Formazione

Lo sballo? Te lo prescrive il medico

Negli Usa si danno pillole ai ragazzi perché stiano più attenti a scuola.In Europa un esercito di anziani assume tranquillanti.Così le "droghe da ricetta" hanno fatto boom.

di Federico Cella

È la più completa diagnosi mondiale sulla diffusione di droghe. Eppure il Rapporto 1998 che l?International Narcotics Control Board (Incb), l?organismo Onu preposto al controllo e all?informazione sulla diffusione dell?abuso e del traffico delle droghe nel mondo, ha presentato nei giorni scorsi è stato ignorato dagli organi di informazione italiani. Un silenzio ?stupefacente?, visto anche lo spazio dedicatogli dai giornali stranieri. Ma analoga mancanza d?attenzione è stata destinata dai media italiani al Convegno (organizzato a Roma!) sulla convenzione Onu contro la criminalità organizzata, convegno che ha dato le cifre del traffico mondiale di droga. Il reddito annuale ottenuto dal traffico di sostanze stupefacenti è stimato a circa 400 miliardi di dollari, l?8 per cento del commercio internazionale. Cifre impressionati, che fanno da sfondo alle tematiche rilevate dal Rapporto Incb sui nuovi trend mondiali di diffusione e consumo di sostanze psicoattive. In queste pagine vi rendiamo conto del rapporto. Fra “downers” e “uppers” Non per forza solo droghe, nell?accezione tradizionale del termine: l?Onu sottolinea con preoccupazione la diffusione delle droghe ?da ricetta?, farmaci non illeciti ma pericolosi, che i medici occidentali prescrivono con sempre maggior facilità, nonostante i rischi di abuso e dipendenza. Un caso di ?sovra-prescrizione?? Il consumo giornaliero di morfina, codeina e derivati oppiacei è quasi cento volte maggiore nei Paesi industrializzati rispetto a quelli in via di sviluppo (17.450 dosi giornaliere per milione di abitanti contro 184). Mentre l?Europa si distingue come maggior consumatore mondiale di medicine anti-stress (?downers?), le Americhe dominano il mercato degli stimolanti (?uppers?). In alcuni Paesi europei addirittura il 10% della popolazione fa uso di medicinali antistress (benzodiazepina), legali ma dall?alto potenziale di abuso e dipendenza. In particolare il Rapporto sottolinea come sia la fascia d?età sopra i 65 anni ad avere il maggiore e prolungato consumo, in accordo con il medico: una tendenza determinata secondo l?agenzia Onu dal cambiamento della routine quotidana e dal crescente isolamento. Opposta appare la situazione negli Usa, dove è in forte incremento l?uso di stimolanti tipo amfetamine, utilizzate nelle diete. Ma la novità viene dai medicinali a base di metilfenidato, come il Retalin, prescritti per trattare il Deficit da attenzione e i Disordini da iperattività nei bambini, farmaci di cui negli Usa si consuma più dell?85% del totale mondiale. Un fenomeno che riguarderebbe il 30-40% degli studenti, spronati chimicamente per ottenere migliori risultati. Cresce la “cultura dello spinello” Aumenta il consenso per hashish e marijuana, i derivati dalla cannabis con elevato contenuto di Thc (tetraidrocannabinolo), una diffusione, supportata, secondo gli esperti Onu, da ricerche più o meno scientifiche sulla bassa pericolosità dele droghe leggere e dai movimenti di liberalizzazione. «Non mi pare che si possa imputare l?aumento della diffusione delle droghe leggere ai movimenti per la legalizzazione, o la depenalizzazione», spiega però il professor Riccardo C. Gatti, responsabile del servizio Tossicodipendenze dell?Asl Città di Milano. «Certo, c?