Welfare
L’ippoterapia che aiuta a crescere
Amicizia, integrazione, fiducia, spirito di squadra e impegno sono i valori che uniscono lo sport e il lavoro di Sos Villaggi dei Bambini. Tra le discipline sportive che meglio interpretano il percorso di inclusione e aggregazione sociale contrastando la povertà educativa vi sono l’equitazione e la vela. La testimonianza di Teresa accolta nel Villaggio Sos che in sella cerca sempre la sintonia con il suo cavallo
Nella rete di Sos Villaggi dei Bambini lo sport ha un ruolo fondamentale perché insegna ai bambini e agli adolescenti accolti nei Villaggi Sos a conoscere se stessi, aiutare i compagni e a rispettare gli avversari. Non per nulla tra i valori che uniscono la pratica sportiva con il lavoro dell’organizzazione a favore di minori che non possono beneficiare di adeguate cure genitoriali vi sono l’amicizia, l’integrazione, la fiducia, lo spirito di squadra e l’impegno. Tra le discipline vi è, per esempio, la vela perché affiancando alla pratica velistica un percorso psico-pedagogico che mette in relazione l’andar per mare con l’evasione da una quotidianità difficile e la promessa di nuove opportunità, i ragazzi hanno la possibilità di misurarsi con se stessi e di affrontare i propri limiti ed emozioni.
Un passo in avanti verso la pratica sportiva è arrivato anche dal protocollo d’intesa firmato con la Federazione italiana sport equestri-Fise nel 2022. L’obiettivo è quello di assicurare a tutti i bambini e le bambine il pieno sviluppo delle loro potenzialità, attraverso una crescita sana all’insegna dell’inclusione sociale e dello sport. Andare a cavallo del resto provoca una quantità di sensazioni benefiche: produce senso di indipendenza, stimola l’attenzione e la volontà, rafforza il senso di sé, induce sentimenti di rispetto e di collaborazione con il cavallo stesso. Per questo – ricordano a Sos Villaggi dei Bambini – gli sport equestri sono importanti per la crescita dei bambini e dei ragazzi. Questo tipo di sport, poi, può contare su un grande alleato: il cavallo, che oltre a svolgere il ruolo di compagno di sport riesce a interpretare alla perfezione quello di grande terapeuta al fianco dei giovani.
Grazie al protocollo Sos Villaggi dei Bambini entra in contatto con le sedi regionali Fise così da poter offrire percorsi, come l’ippoterapia, ai bambini e ragazzi accolti in tutti i Villaggi Sos in Italia. Tra le cavallerizze c’è sicuramente Teresa, oggi una giovane 24enne con una vita autonoma e un lavoro e che arrivata sedicenne al Villaggio Sos di Ostuni incontra un’educatrice che la stimola a seguire le sue passioni, tra queste l’equitazione. «Mi capita addirittura di pensare che sono stata più fortunata di tante mie compagne di scuola. Ho vissuto in un luogo bello, pieno di vita, stimolante. Non tutti possono dire lo stesso. Mi ritengo molto fortunata» racconta Teresa che anche uscita dal Villaggio non ha visto spegnersi la sua passione per i cavalli. Così dopo lo stop di qualche anno è ritornata in sella «Quando ho ripreso ricordo di aver avuto paura e desideravo capire se ce l’avrei fatta a ricominciare. Il cavallo ha sentito la mia paura e si è imbizzarrito, quindi è stata una ripresa decisamente memorabile. Ora il mio obiettivo è tornare ad essere brava come prima e, se possibile, continuare a migliorare», continua.
Quando ha ripreso ad andare a cavallo dopo alcuni anni Teresa ha vissuto tre emozioni: un po' di paura, la consapevolezza «che i cavallo è un animale, un animale che ha una forza superiore alla nostra», ma anche che «il mio stato d'animo e il mio corpo fossero per lui un libro aperto: il fatto che lui percepisse ogni mio dubbio o paura o insicurezza; consapevolezza che mi sarei dovuta mostrare superiore a lui per non essere presa "in giro" da lui». Ma soprattutto la felicità, «eravamo io e lui e nessun altro e non importava la paura, il fatto che tremassi ad ogni suo movimento, perché non conoscendolo, per me poteva essere chissà cosa, non importava… Io ero lì e mi sentivo libera, serena, come se il peso di tutto quanto l'avessi lasciato giù al suolo, io ero sopra e mi muovevo in una sintonia perfetta con lui» osserva Teresa.
Per lei, che ha il diploma di Oss e spera di poter rifare il test di ingresso alla Facoltà di Scienze infermieristiche, quando si tratta di cavalli ed equitazione «è fondamentale creare un legame, un contatto con il cavallo che monterai e infatti per questo, l'equitazione non comprende solo salire sopra al cavallo e andarci, comprende tutto quello che riguarda l'animale, dal conoscerlo al saperlo curare prima e dopo averlo montato, è importante conoscere le sue abitudini, la sua alimentazione… Insomma tutto quello che lo riguarda. È importante creare un contatto "concreto" e questo si crea appunto quando lo pulisci, quando ti prendi cura di lui, quando impieghi il tuo tempo per lui».
Altre due parole chiave che per Teresa sono importanti e che hanno molto a che fare con il mondo equestre sono sintonia e fiducia da cui nasce il legame con il cavallo. E lo spiega così: «È davvero impressionante come il tuo corpo possa andare tutt'uno con la sella. È un lavoro che si fa insieme, io devo assecondare il movimento del cavallo che però allo stesso tempo deve eseguire quello che io gli chiedo, per questo è importante essere sicuri, avere appunto un rapporto di fiducia reciproca. È stato difficile per me instaurare un rapporto di fiducia all'inizio, perché avevo molta paura, ci sono state lezioni in cui ci ho messo un ora semplicemente per farlo partire a trotto, lezioni il cui il meglio che ho fatto è stato semplicemente farmi ascoltare, farlo girare a destra e a sinistra, e questo perché io avevo paura e lui sentendolo è come se si fosse preso gioco di me. Lezione dopo lezione, grazie all'istruttrice e alla sua pazienza, ho preso più fiducia in me e più fiducia sul cavallo e continuo a fare progressi. È un percorso che va fatto con calma e bene. Detto questo penso che non ci sia ora più bella di quella che passo lì: la mia ora fuori dal mondo e da tutto» conclude. «Solo il semplice fatto di curarlo mi dà una calma inspiegabile e il saperlo montare una felicità che non è paragonabile a nessun tipo di felicità. Amo questo sport, amo tutte le emozioni che mi fa provare, dalla paura alla gioia più pura».
In apertura la giovane Teresa mentre si prende cura del cavallo
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.