoli con un indice di Gini pari a 0,49, mentre risultati più incoraggianti si registrano a Genova (0,43) e Venezia (0,42), con valori sostanzialmente analoghi alla media italiana (0,43).
Perché abbiamo dedicato a Milano il servizio di copertina del numero del magazine di settembre? Perché ormai da tempo Milano è la città copertina dell’Italia nel mondo. E in Italia è la città a cui guardano tutte le altre città del nostro Paese. È la città dei grandi investimenti immobiliari, della finanza, della moda e delle weeks. È la “città premium”, come la definisce Dario Di Vico. Ma Milano ha anche un’altra faccia: quella degli affitti impossibili, delle giovani coppie con figli che se ne devono andare, dei tanti anziani soli, delle povertà e dei migranti. Nel nostro racconto di una città divisa (con le interviste a Giuseppe Sala, Mario Delpini, Giovanni Azzone e Corrado Passera), abbiamo riservato uno spazio importante per tutti quegli attori sociali che cercano di ricomporre le fratture. Nella nostra mappa dell’attivismo civico tracciamo cento luoghi della partecipazione sociale. Luoghi su cui costruire un nuovo modello Milano: più unita e giusta.
Per chi volesse approfondire il contenuto del magazine “Milano double-face” in questa news trova l’indice ragionato della pubblicazione.
Foto: Pexels
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