Salute

L’Italia è pigra. Sono 24 milioni i sedentari

Lo rivela la ricerca “Gli italiani, lo sport e i valori sociali” patrocinata tra gli altri anche dal Coni che verrà presentata il 26 novembre a Roma

di Redazione

La pratica sportiva in Italia, in fondo al tunnel c’è un’ottimistica luce. È questa una delle riflessioni emerse dalla ricerca “Gli italiani, lo sport e i valori sociali”, che sarà presentata mercoledì 26 novembre, alle 10, presso la Sala d’Onore del Coni a Roma. Lo studio indaga il fenomeno della pratica sportiva nel Bel Paese ed approfondisce il ruolo dello sport come fattore di sviluppo sociale e civile.

La ricerca, tra i numerosi dati, mostra un trend inaspettatamente positivo: ben l’80% degli italiani è entrato in contatto con uno sport di qualunque tipo (ovvero che ancora pratica lo sport o lo ha praticato in passato) e il 38% del totale pratica lo sport con continuità. Se da un lato i dati sono positivi, dall’altro confermano anche l’allarme evidenziato da altri autorevoli studi che vedono l’Italia tra le Nazioni più pigre al mondo con circa 24 milioni di sedentari.

Oltre alla pratica sportiva, l’indagine è rivolta anche all’aspetto valoriale dello sport, al suo riconosciuto ruolo formativo, sociale e culturale, al rapporto con il tessuto produttivo e con la responsabilità sociale delle imprese. Lo sport è poi visto come occasione e contesto ideale per testare e superare i limiti individuali, dove i progressi tecnologici o farmacologici illeciti sono condannati con fermezza perché alterano la scala meritocratica.

Studio Ghiretti, società di consulenza in marketing e comunicazione sportiva, ed Errepi Comunicazione, agenzia specializzata nel settore della comunicazione del sociale, della cultura e della scienza, hanno promosso l’indagine in collaborazione con l’istituto di ricerca Ixè e Unindustria Lazio. La ricerca è patrocinata da CONI, CIP, CSI, Regione Lazio, Assessorato qualità della vita, sport e benessere di Roma Capitale e Gruppo Sportivo Fiamme Gialle.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.