Famiglia

L’Italia punta sui nonni, ma dimentica i figli

Nella Ue nessuno spende meno di noi per la maternità

di Benedetta Verrini

L’Italia fanalino di coda in Europa per le spese destinate a famiglia e maternità. Nel 2009 è stato l’1,4% del Pil contro una media europea dello 2,1. In compenso l’Italia è in testa alla voce spese per la vecchiaia, con il 13,1%, contro una media del 10%. Sono i numeri resi noti dalla Relazione generale sulla situazione economica del Paese relativa al 2009.
Paola Menetti, presidente di Legacoopsociali, ha analizzato i dati. Spiega: «Purtroppo non ci sorprendono e sono piuttosto la conferma ufficiale di quanto più volte abbiamo sottolineato. La spesa sociale italiana, oltre che caratterizzata da evidenti squilibri al proprio interno, continua ad essere gravemente inadeguata rispetto ai bisogni delle persone e delle famiglie, e sottodimensionata in modo preoccupante rispetto agli standard europei».
È il paragone con i Paesi europei fornito dalla stessa Relazione (e relativo al 2007) a confermare drammaticamente questa condizione. In quell’anno, con l’1,2% (un dato ancora più basso di quello 2009), l’Italia era ultima in Europa, insieme a Spagna e Portogallo, lontana non solo dai Paesi scandinavi (3,7% in Danimarca, 3% in Svezia), ma anche dalla Francia (2,5%) e dalla Germania (2,8%).
Una situazione paradossale per un Paese che sociologicamente e culturalmente ha sempre fatto perno proprio sulla famiglia. «Gli effetti della crisi rendono urgente ed evidente la necessità di un vero investimento sociale per lo sviluppo di politiche orientate a sostenere in concreto le responsabilità di persone e famiglie», spiega la Menetti. A partire da cosa? «A partire da un robusto sviluppo di una più adeguata, trasparente e sostenibile rete di servizi concretamente disponibili e fruibili per persone e famiglie, orientata al territorio e in una cornice piena e matura di sussidiarietà».
Ma le azioni concrete stanno andando in un’altra direzione. «Mentre si continua ad affermare il valore e la centralità della famiglia», incalza Paola Menetti, «sempre più le famiglie concrete, ed in primo luogo quelle più deboli e a rischio di esclusione sociale, si ritrovano sole». Non è un caso che Gianni Alemanno, sindaco di Roma ed esponente di punta dell’ala “sociale” della maggioranza, abbia voluto rimettere le cose in chiaro alla vigilia della verifica politica con i finiani. «Il quoziente familiare fa parte del documento che abbiamo votato tutti quanti come vertice del Pdl», ha detto, «cioè del documento programmatico con cui si va alla verifica. Sta a noi politici, ora, passare dalla promessa elettorale alla riforma effettiva».
Intanto si avvicina la Conferenza nazionale sulla Famiglia voluta dal governo (si terrà dall’8 al 10 novembre a Milano). Conclude la Menetti: «Auspichiamo possa essere l’occasione perché alle analisi dell’esistente ed alle descrizioni di scenario e di “visione” (molte delle quali abbiamo trovato peraltro convincenti e condivisibili) possa finalmente connettersi la coerente delineazione di un concreto percorso di politiche e di azioni. Il nostro contributo, come cooperazione sociale, andrà in questa direzione».

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