Sostenibilità

L’Italia è la più cara Ma le bacchettate della Ue vanno a tutti

Paesi a confronto

di Redazione

253 euro all’anno (dato contestato dall’Abi) per un conto corrente. È il record continentale. In un panorama che in generale, secondo il commissario Kuneva, «delude le aspettative dei clienti»da Bruxelles, Alessio Pisanò
«Le banche commerciali deludono le aspettative dei loro clienti». Così Meglena Kuneva, commissario UE responsabile per i consumatori, ha commentato i risultati della recente indagine svolta dalla Direzione generale della Protezione dei consumatori sui servizi finanziari al dettaglio. Secondo la Commissione europea, infatti, ci sono molti problemi legati al modo in cui le banche informano e consigliano i loro clienti, per non parlare delle disparità dei prezzi tra i 27 Paesi membri. Informazioni troppo spesso di difficile comprensione, costi bancari opachi, problemi con la consulenza e un livello piuttosto basso di cambio di banche. Uno dei problemi principali è che per i consumatori è quasi impossibile sapere quanto pagano e confrontare offerte diverse. Basti pensare che per il 66% delle banche esaminate i costi erano talmente poco chiari che perfino gli esperti che hanno redatto la relazione hanno dovuto chiedere chiarimenti agli istituti stessi. Sempre secondo Meglena Kuneva, «vi sono ampie prove di violazioni dei principi fondamentali in materia consumeristica, violazioni che vanno da una struttura complessa dei prezzi a oneri nascosti e a informazioni poche chiare e incomplete». Quasi un terzo dei consumatori interpellati non è in grado di confrontare le offerte in materia di conti correnti. Le informazioni sui prezzi fornite online sono incomplete.
La Commissione ha anche pubblicato uno studio di una società di consulenza indipendente sui costi bancari nei 27 Paesi membri (Data collection for prices of current accounts provided to consumers) che analizza i dati di 224 istituti finanziari, fetta che ricopre l’81% del mercato bancario al dettaglio in termini di deposito. L’indagine è stata condotta da febbraio ad aprile 2009 utilizzando diverse fonti: la Banca centrale europea, banche centrali nazionali, studi di mercato ed associazioni di consumatori (vedi tabella nella pagina accanto).
Italia e Spagna, rispettivamente con 253 e 158 euro di costo annuale, si contendono il primato del conto corrente più salato d’Europa. Bulgaria e Portogallo, invece, sono tra i Paesi che assicurano spese ridotte per tutti i profili di clienti. Anche in Belgio e Olanda le spese bancarie sono relativamente basse, nonostante i costi annuali fissi abbastanza elevati. Questo penalizza chi non fa molte operazioni. Ciononostante, i costi delle transazioni restano bassi. Finlandia e Danimarca sono più convenienti quando vengono usati i profili europei.
I giudizi sulle banche nostrane hanno immediatamente innescato la risposta dell’Abi. «Il prezzo del conto corrente in Italia è di circa 100 euro, ben inferiore rispetto a quello diffuso a Bruxelles», ha spiegato il presidente dell’Abi, Corrado Faissola. Aggiungendo inoltre che «il costo di questo servizio è già inferiore ai 10 euro al mese e negli ultimi cinque anni ha visto anche una riduzione media di oltre il 27%». «Come al solito in Italia, quando si parla di cifre, ognuno tira fuori un numero diverso», ha commentato Paolo Fiorio, responsabile dell’Osservatorio credito e risparmio di MC. «Il quadro che emerge dalle indagini della Commissione, però, è chiaro. Nel nostro Paese ci sono diversi aspetti problematici nel rapporto tra consumatore e banche. Confidiamo che con l’introduzione delle nuove regole di trasparenza si possano risolvere almeno in parte». Dello stesso avviso anche il commissario Kuneva secondo cui «le banche devono mettere in ordine i loro affari e cambiare la loro cultura dei rapporti con i clienti. E le autorità degli Stati membri devono sovvenire ai loro obblighi facendo rispettare il diritto consumeristico UE».

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