Welfare
«L’Italia respinge i minori non accompagnati»
Un duro rapporto di Human Rights Watch sostiene che le autorità di frontiera italiane respingano verso la Grecia anche gli immigrati richiedenti asilo e i ragazzini soli, violando la legge. E oltre Adriatico li aspetta l'inferno
Rispediti al mittente. E' questo il titolo di un duro report pubblicato oggi da Human Rights Watch, che accusa l'Italia di rimandare sommariamente indietro, in Grecia, i bambini migranti non accompagnati e i richiedenti asilo adulti, lasciandoli in balìa di un sistema di asilo che non funziona (quello greco, secondo l'organizzazione) e di condizioni detentive disumane.
In base alle informazioni raccolte da Hrw, che ha intervistato 29 bambini e adulti che dai porti italiani sono stati respinti in Grecia, i migranti che vengono scoperti aver viaggiato clandestinamente sui traghetti che arrivano dalla Grecia vengono rispediti indietro dalle autorità di polizia italiane in poche ore, anche se sono bambini di appena 13 anni, senza che ne vengano presi in adeguata considerazione i particolari bisogni in qualità di bambini o di richiedenti asilo.
Il rapporto di 45 pagine, il cui titolo completo è “Rispediti al mittente: le riconsegne sommarie dall’Italia alla Grecia dei minori stranieri non accompagnati e degli adulti richiedenti asilo”, punta il dito contro "la mancanza di screening appropriati a identificare le persone bisognose di protezione" nelle procedure della nostra polizia di frontiera nei porti di Ancona, Bari, Brindisi, Venezia. Va ricordato che un tale comportamento, se effettivamente provato, costituisce una violazione delle leggi italiane, che invece accordano protezione ai richiedenti asilo e prevedono cautele e procedure particolari nei confronti dei minori non accompagnati. Human Rights Watch ha incontrato 13 bambini di età comprese fra 13 e 17 anni che sono stati rimpatriati sommariamente verso la Grecia. A nessuno di loro era stato concesso un tutore o l'assistenza dei servizi sociali, come previsto dalle leggi italianee internazionali.
“Ogni anno centinaia di persone rischiano di morire o di rimanere gravemente feriti nascondendosi sotto camion e macchine imbarcate sui traghetti che attraversano l'Adriatico”, ha detto Judith Sunderland, ricercatrice senior per l'Europa occidentale di Human Rights Watch. “Troppo spesso l'Italia li rispedisce immediatamente verso la Grecia, ignorando le condizioni spaventose che i migranti incontreranno là”.
Il problema, infatti, riguarderebbe la situazione che i migranti incontrano una volta tornati al di là dell'Adriatico e ancora prima, in navigazione. Affidati ai capitani dei traghetti commerciali – sostiene Hrw – adulti e anche bambini "vengono detenuti in celle improvvisate o nelle sale macchine delle navi durante il viaggio di ritorno in Grecia, a volte senza ricevere cibo adeguato". "Una volta ritornati in Grecia", continua il rapporto, "i bambini non accompagnati e i richiedenti asilo, come tutti i migranti, sono esposti agli abusi delle forze dell'ordine, a condizioni di detenzione degradanti, e a un ambiente ostile pervaso di violenza xenofoba".
Sebbene la politica ufficiale del governo italiano sia di concedere il beneficio del dubbio a chi affermi di essere un minore non accompagnato, la ricerca di Human Rights Watch indica che tale politica non viene sempre applicata. Solo uno dei ragazzi intervistati da Human Rights Watch ha dichiarato di essere stato sottoposto a una radiografia del polso per determinarne l'età. Un altro ragazzo, Ali M., è stato rimpatriato senza che ne venisse accertata l'età: “Ho detto loro che avevo 15 anni, non mi hanno ascoltato. Mi hanno portato in biglietteria e poi sulla nave”.
Anche le riconsegne sommarie dall’Italia alla Grecia dei migranti adulti senza dargli la possibilità di richiedere asilo violano le leggi italianee internazionali, afferma Human Rights Watch. "L'Italia ha senza dubbio il diritto di applicare le proprie leggi sull'immigrazione", si sottolinea nel rapporto, "ma ai richiedenti asilo si deve concedere di potere esercitare il loro diritto di presentare domanda di asilo, e nessuno dei respinti deve essere messo a rischio di subire abusi". Secondo la Polizia di frontiera di Bari, solo a 12 dei quasi 900 migranti irregolari scoperti al porto fra il gennaio 2011 e il giugno 2012 è stato concesso di rimanere in Italia. A nessuna delle persone intervistate è stato concesso l'accesso alle organizzazioni non governative e nemmeno a informazioni sul loro diritto di avanzare domanda di asilo. Solo 7 di loro avevano ricevuto il beneficio dell'assistenza di un interprete.
Prove schiaccianti dei problemi cronici del sistema di asilo e delle condizioni nei luoghi di detenzione in Grecia hanno portato a sentenze storiche delle corti europei per ostacolarele riconsegne a quel Paese eseguite in base al regolamento Dublino II, che in generale prevede che ogni domanda di asilo venga esaminata dal primo Paese di ingresso nell'Unione Europea. Numerosi Paesi dell'UE hanno conseguentemente sospeso i ritorni verso la Grecia, ma non l'Italia.
La Corte europea dei diritti umani dovrebbe presto emettere una sentenza sul caso Sharife contro l'Italia e la Grecia, riguardante la riconsegna sommaria, avvenuto nel 2009, di 25 adulti e 10 bambini che sostengono che il ritorno fosse in violazione del loro diritto alla vita e alla protezione contro la tortura e i maltrattamenti. Il Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa Nils Muižnieks e il Relatore speciale dell'ONU per i diritti dei migranti François Crépeau, hanno già raccomandato all'Italia di sospendere con urgenza i rimpatri sommari verso la Grecia.
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