Cultura
Lo sport di base sgambettato da Storace
Claudio Barbaro sarà il primo rappresentante dello sport per tutti a sedersi nella stanza dei bottoni. La sua però è unelezione che fa discutere...
Per la prima volta nella storia un rappresentante dello sport per tutti entra nella camera dei bottoni del Coni. Ma su quella poltrona, per i prossimi quattro anni, non siederà il superfavorito Edio Costantini, presidente del Csi – Centro sportivo italiano, appoggiato da oltre l?80% del movimento di base (con lui si sono schierate, oltre al Csi, anche l?UsAcli, la Uisp e le Pgs), ma Claudio Barbaro. La sua è stata una vittoria schiacciante: 37 preferenze contro 14.
Cattivi pensieri
Un risultato sorprendente, figlio di un sistema elettorale assurdo che assegna all?intero consiglio federale la facoltà di eleggere il rappresentante in giunta degli enti di promozione sportiva, che da parte loro però esprimono solo 5 elettori su 75. Un po? come se il governatore del Lazio fosse eletto da tutti i cittadini italiani e non solo dai laziali. Un controsenso. Tanto che perfino Gianni Mura nei suoi «Cattivi pensieri» su Repubblica ha bacchettato l?elezione di Barbaro come pessimo esempio di lottizzazione.
Ma chi è Claudio Barbaro? Romano, 50 anni, sposato, padre di una bella bambina, appassionato di arti marziali ed ex portiere di calcio (il taekwondo e la Roma sono le sue grandi passioni) attualmente presidente dell?Asi – Alleanza sportiva italiana e di Agensport, unico caso italiano di agenzia per la promozione dello sport regionale che l?ex governatore Storace ha inventato e affidato all?amico Claudio, con tanto di finanziamento da 2,5 milioni di euro.
Una nomina che ha radici profonde. Dopo la svolta di Fiuggi, Barbaro e Storace si sono infatti ritrovati a remare insieme in Destra sociale, la corrente della neonata An meno allineata alle posizioni del leader Fini. Lì si è consolidata un?amicizia che è stato il vero trampolino di lancio dell?ex missino Barbato. Da quel momento è stato un crescendo.
Viva il wrestling
Prima la nascita di Asi, ente sorto proprio nel 1994 da una costola del Centro nazionale sportivo Fiamma, a quell?epoca coinvolto in una brutta storia di finanziamenti illeciti da cui comunque Barbato è uscito pulito. L?Asi, dopo il rapidissimo riconoscimento del Coni, si caratterizza come un ente sui generis. Sotto il suo ombrello trovano riparo attività sportive originali come l?arm wrestling, la caccia, il culturismo o il paracadutismo. Costituita l?associazione, Barbato si reinventa come organizzatore di eventi: nel suo curriculum fra gli altri compaiono gli Europei di basket, i Mondiali militari, le Universiadi e il Sei nazioni di rugby. Una stagione di successo che si conclude proprio con la chiamata di Storace. L?Agensport è una bella e ricca parentesi. Ma dopo la vittoria di Marrazzo alle regionali, il terreno sotto i piedi di Barbaro incomincia a franare. Bisogna inventarsi qualcosa.
La débâcle elettorale del centrodestra alle regionali scatena un pandemonio nella geografia interna di An. Tutti cercano di ricollocarsi. Per Barbato il rinnovo della giunta del Coni è un?occasione imperdibile. A poche ore dal voto, il presidente Petrucci tranquillizza per l?ultima volta Costantini. Il posto in giunta è suo. Negli stessi minuti, però, nei corridoi di via della Scrofa i colonnelli di An prendono la decisione che costerà cara al presidente del Csi: la scelta è di sacrificare il finiano Riccardo Andriani, che correva per uno dei due posti riservati ai dirigenti non presidenti (che infatti finiranno a Sergio Melai e Fabio Pigozzi) e puntare proprio su Barbaro. L?unico posto riservato agli enti di promozione deve essere suo.
Savoir faire
L?elezione di Barbaro però apre una frattura all?interno dello sport di base. Uisp e Csi emettono comunicati di fuoco. L?UsAcli non fa salti di gioia.
La tensione è alta, ma non sembra scalfire il buonumore di Barbaro, che interpellato da Vita dichiara: «Sono di destra e ne vado orgoglioso. Ma questo non inciderà nella mia funzione. Il programma? Non posso dire molto. Devo studiare il bilancio. Già da ora mi impegno però a modificare una legge elettorale che penalizza troppo gli enti». Sentirlo dire da lui ha il sapore della beffa. Ma come dice chi lo conosce bene, Barbato è «un simpatico. Uno che sa trattare con le persone e che conosce il Palazzo». Chissà cosa tirerà fuori dal cilindro?
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