Politica

L’Italia lascia all’Onu un pugno di mosche

Cooperazione. Tagliati tutti gli aiuti a Unicef, Fao, Oms, Ancur e Undp

di Paolo Manzo

Si abbatte la scure della Finanziaria 2006. Alla Farnesina restano da spendere 68 milioni di euro che però, come spiega una fonte di Vita, rischiano di essere ?virtuali?. Le Nazioni Unite faranno cambiare idea all?Italia? Undp- Programma di sviluppo delle Nazioni Unite, meno 15 milioni di euro; Unicef, meno 12 milioni di euro; Fao, meno 10 milioni di euro; Acnur – Alto commissariato per i rifugiati, meno 9 milioni di euro. La svolta, figlia dei tagli in Finanziaria 2006, alla fine c?è stata anche sull?aiuto multilaterale e l?ha sancita il 16 febbraio scorso la riunione del Direzionale del ministero degli Esteri che ha stanziato appena 52 milioni di euro. Una svolta che traspare chiara dai numeri, impietosi, snocciolati da nostre fonti: rispetto alle erogazioni stabilite il 16 marzo 2005 dal primo Direzionale dell?anno scorso, sono 84,3 i milioni in meno che l?Italia ha investito negli organismi internazionali che si occupano di lotta alla fame, accoglienza dei rifugiati, infanzia, povertà. In una parola: gli Obiettivi del Millennio delle Nazioni Unite per quest?Italia di fine legislatura sono più che mai un optional e, a questo punto, anche il finanziamento promesso per il Fondo globale contro Aids, tbc e malaria lanciato da Silvio Berlusconi al G8 di Genova, rischia di trasformarsi in una ?scatola vuota? per il nostro paese. «Tagliare le risorse base dell?Unicef significherebbe privare milioni di bambini di aiuti concreti e della speranza nel futuro». Dopo questo comunicato emesso il 20 febbraio, la portavoce di Unicef Italia Donata Lodi spiega a Vita la strategia dei prossimi mesi: «Siccome già in passato è accaduto che il governo italiano annunciasse tagli ma in realtà ?recuperasse? dopo, la nostra sede di New York ritiene che l?Italia tornerà a essere uno dei principali sostenitori, come sempre, ma il taglio è pesante». Insomma, quelli di Unicef Italia ci sperano ma sono molto preoccupati, anche perché, al pari di tutte le agenzie delle Nazioni Unite, non hanno finanziamenti in quota fissa dal bilancio Onu come, per esempio, la Fao. «Preoccupata» è anche Laura Boldrini, portavoce dell?Alto commissariato Onu per i rifugiati, perché «in passato i fondi potevano anche arrivare in ritardo, ma non era mai accaduto che fossero azzerati». Probabilmente Unicef, Acnur, Fao, Undp, Unesco e Oms sperano nei cosiddetti residui per le organizzazioni e le agenzie internazionali: in base al capitolo 2180 della Finanziaria 2006, infatti, ci sarebbero ancora «68 milioni di euro stanziati ma non spesi», spiega Iacopo Viciani, ricercatore di ActionAid International. Una speranza che, tuttavia, una fonte autorevole alla Farnesina spegne non appena la contattiamo: «Il deliberato in data 16 febbraio corrisponde al totale disponibile per i contributi volontari al multilaterale. Ciò che resta del capitolo 2180, in realtà, sarà usato dagli uffici territoriali per contributi a progetti». Tradotto con un esempio? «Se l?ufficio per l?Albania della Farnesina vuole costruire un ospedale aggirando le regole interne del paese recipient, lo fa tramite l?Img, l?International management group. Sembra multilaterale, ma non lo è». Anche se i 68 milioni di euro fossero ancora ?disponibili? come sperano a Unicef Italia, c?è da fare i conti con un problema di tempi: infatti, se i residui impegnati non saranno spesi entro il 3 dicembre, quando la ragioneria di Stato chiuderà il bilancio, quei milioni di euro ritorneranno nelle casse pubbliche. «E questo è un rischio che conosciamo benissimo perché da molti anni a questa parte ci fanno lo stesso scherzo: dichiarano dei soldi in tabella per non farsi accusare di aver azzerato i fondi, ma poi non li mettono tra quelli erogati», denuncia Raffaele Salinari, portavoce del Cini, il Coordinamento italiano network internazionali. Per Sergio Marelli, presidente dell?Associazione ong italiane, «il governo italiano invece di contribuire agli Obiettivi del Millennio va nella direzione opposta, tagliando su rifugiati, lotta alla fame, sviluppo, educazione, sanità e infanzia. Non finanziare più Unicef, Fao, Undp, Unesco e Oms vuol dire tagliare i fondi a tutte gli organismi multilaterali che lavorano per il raggiungimento di tutti quegli obiettivi». Di certo c?è che, a differenza degli altri anni, quest?anno i ?numeri? del Direzionale sono usciti assai prima della comunicazione ufficiale attraverso il Dipco, sorta di Gazzetta Ufficiale della Farnesina. E, con quest?anticipo, sono state indirettamente mobilitate le maggiori agenzie dell?Onu. La speranza è che la lobby (positiva) del multilaterale faccia aprire i cordoni della borsa al Tesoro, con uno stanziamento aggiuntivo rispetto al ?misero? capitolo 2180. Sarebbe un segnale politico (ed etico) assai importante per il governo che uscirà dalle urne il prossimo 9 e 10 aprile, qualunque esso sia.


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