Formazione

L’Italia leader nella cooperazione interuniversitaria del mediterraneo

Lo ha detto Letizia Moratti, ministro dell'istruzione, università e ricerca

di Carmen Morrone

‘L’Italia, con Catania 2, si conferma leader della cooperazione interuniversitaria nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, dell’Università, della Ricerca, Letizia Moratti oggi a Catania dove ha partecipato alla conferenza tecnica ‘Catania 2. Spazio Euro-Mediterraneo di alta formazione e ricerca’, alla quale hanno partecipato 140 tra rettori, responsabili delle politiche universitarie ed esperti in rappresentanza di 52 università di 20 paesi. ”Il processo di Catania -ha aggiunto il ministro Moratti- attraverso il metodo della cooperazione interuniversitaria ed intergovernativa, è diventato in poco piu’ di un anno strumento di potenziale forte innovazione delle nostre politiche dell’istruzione la formazione e la ricerca. Oltre 50 università ed enti di ricerca dell’area mediterranea -ha evidenziato- sono da oggi collegati in un nuovo partenariato che metterà in rete pratiche didattiche ed esperienze di ricerca”.
Le intese formalmente raggiunte a quelle avviate a Catania tra le università italiane di Lecce, Milano, Pavia, Roma, Siena, e quelle di Casablanca, Creta, Cairo, Ankara, Damasco, Tunisi, dei Territori palestinesi, nei settori delle nanotecnologie, del e-business management, dell’agroalimentare, dello studio dei rischi sismici, dell’archeologia e dei beni culturali, della cooperazione allo sviluppo, testimoniano, si legge in una nota, il fondamentale ruolo di cerniera che le università svolgono con il mondo della ricerca. ”L’integrazione tra università e ricerca -ha spiegato Letizia Moratti nel suo intervento- ricompone anche all’interno del processo di Catania la necessaria e imprescindibile unitarietà della filiera della conoscenza alla quale le nostre politiche sono costantemente ispirate. Tutto cio’ -ha osservato- ci permetterà di destinare alla cooperazione interuniversitaria nella nostra area importanti finanziamenti. Per didattica e ricerca abbiamo già previsto di destinare, entro breve, 10 milioni di euro per il finanziamento di progetti specifici come quelli che sono stati qui oggetto di intesa”
Un altro grande progetto che ha preso forma a Catania, si legge in una nota, è quello di lanciare un sistema di università euro-mediterranee a distanza per vitalizzare ed estendere i risultati già ottenuti ed il consenso politico-istituzionale generato dal progetto ‘Med net’U’. L’università euro-mediterranea a distanza, continua nota, è costituzione da una piattaforma di rete basata anche sulle tecnologie satellitari bidirezionale che permetteranno la diffusione di contenuti sia per televisione che attraverso internet, una piattaforma didattica multilingua ed un canale televisivo satellitare dedicato interamente a lezioni accademiche (arabo, francese, inglese, italiano e spagnolo). E’ il primo canale satellitare per la formazione in lingua araba. ”Questi importanti risultati -ha sottolineato il ministro Moratti- sono la conferma della giustezza del metodo aperto, ‘bottom up’, che abbiamo deciso di adottare un anno fa. Allora riuscimmo, grazie ad una prima convenzione tra la scuola in scienza e tecnologia dei media di Tunisi e l’università di Pavia, a creare il primo avamposto capace di attivare un’effettiva mobilità di studenti tra le due rive del Mediterraneo”
Il ministro Moratti ha inoltre osservato come a Catania non sia soltanto ”partito l’allargamento a tutta l’area magrebina di quella sperimentazione, ma nascono anche sei nuovi nodi della rete dell’alta formazione che coinvolgono molte università e ben sei paesi”. Concludendo il suo intervento il ministro ha insistito sulla valenza del Processo di Catania: ”Lo sforzo scientifico e tecnologico deve essere all’altezza della sfida che ci pongono le tensioni culturali, religiose e sociali. C’è una stretta relazione tra gli elementi virtuosi, non sempre efficacemente governati, del nuovo ciclo di globalizzazione e l’intensità delle resistenze legate al confronto tra identità politiche e culturali”. ”Settecento milioni di abitanti dell’area mediterranea -ha proseguito il ministro- che nel 2010 diventerà una grande zona di libero scambio, attendono che il loro futuro di coesistenza non sia legato unicamente alle dinamiche dei mercati in fase di progressiva integrazione. A tutti loro dobbiamo offrire una prospettiva legata allo sviluppo, al benessere e alla qualità della vita così come al rispetto delle diversità culturali e alla solidarietà verso i più deboli. Il mio sogno -ha concluso la Moratti- è che un giorno si arrivi a dare ad ogni uomo e donna nell’area euro-mediterranea un passaporto dell’istruzione e della formazione’.

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