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L’Italia riduce i fondi per l’aiuto allo sviluppo. Ma i dati non sono tutti trasparenti
Per il secondo anno consecutivo, l'Italia ha diminuito i fondi per l'aiuto allo sviluppo, ma nel frattempo - anche se diminuisce il numero degli sbarchi - destina 1,6 miliardi per la «spesa rifugiati» in Italia
di Marco Dotti
È uscito un nuovo dossier di Openpolis e Oxfam. I dati sono allarmanti. Per il secondo anno consecutivo diminuiscono i fondi italiani destinati all’aiuto pubblico allo sviluppo.
Una situazione che registra – i dati sono ripresi dal dossier Cooperazione Italia 2020 – oltre 1 miliardo di euro in meno di aiuti dal 2017 al 2019. A fronte di questo dato, però, il Ministero dell’Interno sono stati inotlre stanziati 1,67 miliardi per la “spesa rifugiati” in Italia. Questo nonostante il drastico il calo degli sbarchi. Un'incongruenza evidente.
Dall’analisi condotta da Openpolis e Oxfam nel nuovo dossier Cooperazione Italia 2020, tra declino e un futuro incerto, scende a 0,22% il rapporto tra aiuto pubblico allo sviluppo e reddito nazionale lordo raggiunto dall'Italia nel 2019. Una inarrestabile e pericolosa discesa in termini reali, che fa segnare un – 11,8% tra il 2018 e il 2019.
“L'Italia, come tutti i paesi del comitato Ocse Dac, si era nuovamente impegnata a raggiungere quota 0,7% aps/rnl per centrare l’obiettivo dell’Agenda 2030 a questo dedicato. – ha detto Francesco Petrelli, portavoce di Oxfam Italia – Un impegno che cerca di rivitalizzare una promessa del tutto disattesa dalla maggior parte dei paesi donatori. Il nostro paese, come altri, si era però posto anche un obiettivo intermedio che consisteva nel raggiungere lo 0,30% entro il 2020. Un traguardo raggiunto momentaneamente nel 2017 ma a cui, per 2 anni consecutivi, è seguita una forte riduzione che nel 2019 ha riportato il rapporto aps/rnl ai livelli del 2015. Scendiamo così nella classifica dei paesi Ocse Dac, passando dal 18° al 19 posto”.
Ma c'è di più. Il Rapporto segnala la «gestione opaca» dei dati da parte del Ministero degli Interni, poiché in sede legge di bilancio 2020-21gli importi indicati dal Ministero dell’Interno per il settore della cooperazione risulterebbero s ampiamente sovrastimati.
Nel 2019 sono stati stanziati 1,67 miliardi di euro per la voce di spesa “rifugiati nel paese donatore” – cifra molto simile a quella prevista nel 2018 e 2017 – nonostante il drastico calo degli sbarchi, passati da 120.000 nel 2017 a 23.000 nel 2018 e dimezzatasi ulteriormente nel 2019 (poco più di 10mila arrivi).
Gli aiuti allo sviluppo, al contrario, hanno ben altri scopi e finalità: la lotta alla povertà, lo sviluppo, il perseguimento degli obiettivi dell’Agenda 2030.
In particolare lo stanziamento negli anni di una componente dell’aps per i costi dei rifugiati risulta palesemente sovradimensionata rispetto all’evoluzione e ai numeri del fenomeno migratorio e quindi non giustificabile.
“Ci troviamo di fronte ad allocazione di fondi che entrano in bilancio come aps e che poi solo in parte sono ritenute dall’OCSE eleggibili e computabili nell’aiuto pubblico italiano. – aggiunge Petrelli – Questo fenomeno configura da un lato una profonda incoerenza a dall’altro una gestione opaca da parte del Ministero dell’Interno”.
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