Sovraindebitamento
L’Italia che non paga la rata e l’Italia che se ne occupa
In Italia circa il 2% della popolazione è considerata finanziariamente vulnerabile. Ha cioè un reddito con il quale non riesce a coprire le rate dei debiti contratti. Al loro fianco ci sono le fondazioni istituite ai sensi della legge 108 del 1996, nota come legge anti-usura. La San Bernardino onlus in Lombardia e l'Exodus '94 in Campania sono fra queste. I rispettivi presidenti, Luciano Gualzetti e Daniele Acampora, spiegano a VITA come operano al affianco delle persone in difficoltà
Nel nostro Paese, secondo i dati raccolti da Banca Italia, circa il 2% della popolazione è considerata finanziariamente vulnerabile, ossia il rapporto fra il debito che si è contratto e il proprio reddito supera il valore del 30% e, inoltre, la somma del reddito e delle attività finanziarie liquide è insufficiente a coprire le rate del debito e le spese. La percentuale di famiglie vulnerabili rientra in quella del 21% che rappresenta il totale delle famiglie indebitate o per l’acquisto dell’abitazione oppure per finanziamenti per credito al consumo.
Quando il debitore non è in grado di rimborsare in maniera regolare i propri debiti si parla di sovraindebitamento. Le ragioni per cui ci si può trovare in questa situazione sono tante. Non si è valutata attentamente la propria capacità di rimborso dei debiti. Sono subentrati eventi imprevisti e involontari che determinano nuove uscite, come spese mediche improvvise. Si sono ridotte le entrate, magari per la perdita del lavoro, la cassa integrazione o una malattia.
Esdebitamento, come funziona
In questi casi il primo passo da fare è quello di rivolgersi all’intermediario che ha concesso il prestito, per cercare insieme una soluzione che può essere: la rinegoziazione, cioè una modifica delle condizioni del contratto; la sospensione temporanea del pagamento delle rate o il rifinanziamento totale o parziale del debito complessivo.
Dei mancati o ritardati pagamenti rimane traccia nella Centrale dei rischi gestita dalla Banca d’Italia e negli altri sistemi informativi sul credito gestiti da operatori privati. Nei casi più gravi di inadempimento degli impegni contrattuali il cliente può essere classificato “a sofferenza”, in questo caso segue l’impossibilità di ottenere un nuovo finanziamento.
Il rischio usura è dietro l’angolo
Se da un lato la legge 3/2012 (nota come legge sul sovraindebitamento o “salva-suicidi”) rappresentano per i così cosiddetti “soggetti non fallibili” una soluzione per risolvere la loro situazione debitoria proteggendo il proprio patrimonio mobiliare e immobiliare. La legge, infatti, ha introdotto l’esdebitazione, un meccanismo che permette anche al privato cittadino e consumatore di proporre ai creditori un piano di rientro per cancellare i propri debiti.
Dall’altro resta il grosso problema di quelle famiglie vulnerabili che non saranno sicuramente in grado di estinguere i propri debiti finanziari. In questi casi finire nella rete dell’usura è un attimo.
L’articolo 14 della legge 108 del 1996, noca come legge anti-usura, prevede l’istituzione, presso l’ufficio del Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative anti-racket, del Fondo di solidarietà per le vittime dell’usura che, secondo l’articolo 15 della stessa legge, può essere gestito, anche, da Fondazioni e associazioni riconosciute per la prevenzione del fenomeno dell’usura e iscritte in un apposito elenco tenuto dal Ministro del tesoro.
La rata del mutuo o il condominio da pagare
Come spiega Luciano Gualzetti, presidente di Fondazione San Bernardino onlus, nata nel 2004 proprio ai sensi della legge 108 del 1996 e promossa dalle diocesi lombarde «nell’attuazione dei principi del Vangelo e della Dottrina sociale della Chiesa per la promozione di una maggiore giustizia sociale». Aggiunge Gualzetti: «Le persone che si rivolgono ai centri di ascolto Caritas perché sono in difficoltà finanziaria e non riescono più a pagare le tasse, il condominio e le rate del mutuo o delle finanziarie, vengono indirizzate alla nostra Fondazione che si impegna ad accompagnarle in un processo di consulenza e, dove necessario, a un intervento economico garantendo un prestito presso banche convenzionate in modo da scongiurare la tentazione di cedere al credito illegale».
Quando la banca si mette in mezzo. Nel modo giusto
Banca Mediolanum, per esempio, stipula delle convenzioni con le Fondazioni della Consulta nazionale antiusura Giovanni Paolo II, una rete associativa che è stata costituita nel 1995 e riunisce oltre trenta Fondazioni antiusura tra cui anche la San Bernardino onlus. L’iniziativa si chiama Prestito di soccorso e a oggi Mediolanum sta garantendo il suo impegno in Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Veneto per un plafond rotativo complessivo di oltre 4milioni e 100mila euro.
