Famiglia

L’Italia saluta un poliziotto molto “sociale”

Oltre 50mila persone hanno reso l'ultimo saluto a Nicola Calipari, un poliziotto cui anche il mondo delle associazioni ha voluto rendere omaggio

di Riccardo Bonacina

L’ operato di Nicola Calipari e’ stato sempre attento al rispetto delle persone e soprattutto improntato ad una grande sensibilita’ ed attenzione ai piu’ deboli. Così lo ricordo quando collaborai con lui durante gli anni del quotidiano televisvo su Raidue “Il Coraggio di vivere”. Un quotidiano che era diventato la voce tv dell’associazionismo e dei senza voce. Molte pagine di quel racconto televisivo non sarebbero neppure state pensate senza l’aiuto intelligente e sensibile e senza la colaborazione di Niciola Calipari allora capo della Mobile a Roma, tra il 1992 e il 1994. Cosi’ lo ricordano oggi, nel giorno dell’ultimo saluto, anche i funzionari comunali e i rappresentanti delle associazioni, oggi sconvolti alla notizia della sua morte, che con lui hanno avuto rapporti mentre era dirigente dell’Ufficio Stranieri della Questura di Roma, dal marzo 2001 all’agosto 2002. Nicola Calipari – a giudizio praticamente unanime delle associazioni del settore e dei funzionari degli uffici comunali – e’ stato il primo dirigente a istituire una regolarita’ di incontro e consultazione, con gli enti di tutela ed assistenza degli stranieri immigrati. Inoltre, secondo le associazioni, ha gestito il ”dopo 11 settembre”, sforzandosi di evitare che a Roma si sviluppasse quella ”caccia allo straniero” che si e’ verificata altrove. In particolare si deve a lui l’avvio dell’ applicazione, a Roma di quell’articolo della Legge Turco-Napolitano, che prevede la concessione del permesso di soggiorno alle donne straniere soggette a schiavitu’ e costrette alla prostituzione che collaborano con le forze dell’ordine, denunciando i loro sfruttatori. ”Calipari – ricordano all’assessorato capitolino alle politiche sociali – si e’ prodigato per la concessione dei primi permessi di soggiorno, intrattenendo un continuo rapporto con gli uffici comunali del progetto Roxanne (quello dedicato alle donne ridotte in schiavitu’ e costrette a prostituirsi) e con le associazioni che lavorano con il Comune come i vari ”sportelli” e le ”unita’ di strada’. I funzionari comunali ricordano ”la sua competenza, la sua sensibilita’ e soprattutto la sua disponibilita’ ad ascoltare, nonche’ la capacita’ e la determinazione nel trovare soluzioni che tutelassero queste donne e ne permettessero il percorso di reinserimento sociale”. Nello stesso periodo partiva a Roma l’applicazione del primo Piano Nazionale Asilo, volto a creare una rete nazionale di accoglienza per i richiedenti asilo politico. Anche in questo caso e’ unanimemente riconosciuto a Calipari un ruolo chiave, nei rapporti con l’associazionismo, come rilevato dal Cir (Centro italiano rifugiati) e nell’applicazione delle norme previste per i rifugiati e richiedenti asilo. In quel periodo, lo ha incontrato in numerose riunioni anche l’assessore Raffaela Milano, che ha detto di averne sempre raccolto ”la disponibilita’ ad ascoltare e a migliorare i servizi dell’Ufficio stranieri della Questura”.


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