Cultura

Lisee & Johnson: un duo che s’ispira al passato

Recensione del cd "Mouthfuls" di Gillian Lisee ed Eric Johnson.

di Enrico Barbieri

Per il loro gruppo, Gillian Lisee ed Eric Johnson hanno scelto il nome di quei grossi pipistrelli che nelle foreste tropicali si muovono a frotte sugli alberi, cibandosi di frutta e fiori. Niente a che vedere coi satanici pipistrelli d?Ozzy e compagnia. E l?immagine di questo grosso animale alato e ghiotto di zuccheri ben si addice alla musica dolciastra e fantasiosa del duo di Chicago. Proprio a voler essere cattivi si potrebbe notare che questi Fruit Bats saranno pure vegetariani, ma di certo hanno pure qualcosa di vampiresco: il loro primo album si nutre di Beatles, coretti alla Beach Boys, floydiane estasi musicali. Con assoluta nonchalance, azzannano al collo classici del passato, succhiano con voluttà tutto ciò che suona 60 e 70. Il loro Mouthfuls non è un disco che cambierà la storia della musica. Però è la prova, ispirata e convincente, di come oggi si possa suonare ancora musica psichedelica, intesa nel senso più largo possibile: sogni e libertà a piene mani, per lunghi viaggi musicali. La vera qualità del disco è nella sua fine trama musicale tessuta dai due polistrumentisti, negli arrangiamenti sontuosi e nella capacità di ravvivare intelligentemente gli originali, alternando elementi melodici a momenti d?ispirazione folk, come nelle stupende Seaweed e Union Blanket. Banjo e ukulele in salsa acida: musica lisergica, senza la carica provocatoria dei modelli ma senza mai diventar letargica.


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