Economia

L’Italia e il debito: il punto di Sdebitarsi

I tre "no" di Ruggero alla Camera.

di Redazione

Nel corso del recente dibattito parlamentare sul G8 il Ministro Ruggiero ha ribadito tre NO: NO alla cancellazione totale dei crediti di Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale; NO all?eliminazione del debito dei Paesi a medio reddito; NO all?istituzione dell?arbitrato. Sono tre NO che erano prevedibili sulla base del documento che il governo italiano (con continuità tra il gabinetto di centro sinistra e quelle di centro destra) porta al G8 si chiama in modo allarmante ?Oltre alla cancellazione del debito?, ovvero si ritiene la questione del debito risolta e conclusa. Dire no alla cancellazione dei crediti di Banca e Fondo è dire no alla cancellazione di circa il 40 per cento dei debiti dei paesi più poveri ed altamente indebitati. Misura che renderebbe immediatamente disponibili le risorse necessarie per combattere quelle malattie che uccidono nel mondo milioni persone, dalla diarrea all?AIDS. Il no all’allargamento dei paesi ammessi alla cancellazione e il no all?arbitrato per la soluzione della crisi del debito sono due pericolosi STOP alla legge italiana che su questi punti è chiara: anche ai paesi che non sono ?più poveri ed altamente indebitati? possono essere cancellati i debiti; il governo italiano deve chiedere l?intervento della Corte Internazionale di Giustizia per risolvere il problema dei rapporti diseguali fra creditori ed indebitati. Cosa fa l?Italia? Il Presidente Amato aveva dichiarato, parlando del documento ?oltre la cancellazione del debito? (Beyond debt relief) : ?Ma va bene. Conveniamo intanto su questo, che lo possiamo chiamare Debt Relief and Beyond, così c?è maggiore chiarezza. E? chiaro che bisogna appunto andare più in là, questo è assolutamente vero; già l’iniziativa di Colonia era più in là, ma si può e si deve fare ancora di più, perché comunque le risorse che vanno a servizio del debito in più casi restano pesanti e sono sottratte ad altre destinazioni inutili. Noi cancelleremo, ormai lo abbiamo già deciso, il 100% di tutto, sia il credito commerciale che di aiuto, e lo faremo sia pre cut-off date, sia post cut-off date. Noi vogliamo fare tutto questo e intendiamo farlo a Genova? (Firenze, 3 aprile 2001). Il Presidente Berlusconi in occasione del discorso programmatico alla Camera ha dichiarato: ?Sul problema del debito, 23 Paesi stanno beneficiando di una sostanziale riduzione. Essa si tradurrà nella cancellazione dei crediti commerciali e di aiuto per complessivi 54 miliardi di dollari. L’Italia andrà oltre le intese di Colonia, con la cancellazione del 100 per cento di tutti i crediti commerciali e di aiuto ai Paesi che avranno completato il negoziato?. (Roma 18 giugno) Accenti diversi che però contengono una continuità fra i diversi esecutivi che mantengono una posizione vincolata alle decisioni degli altri creditori, che è più arretrata rispetto ai contenuti della legge (come si cerca spiegare successivamente) ed anche rispetto al recente appello del Presidente della Repubblica Ciampi: ?Andando oltre gli impegni presi a Colonia, l’Italia eliminerà unilateralmente l’intero debito estero dei paesi più poveri, per un valore di 4,1 miliardi dollari. Verranno così liberate risorse preziose per avviare uno sviluppo autosostenibile che consenta loro di partecipare a pieno titolo alle dinamiche economiche e finanziarie internazionali. L’impegno dell’Italia, come quello dei nostri partners industrializzati, è una scelta economica e ancor più morale. Non dobbiamo mai più ripetere l’errore di crediti chiesti e concessi per progetti che per loro natura avrebbero richiesto altri tipi di finanziamenti? (Roma 25 maggio 2001). Un richiamo chiaro e forte a favore della cancellazione unilaterale che al momento non è stato ripreso dal Governo. Cosa significa cancellazione al 100% secondo il governo italiano? L?orientamento del Governo e ai Ministeri del Tesoro e degli Esteri è quello d?intervenire rigidamente all?interno delle iniziative promosse da Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale per i 41 paesi più poveri ed altamente indebitati (HIPC): quindi solo ai paesi che accettano il programma di Banca e di Fondo sarà prima congelato il pagamento del debito e poi eventualmente cancellato parte del debito. Solo successivamente, l’Italia, secondo la legge 