Non profit
L’Italia sparisce
Nella finanziaria il 79% dei tagli del Mae riguarda la cooperazione internazionale
Il bilancio del ministero Affari esteri si contrae di ulteriori 185 milioni di euro. E il 79% dei tagli riguarda la Cooperazione allo sviluppo.
E’ un Mae ancora più debole quello che esce dalla legge Finanziaria 2011. Cifre e tabelle descrivono un governo che, nonostante le promesse fatte durante gli ultimi vertici internazionali, rinuncia a giocare un ruolo nell’Aiuto pubblico allo sviluppo.
La scure si è abbattutta in particolare sulla legge 49/87, quella che regola la cooperazione allo sviluppo: sono ufficialmente disponibili 179 milioni di euro nel 2011, ma al netto di impegni pregressi e delle spese di gestione del Ministero degli Affari Esteri si scende sotto i 100 milioni di euro.
Le organizzazioni non governative riunite nel newtork “Cini” evidenziano che si tratta di una ulteriore riduzione del 45% rispetto a quanto approvato in gennaio. Sono stati tagliati altri 30 milioni di euro: la manovra d’inizio estate tagliava circa 20 milioni di euro (il taglio lineare del 10% a tutte le amministrazioni), poi la legge di bilancio 2011 elaborata internamente al Ministero Affari Esteri (MAE) ha proposto un’ulteriore riduzione di 10 milioni di euro. Rispetto al 2010 il bilancio complessivo del MAE si contrae di 185 milioni di euro – il 79% dei tagli è stato fatto ricadere sulla Cooperazione allo Sviluppo.
«L’Italia sta rinunciando a giocare il suo ruolo nella comunità internazionale» afferma lapidario Stefano Piziali, portavoce di Link 2007, network che riunisce alcune delle principali ong attive in Italia. «Come potrà il nostro governo presentarsi al G20 ed essere ancora ritenuto credibile?».
Di fronte al mancato versamento della propria quota a fondi come il Global Fund per la lotta all’Aids era stato annunciato «un graduale piano di rientro» dell’Italia per adempiere ai propri impegni. Ma anche qui è tutto in forse e in fase di contrattazione. La Direzione generale per la Cooperazione della Farnesina, con a capo Elisabetta Belloni ha fatto sapere di stare «trattando» con Palazzo Chigi il «piano di rientro» perche’ l’Italia cominci a versare al piu’ presto quei 260 milioni di euro che deve al Fondo Globale contro Aids, malaria e tubercolosi per gli anni 2009-2010.
«Anche la Belloni ha detto più volte che l’Italia si sta giocando le ultime possibilità per essere credibile sul piano internazionale» afferma Piziali. «Il G20 è per così dire una creatura italiana, ma anche in questo ambito, oltre che in quello diplomatico, l’Italia rischia di perdere credibilità in modo irrimediabile».
Di fronte a questa situazione, le ong stanno assumendo posizioni e strategie diverse. «C’è chi ormai ha rinunciato a ritenere il Mae un attore di riferimento con una visione per il futuro» afferma Piziali, «e spera che almeno ripiani i suoi debiti con le ong, che ammontano a 30 milioni di euro, per progetti approvati e realizzati ma il cui contributo del ministero non è mai arrivato. Qualcuno pensa che all’interno del governo ci sia qualche voce attenta con la quale vale ancora la pena di interloquire. Ma è l’indirizzo politico che manca, il fatto di non ritenere la cooperazione una parte essenziale della politica estera del nostro Paese, in contraddizione con quello che avviene nel resto del mondo. Persino l’Irlanda, che ha una situazione finanziaria difficile, ha tagliato i fondi dell’Aps meno dell’Italia».
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