Welfare

Livia Turco controcorrente

"Non si parla con chi non esiste".

di Ettore Colombo

Livia Turco non ci crede al dialogo bipartisan sulle materie del sociale. E lo dice secca: «La cosa non mi rallegra: sono una sostenitrice del dialogo politico e istituzionale,ma con questo governo non vi sono spiragli sul sociale». Perché? «Il ministero del Welfare e quello della Sanità non esistono più, esiste solo il ministero Tremonti che su queste materie non ha intenzione di dialogare. Non c?è un solo provvedimento in materia sociale del governo che sia stato sottoposto all?attenzione delle Camere. Su che cosa avremmo dovuto dialogare?», incalza l?ex ministra, oggi responsabile welfare dei Ds. «Abbiamo chiesto di discutere la legge sul reddito minimo d?inserimento ed è stata cancellata dal calendario dei lavori. Abbiamo fatto una proposta seria sul fondo per la non autosufficienza, che aveva il consenso anche dei parlamentari del centrodestra, e il governo ha messo la fiducia per impedirne la votazione solo perché introduce una tassa di scopo per reperire le risorse necessarie, fatto che sarebbe andato in contrasto con l?ideologia del ?meno tasse per tutti?. Dovrei dialogare sul ddl Fini sulle droghe? Su quello Prestigiacomo sulla prostituzione o su quello della Burani Procaccini sulla salute mentale? Follie. Per non dire della Bossi-Fini, che presto sarà bocciata dalla Corte costituzionale. O di bonus ai figli e nidi aziendali: quattro soldi e dati male. Meno male che Maroni ha dovuto destinare un po? di fondi per le politiche sociali alle Regioni. Almeno loro, per pochi che sono, sapranno come gestirli, ma il suo ministero è come non esistesse».


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