209, cancella direttamente altre porzioni di debito per arrivare al 100%. Al momento non risulta che sia stato concluso alcun accordo fra l?Italia e i paesi indebitati interessati per giungere alla cancellazione totale. Maggio 2001: pubblicato il regolamento di attuazione della legge 209 per la cancellazione. Con la pubblicazione del regolamento di attuazione da parte del Ministero del Tesoro, la legge italiana per la cancellazione del debito ha completato il suo percorso legislativo ed amministrativo: è oggi uno strumento a disposizione del Governo, al quale spetta garantire la piena applicazione del provvedimento. Anche grazie all’ampio sostegno che l’Appello per la cancellazione ha ricevuto in Italia (oltre 800mila adesioni), il testo votato contiene molte novità rispetto alla proposta presentata dal governo al principio. Grazie a queste innovazioni, la legge italiana è uno strumento avanzato che contiene, ad esempio, alcune norme particolarmente incisive, ovvero: – in 3 anni, il Governo dovrà cancellare crediti da 8mila a 12mila miliardi di lire; – i Paesi interessati sono passati da 18 a 66; – il Governo dovrà chiedere l’intervento della Corte Internazionale di Giustizia sul tema della violazione dei diritti umani attraverso il meccanismo dell’indebitamento. La proposta di regolamento d?attuazione è stata trasmessa dal Ministero del Tesoro all?inizio di gennaio, dopo più di due mesi dal termine ultimo fissato dalla legge stessa. Il Parlamento, attraverso il lavoro delle Commissioni Esteri di Camera e Senato, è intervenuto nuovamente in modo chiaro ed unitario per dare forza al provvedimento, sottolineando, in particolare, un aspetto: questa legge consente al nostro Paese di ?muoversi con autonomia quando la iniziativa internazionale fosse insufficiente?. Le Commissioni hanno difeso il rispetto ed il potenziamento del contenuto dell?art 1 della legge, il quale prevede che per i paesi più poveri ed altamente indebitati ?l?annullamento del debito può essere concesso in misura, condizioni, tempi e con meccanismi diversi da quelli concordati fra i Paesi creditori in sede multilaterale?. Nel regolamento però si stabilisce invece che ?la stipula e l?efficacia degli accordi di cui al comma 1 è subordinata alla firma di un?intesa tra i Paesi creditori partecipanti al Club di Parigi ed al conseguente accordo bilaterale di rinegoziazione?. Questo articolo non lascia spazio ad interpretazioni: le iniziative italiane vengono subordinate alla firma di un?intesa tra i Paesi creditori partecipanti al Club di Parigi (il club dei creditori) ed al conseguente accordo bilaterale di rinegoziazione?. Il Parlamento si è quindi espresso contro un?interpretazione restrittiva della legge che potrebbe limitare consistentemente e norme approvate. Con disappunto si deve notare che il Ministero del Tesoro, nel testo definitivo del regolamento pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 21 maggio 2001, ha ritenuto di ?non recepire? il parere di Camera e Senato e di mantenere questo vincolo al Club di Parigi per l?iniziativa italiana. In questo modo sono messi seriamente a rischio gli obiettivi stabiliti dal Parlamento, a partire dal completamento della cancellazione per un livello minimo di 8mila miliardi nei prossimi tre anni. Nel frattempo, ancora prima della definitiva approvazione del regolamento, il governo italiano ha annunciato di aver sottoscritto impegni di cancellazione dei crediti nei confronti dei 22 paesi più poveri e altamente indebitati fra i quali Bolivia, Uganda, Mozambico ed Nicaragua- per un ammontare complessivo di 1,88 miliardi di dollari, pari a circa 4 mila miliardi di lire, corrispondente alla cancellazione dell?intero stock dei crediti di aiuto e commerciali nei confronti di questi paesi. E? opportuno segnalare che c?è un?evidente incongruenza tra le norme di trasparenza imposte dalla legge e la mancanza di informazioni che ha caratterizzato tale operazione; ancora più grave è il fatto che ad oggi non risultato effettivamente conclusi gli accordi bilaterali necessari a completare la cancellazione al 100%. Sdebitarsi chiede al Governo italiano di assicurare la piena e rapida applicazione della legge in armonia con le posizioni espresse dal Parlamento e dal Presidente della Repubblica in diverse occasioni, anche rivedendo il testo del regolamento.


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