«In pratica», spiega Gualzetti, «quando i volontari della Fondazione San Bernardino, che arrivano dal mondo bancario e hanno le competenze per accompagnare queste persone nella risoluzione della loro situazione di sovraindebitamento, valutano che occorre un intervento economico per sollevarele dai debiti contratti o da coloro che cercano di recuperare i crediti, la Fondazione si fa garante chiedendo dei prestiti alle banche convenzionate. In questo modo la persona finisce con l’avere un unico creditore che è la Fondazione e una rata sostenibile con cui chiude la situazione debitoria. In questi casi possiamo attingere anche al fondo di prevenzione all’usura erogato dal Ministero delle finanze o a quello dell’otto per mille della Chiesa cattolica».
Effetti collaterali: l’azzardo
Molte delle persone che si indebitano prima ancora di essere a rischio usura sono a rischio dipendenza da gioco d’azzardo perché inseguono la chimera della vincita con la quale ripagare i debiti.
«Una situazione pericolosissima», prosegue il presidente Gualzetti, «il primo passo è fare chiarezza sull’effettiva situazione economica della persona che si rivolge a noi e che spesso è così affannata a restituire i debiti che non sa di quali somme di reddito dispone precisamente. Alcune volte accompagniamo persone che hanno anche più di dieci situazioni debitorie dovute spesso a quella che noi chiamiamo “la staffetta dei debiti”, ossia pago i debiti che ho contratto facendone altri. I volontari della Fondazione San Bernardino iniziano costruendo un bilancio familiare o di piccola impresa e valutando il da farsi. Quando occorre intervenire economicamente allora si procede con la richiesta di prestiti alle banche convenzionate».
La Consulta nazionale
Nel 2022 le Fondazioni antiusura che aderiscono alla Consulta nazionale antiusura Giovanni Paolo II hanno incontrato e ascoltato quasi 5.500 famiglie; accolto 870 richieste di aiuto e fornito garanzie con fondi statali (art. 15 L.108/96) per circa 16 milioni di euro. In generale a chiedere aiuto sono uomini, coniugati, con istruzione di licenza media, dipendenti privati con un reddito mensile percepito di 1.159 euro e pagano un affitto. La media del debito nel breve periodo è di circa 25mila euro mentre quella del debito nel medio-lungo periodo è di quasi 70mila euro.
«Lo stato non riesce a stare sul territorio in maniera capillare», spiega Daniele Acampora, presidente della Fondazione Exodus ’94 che opera sul territorio della Arcidiocesi sorrentino stabiese e fa parte della Consulta nazionale antiusura Giovanni Paolo II, «noi siamo delle sentinelle anche se non riusciamo a debellare l’usura soprattutto nel territorio campano dove si dice che “c’è uno strozzino su ogni pianerottolo”. Da noi ci sono i marittimi, gli stagionali, persone che non hanno uno stipendio fisso e costante. Già questo rende difficile gestire il bilancio familiare. Dunque se hai una momentanea difficoltà economica e non sei bancabile, perché non puoi accedere al credito ordinario, puoi rivolgerti a uno dei nostri sportelli prima di scegliere strade di illegalità».
In applicazione della legge 108 del 1996, la Fondazione Exodus’94 garantisce l’accesso a prestiti con tassi agevolati presso l’istituto bancario Intesa San Paolo.
Colloqui e presa in carico
«La Fondazione», prosegue Acampora, «dispone di un fondo di erogazione statale che è depositato presso l’istituto bancario e costituisce oggetto di pegno a favore di tutti i prestiti erogati dalla banca su indicazione del nostro ente. È possibile l’accesso al nostro prestito anche a soggetti non bancabili. Per accedervi è necessario avviare una pratica che prima è esaminata dal nostro Consiglio e poi, una volta approvata viene lavorata dalla banca. La preparazione della pratica avviene attraverso una serie di colloqui che mirano a ricostruire puntualmente la situazione debitoria e reddituale dell’utente col supporto dei dipendenti e dei volontari di Exodus’94».
La Fondazione Exodus’ 94, costituitasi a marzo del 1994 grazie all’intervento di ventidue soci fondatori, fra cui tre parrocchie, un’arciconfraternita, quattro comuni, l’Azione Cattolica e vari laici sorrentini e stabiesi, si impegna ad accompagnare le persone che si trovano in difficoltà economica strappandole, spesso, dalla morsa dell’interesse quando hanno fatto ricorso al prestito usuraio.
«Crediamo nella prevenzione», conclude il presidente Acampora, «per questo educhiamo, formiamo e responsabilizziamo i giovani e i meno giovani incontrandoli nelle scuole, nei centri parrocchiali e nelle nostre sedi. Educhiamo in particolare all’uso responsabile del denaro e del risparmio etico, indicando i pericoli del gioco d’azzardo e i rischi di una vita poco sobria».
Puntata numero 1 – continua
Nella foto di apertura, di Claudio Furlan per LaPresse, la coda a Pane Quotidiano, mensa per indigenti a Milano.
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