Economia

Lo spartito ibrido del Music Innovation Hub: suoneremo all’unisono

È la prima Spa impresa sociale in Italia e sicuramente la prima impresa sociale di capitale nella musica. Il capitale sociale è diviso equamente tra la Fondazione Social venture Giordano dell’Amore, il nuovo fondo impact di Fondazione Cariplo, Oxa srl l’impresa sociale che gestisce lo spazio Base e Music Management Club srl, una società di partecipazione che riunisce alcuni imprenditori e manager. Ne ha scritto sul numero del magazine di gennaio il presidente, Andrea Rapaccini

di Andrea Rapaccini

Lo scorso 22 novembre in occasione della Milano Music week è stata presentata Music Innovation Hub (MIH), la prima Spa impresa sociale in Italia e sicuramente la prima impresa sociale di capitale nella musica. Si tratta di un eco-sistema aperto ed articolato su quattro linee di attività: Chorus, l’educazione musicale per i giovani; Linecheck, la cultura e l’innovazione dell’industria musicale; Futurissima, l’etichetta ed editore musicale; MusicRooms, il distretto musicale in Base a Milano. Il capitale sociale è diviso equamente tra la Fondazione Social venture Giordano dell’Amore, il nuovo fondo impact di Fondazione Cariplo, Oxa srl l’impresa sociale che gestisce lo spazio Base e Music Management Club srl, una società di partecipazione che riunisce alcuni imprenditori e manager.

MIH è quindi insieme una Spa ed un’impresa sociale. Perché questa scelta così “estremamente ibrida” nella forma giuridica? Perché non si è scelto un modello profit responsabile, magari utilizzando la formula della società benefit, o alternativamente un’altra forma più tradizionale del Terzo Settore, come ad esempio una cooperativa sociale?

Innanzitutto la forma di capitale è estremamente più efficace nell’attrarre investimenti in equity ed è quindi preferibile rispetto ad altre forme quando emerge un fabbisogno finanziario che richiede significativi ignizioni di capitale per garantire l’equilibrio patrimoniale. All’interno delle forme di imprese di capitale, la Spa evidenzia inoltre alcune interessanti caratteristiche funzionali alle ambizioni di MIH e ai diversi profili finanziari dei soci: 1) avendo titoli azionari può emettere obbligazioni ma anche titoli finanziari di partecipazione dotando la società di asset patrimoniali “quasi equity” 2) prevede una maggiore facilità nel trasferimento di azioni e nell’ aprire il capitale in logiche crowd emettendo nuovi titoli azionari a favore di piccoli investitori 3) consente l’utilizzo di diverse categorie di azioni associate a diritti amministrativi diversi 4) garantisce la totale autonomia patrimoniale della società rispetto ai singoli azionisti 5) ha una governance più guidata e trasparente sottostando all’obbligo del controllo sindacale.

Una volta compresa la necessità di costituire una SpA, si è deciso di scegliere un soggetto non profit, in coerenza con la nuova normativa del terzo settore sulle imprese sociali. I motivi sono diversi.

Posizionamento valoriale unico e distintivo sul mercato. MIH tratterà la musica come bene comune, attraverso iniziative integrate e di filiera in ambito educativo, culturale, sociale, discografico ed editoriale. In una settore musicale spaccato in due – da una parte associazioni non profit che si occupano di inclusione sociale o di educazione musicale e dall’altro etichette discografiche con un fortemente orientamento profit – MIH intende rendere esplicita una proposta innovativa anche nella forma giuridica sviluppando un modello di business collaborativo in grado di integrare e produrre valore per tutta la filiera.

Collaborazioni Istituzionali. Il contributo di MIH nelle politiche attive sui giovani (es. rigenerazione Neet) attraverso la co-progettazione pubblico-privato di interventi in ambito musicale, risulta più semplice da attivare anche in virtù del ruolo e dell’autorevolezza della forma giuridica non profit.

Accesso a liberalità. Soprattutto nella fase di start-up, alcune linee di azione di forte impatto sociale richiedono donazioni per essere attivate perché intervengono in aree di fallimento di mercato (es. educazione musicale a soggetti svantaggiati, progetti di inclusione sociale). La progettazione e l’avvio di queste attività possono essere finanziate attraverso donazioni, grazie alla natura non profit dell’impresa sociale.

Remunerazione equa del rischio/ritorno di investimento. La nuova normativa sull’impresa sociale prevede anche per le forme di capitale una remunerazione degli investimenti con un ritorno massimo di 2,5 punti rispetto al rendimento dei buoni fruttiferi postali (BFP), così come consentito ai soci cooperatori. Inoltre, almeno il 50% del profitto annuale dovrà comunque per legge essere reinvestito nell’impresa rendendola così più solida dal punto di vista patrimoniale, quindi più sostenibile e meno rischiosa per le attese degli azionisti, oltre a consentirle di poter accedere più facilmente al prestito bancario.

Rilevanza delle agevolazioni fiscali. Per chi investe in imprese sociali, l’efficacia delle agevolazioni fiscali è subordinata all'autorizzazione della Commissione Europea che però non si è ancora pronunciata. Per l’impresa sociale invece, si attendono i decreti attuativi della riforma del terzo settore che dovrebbero consentire di applicare le stesse agevolazioni concesse alle cooperative sociali. Ma rispetto a questo ultimo punto va comunque osservato che il business plan di MIH, come spesso accade alle nuove imprese, prevede un risultato negativo nel periodo di start-up sulla base del quale la società accumulerà crediti fiscali che renderanno di fatto poco rilevante l’adozione o meno di un regime fiscale privilegiato

Sulla base di tali considerazioni, riteniamo che l’utilizzo di un modello di impresa sociale di capitale, in particolare di una spa, possa rappresentare una forma giuridica adeguata per aggregare risorse pubbliche e private nella rigenerazione del patrimonio culturale. In generale, quando sono necessari investimenti ingenti per intraprendere una missione sociale in modo economicamente sostenibile, la forma della Spa-impresa sociale sembra in grado di mediare efficacemente interessi di azionisti diversi e proporsi quindi come un’alternativa rispetto a scelte di privatizzazione o di concessione di servizi.


*Andrea Rapaccini è presidente di MBS Consulting e Music Innovation Hub

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