Vittoria per tutti, non solo per chi ha una sensibilità ecologica: la Commissione Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare del Parlamento Europeo ieri sera ha approvato la direttiva per la riduzione del consumo di sacchi monouso presentata il 4 novembre scorso, introducendo alcune novità di notevole interesse per il comparto delle bioplastiche compostabili.
Sono emersi alcuni elementi importanti dalla votazione: 1. Le misure adottate dallo Stato Italiano sono in linea con il testo di direttiva approvato ieri; 2. L’Europa riconosce le differenze esistenti nei Paesi Membri e dà loro la possibilità di seguire strade diverse per raggiungere il comune target di riduzione del 50% in 3 anni rispetto al 2010 e dell’80% in 5 anni; 3. L’introduzione di un principio di differenziazione tra le plastiche tradizionali e le plastiche biodegradabili e compostabili per il loro riconosciuto valore nella raccolta differenziata della frazione organica -i sacchi di frutta e verdura dovranno essere biodegradabili e compostabili entro cinque anni dall’entrata in vigore della Direttiva; 4. Qualora uno Stato decida di intraprendere la strada della tassazione, come avvenuto per esempio in Irlanda, i sacchi cosiddetti riutilizzabili non potranno in alcun modo costare meno di quelli monouso, a cui verrà applicata la tassa –evitando aggiramenti degli obiettivi di riduzione che sono il motivo fondante della direttiva.
Se la modifica della Direttiva Imballaggi, con o senza emendamenti, sarà votata definitivamente dal Parlamento Europeo, non dovrebbero più esserci ostacoli alla piena entrata in vigore (con sanzioni) del bando alla vendita in Italia dei sacchetti per la spesa monouso in plastica non biodegradabile e compostabile. Su questa legge, formalmente in vigore da tre anni, pende oggi una procedura di infrazione perché in contrasto con l’articolo 18 della 94/62/CE, che tutela la libera circolazione degli imballaggi negli Stati membri.
L’europarlamentare verde Margret Auken riassume, con queste parole, l’importanza degli obiettivi raggiunti nella giornata di ieri: «Come hanno dimostrato alcuni paesi europei, ad esempio l’Irlanda, gli obiettivi di riduzione sono facilmente raggiungibili con una politica adeguata. Gli Stati membri che vorranno andare oltre e vietare i sacchetti di plastica potranno farlo. Nei paesi che fanno la raccolta differenziata dei rifiuti organici, come Italia e Germania, il prezzo dei sacchetti biodegradabili potrà essere ridotto fino al 50% in modo da incentivare la raccolta dell’umido».
Il testo approvato dal Parlamento è la conferma della validità e dell’importanza del modello italiano come esperienza pilota per l’intera Unione Europea. Parliamo di conferma perché secondo i dati di Plastic Consult, grazie alla normativa adottata nel 2011, il nostro Paese è riuscito a raggiungere una riduzione dell’ordine del 50% in tre anni del volume degli shopper in circolazione, passando da 180 mila tonnellate nel 2010 a poco più di 90 mila nel 2013.
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