è un problema culturale: l?uso di droghe è sempre meno condannato; ma sono anni che proibizionisti e antiproibizionisti si accusano a vicenda di essere la causa della diffusione delle droghe. Il fatto è che si diffonderebbero anche senza i due movimenti; sarebbe meglio pensare davvero a prevenzione e terapia, invece». Comunque sia la cultura dello spinello è sempre più diffusa, e aumentano le coltivazioni di cannabis: da 670 mila a 1 milione e 800 mila ettari nel mondo, per circa 500 mila tonnellate di marijuana e hashish. «L?uso di derivati dalla canapa è ormai esteso a diversi classi d?età e sociali», dice Gatti. «Un uso che definirei sempre più simile a quello dell?alcol, quasi alimentare nel senso che il consumatore non cerca un?alterazione mentale, ma solo un moderato benessere. Un costume che non ha neanche più le caratteristiche della trasgressione. Sulla reale pericolosità, io sostengo che lo sia qualsiasi sostanza inquinante del nostro sistema neuronale, anche se bisogna dire che è raro che mi capiti qualcuno con dei problemi a seguito dell?assunzione di sostanze che contengono Thc. Si tratta però di sostanze inquinanti che causano cali di attenzione o di memoria; e lo dico soprattutto per gli studenti, i giovani, tra i quali c?è la maggiore diffusione: non è furbo giocare con le cellule del proprio cervello, soprattutto quando questo è ancora in formazione». L’Est, roccaforte dei trafficanti In molti Paesi dell?Est europeo, si evidenzia nel Rapporto, sono ancora allo studio leggi adeguate per la prevenzione di traffico e diffusione delle droghe. Una situazione di poco controllo che ha permesso una notevole diffusione dell?uso, ma anche della produzione e del traffico delle droghe illegali. Caso esemplare l?Albania, Paese che non ha firmato alcuna convenzione internazionale sul tema, diventando una roccaforte dei trafficanti. Vuoto legislativo, dunque, ma anche recessione economica hanno reso i Paesi dell?Est protagonisti nel traffico mondiale di droga. Bulgaria, Ungheria, Romania sono diventati veri centri di stoccaggio e distribuzione, soprattutto di eroina. E proprio gli oppiacei stanno affiorando come un grave problema sociale, soprattutto in Ucraina e Russia, dove si ha una notevole produzione casalinga di papaveri da oppio. E le droghe da iniezione hanno anche portato a una rapida diffusione del virus dell?Hiv. Ma la produzione non si limita ai soli oppiacei: in più di un milione di ettari nel sud della Federazione russa cresce spontaneamente la cannabis, coltivata in 100 mila ettari in Ucraina. Una produzione che ora vede diffondersi laboratori clandestini per la produzione ?casalinga? di droghe sintetiche, soprattutto derivati dall?efedrina, ma anche di amfetamine e pastiglie di Ecstasy. Ero e coca sbarcano in Africa Anche nei Paesi in via di sviluppo, e in particolare in Africa, il Rapporto evidenzia problemi riguardo alle droghe da ricetta, ma la situazione è inversa: non si tratta di sovra, ma di sotto-prescrizione. In molti Paesi africani la poca disponibilità di farmaci (soprattutto tranquillizzanti e analgesici) disponibili per vie legali, e il carente funzionamento degli apparati sanitari, hanno portato alla crescita di mercati paralleli illegali destinati a servire sia i veri malati sia chi abusa delle sostanze. Comunque sia, il mercato africano dei medicinali psicoattivi è quasi completamente privo di controllo medico. La situazione del traffico di stupefacenti in Africa è ulteriormente peggiorata dal sempre maggiore utilizzo delle città e dei porti locali come vie di passaggio – relativamente tranquille – per l?eroina (dall?Asia) e la cocaina (dal Sudamerica) verso l?Europa. E infatti anche l?uso di queste sostanze, prima quasi nullo nel Continente, si sta rapidamente diffondendo. Ma il problema maggiore per molti Paesi africani (e anche sudamericani) rimane legato all?abitudine di ?sniffare? solventi volatili da parte dei molti bambini di strada. Un dato lascia sbalorditi: in Sudafrica nove bambini su dieci utilizzano regolarmente queste sostanze.


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