Welfare

Lo spirito solidale delle organizzazioni risvegliato dal lockdown

Durante la fase 1 sono cresciute le iniziative di welfare aziendale e responsabilità sociale di impresa, soprattutto tra chi non aveva mai messo in campo simili misure. A dirlo i risultati di una call condotta dal Laboratorio Percorsi di secondo welfare

di Redazione

"Organizzazioni solidali ai tempi del Covid-19", questo il titolo del rapporto di ricerca scritto da Franca Maino e Federico Razetti che raccoglie i dati emersi da una “Open call for good practices” rivolta ad aziende, associazioni datoriali, parti sociali, enti del Terzo settore e amministrazioni pubbliche, con l’obiettivo di capire come la pandemia stesse o meno influenzando il comportamento delle organizzazioni e diffusa nei mesi tra marzo e maggio. Il punto di partenza è un interrogativo che si era posto il Laboratorio Percorsi di secondo welfare nei giorni immediatamente successivi all'avvio del lockdown. Ci si chiedeva, infatti se e come le organizzazioni avrebbero cercato di sostenere lavoratori e comunità locali attraverso misure di welfare aziendale e con iniziative di responsabilità sociale di impresa (Rsi) legate all’emergenza.

Dal documento emerge come il 65,9% delle organizzazioni che hanno partecipato alla call siano riuscite a rimodulare le proprie attività per affrontare l’emergenza. A essere avvantaggiate in questo senso sono state soprattutto le realtà che avevano già introdotto forme di welfare aziendale o smart working (53,4%), che nel 93,5% dei casi hanno facilmente rafforzato il “lavoro agile” (91,9%) e/o esteso la flessibilità oraria (41,4%). Il 74,5% delle organizzazioni che aveva già sperimentato forme di welfare ha inoltre attivato misure ad hoc per affrontare la crisi.

L’impatto della pandemia non ha tuttavia colto impreparate neanche le organizzazioni che non avevano forme di welfare aziendale o smart working: queste hanno messo in campo nuove soluzioni dedicate ai propri dipendenti nel 77,2% dei casi. Indipendentemente dallo sviluppo o meno di iniziative pregresse, le misure più diffuse hanno riguardato l’ambito della comunicazione e informazione per la prevenzione del contagio da Coronavirus (69,5%); la seconda azione più ricorrente è consistita nell’attivazione di coperture assicurative per i lavoratori in caso di accertata positività al Covid-19 (33,2%). Seguono misure di sostegno psicologico a distanza (30,2%), la fornitura di strumenti per la didattica a distanza (24,6%) e congedi, permessi o ferie retribuite extra (22,2%).

In tema di responsabilità sociale di impresa (Rsi), ovvero quelle misure messe in campo per sostenere le comunità di riferimento delle organizzazioni interpellate, oltre il 50% ha dichiarato di aver sviluppato iniziative su questo terreno prima della crisi. Durante la fase 1, ad attivarsi sono state soprattutto le organizzazioni che già erano impegnate sul fronte della Rsi, che nel 68% dei casi hanno dichiarato un aumento del loro impegno. Le azioni più ricorrenti hanno riguardato donazioni a favore del Sistema Sanitario Nazionale e della Protezione Civile (40,2%); l’acquisto di materiale sanitario (34,8%), o raccolte fondi specifiche (33,8%).

La ricerca sottolinea inoltre un aspetto particolarmente interessante: gli interventi di welfare aziendale e smart working presentano in molti casi nessi chiari con quelli di responsabilità sociale. Le due dimensioni si sono spesso rivelate in forte sinergia e, anzi, hanno portato a correlazioni positive che le hanno reciprocamente rafforzate. La pandemia ha dunque spinto molte organizzazioni a impegnarsi concretamente per sostenere i propri dipendenti e le loro comunità di riferimento, mettendo in campo misure che potessero aiutare ad affrontare la nuova situazione imposta dal Covid-19. Una sorta di “risveglio solidale” che ha riguardato in prima battuta chi già aveva in essere misure di welfare aziendale, smart working e responsabilità sociale, ma che appare evidente anche tra chi non si era mai cimentato con questo genere di misure.

Ora, soprattutto per le organizzazioni che si sono affacciate per la prima volta sui temi del welfare e della RSI in occasione della crisi, c’è un tema centrale da affrontare: come valorizzare, e eventualmente rafforzare, quanto sperimentato nella fase del lockdown per affrontare la “nuova normalità”?

Il rapporto di ricerca è scaricabile liberamente dal sito Percorsi di secondo welfare

In apertura photo by Engin Akyurt from Pixabay

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