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Lo sbarco selettivo è illegittimo

Con un’ordinanza a seguito del ricorso presentato da 35 naufraghi della Humanity 1 il Tribunale di Catania osserva che il decreto interministeriale del 2 gennaio è illegittimo: i naufraghi sono tutti uguali e non possono essere discriminati dalle loro condizioni di salute

di Alessandro Puglia

Sbarco selettivo e carico residuale. Con un’ordinanza del 6 febbraio firmata dal giudice Marisa Acagnino il Tribunale di Catania ha dato seguito al ricorso d’urgenza presentato dai 35 naufraghi della Humanity 1 che tra il 4 e il 6 novembre furono indicati dalle autorità marittime presenti al porto di Catania “in salute” e quindi non idonee allo sbarco secondo quanto previsto dal decreto interministeriale del 2 gennaio voluto dal governo Meloni.

«Il citato decreto, è pertanto, illegittimo in quanto consente il salvataggio (comprensivo dell’approdo e sbarco in luogo sicuro) solo a chi sia in precarie condizioni di salute, contravvenendo al contenuto degli obblighi internazionali, in materia di soccorso in mare», osserva l’ordinanza che in un primo passaggio specifica, «è chiaro quindi, che, fra gli obblighi internazionali, assunti dal nostro Paese, vi è quello di fornire assistenza ad ogni naufrago, senza possibilità di distinguere, come sancito nel decreto interministeriale, applicato nella circostanza, in base alle condizioni di salute».

Partendo dalla legge internazionale sul soccorso in mare il Tribunale di Catania precisa quindi il concetto di salvataggio, da intendersi non soltanto come il recupero delle persone in difficoltà, ma con il conseguente approdo verso un porto sicuro di sbarco. Osserva inoltre che lo Stato Italiano ha l’obbligo di dare seguito alle richieste di protezione internazionale: «Si tratta di normative, sia interne che internazionali, che non consentono alla Pubblica Amministrazione di introdurre divieti o di discriminare, fra i migranti, in forza della ricorrenza di presupposti diversi e che impongono tempi brevi per l’inoltro della domanda e per l’accertamento del diritto alla protezione richiesta, proprio in considerazione della particolare vulnerabilità di chi, soccorso in mare, riesca ad approdare sul territorio di uno dei Paesi membri dell’Unione».

«Le osservazioni di un tribunale italiano sottolineano come il nuovo governo italiano è obbligato a rispettare la legge internazionale, i diritti dei rifugiati che cercano protezione internazionale non possono essere negati e tutti i naufraghi sono da considerarsi uguali», ha spiegato il team di legali di Sos Humanity che hanno presentato il ricorso dei 35 naufraghi dei 179 soccorsi. Per il governo Meloni si trattava solo di “carico residuale”.

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