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L’Italia peggio dell’Albania
La presenza femminile in Italia mortificata soprattutto nel settore dell'economia e della politica
di Redazione
Dopo l’Uzbekistan e prima della Russia. Per l’esattezza al 59° posto della classifica stilata da Newsweek. Che l’Italia non se la passasse bene era evidente, ma questa volta a farla scivolare lontano dai primi posti – dove ci si aspetterebbe (auspicherebbe) di trovarla – è stata la situazione della donna. Su una scala da 1 a 100, il Bel Paese marca male soprattutto in politica (54,3) e in economia (62,7), contro l’83,2 ottenuto in rapporto al rispetto dei diritti, il 94,9 nel trattamento sanitario e il 95,8 nell’educazione. Come diceva Giorgio Gaber «peggio che da noi, solo l’Uganda», che per la cronaca ricopre il 122° posto.
Per stilare la classifica, il noto settimanale ha utilizzato fonti di prim’ordine: Unesco, Nazioni Unite, Organizzazione mondiale della sanità, Osce, banca mondiale e Forum mondiale economico: la graduatoria finale è stata quindi redatta analizzando cinque diversi settori della società come per l’appunto: giustizia, salute, educazione, politica ed economia.
In particolar modo, per quanto riguarda quello dell’economia e della politica – veri e propri “talloni di Achille” che hanno non poco penalizzato la penisola – Newsweek ha verificato che le donne potessero lavorare in tutti i settori industriali, la loro percentuale nella forza lavoro, le quote rosa in posizioni dirigenziali, e la percentuale di presenze femminili in parlamento.
Ai primi posti, invece: Islanda, Svezia, Canada, Danimarca, Finlandia, Svizzera, Norvegia, Stati Uniti, Australia e Olanda. Fra i peggiori, dal 155° al 165° posto: Sudan, Etiopia, Pakistan, Niger, Isole Solomon, Mali, Repubblica democratica del Congo, Yemen, Afghanistan e Chad: Quest’ultimo ha ricevuto un punteggio complessivo ben poco lusinghevole: 0.
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