Welfare
L’intelligenza artificiale fa paura: per il 42% degli italiani significa più disoccupazione
Presentata l’indagine Swg “Società: paure e desideri nell’Era 4.0”- sull’opinione pubblica rispetto alle principali conseguenze derivanti dalle innovazioni introdotte dalle nuove tecnologie. Ma più della metà degli intervistati reputa che nell’economia futura cresceranno l'importanza di condivisione (64%) e mutualismo (51%)
di Redazione
Si è abbassato ieri il sipario sulla XVIII edizione delle Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile egistrando un record di presenze con quasi 300 partecipanti.
L’impatto delle tecnologie convergenti, il valore sociale nell'era dell’Intelligenza Artificiale, piattaforme inclusive e collaborative ad impatto sociale sono stati i temi affrontati quest’anno.
La Sessione di Chiusura Rigenerare democrazia e innovazione sociale nella IV Rivoluzione Industriale ha visto la partecipazione di Enzo Risso, Direttore SWG; Stefano Zamagni, Università di Bologna; Leonardo Becchetti, Università di Roma Tor Vergata; Ivana Pais, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano; Enzo Rullani, Centro Tedis, Venice International University; Enrico Loccioni, Presidente Loccioni e Claudia Fiaschi, Portavoce Forum Nazionale del Terzo settore.
I lavori hanno preso il via con Enzo Risso, Direttore SWG, che ha presentato l’indagine “Società: paure e desideri nell’Era 4.0” – realizzata su incarico di AICCON – sull’opinione pubblica rispetto alle principali conseguenze derivanti dalle innovazioni introdotte nell’Era 4.0.
Secondo quanto emerge dallo studio, le principali conseguenze dell’avvento dell’Industria 4.0 sono per molti una perdita secca di posti di lavoro (42%) e altri danni collaterali, come, ad esempio, il bisogno di minori professionalità basse (faranno tutto le macchine) e di nuove professionalità iper specializzate (36%).
Complessivamente l’utilizzo di robot e di Intelligenza Artificiale produrrà, secondo l’opinione pubblica, vantaggi alle imprese che vedranno lievitare i propri profitti (72%). Le previsioni illustrano un sostanziale e generalizzato peggioramento della qualità della vita e del lavoro; la riduzione dei livelli di benessere, degli stipendi, delle opportunità e delle libertà, nonché la crescita dell’incertezza di vita e relazionale.
Tra dubbi e preoccupazioni per l’occupazione resta comunque predominante la percezione che la tecnologia può rendere l’economia più sociale. Lo testimonia il fatto che che più della metà degli intervistati sugli atteggiamenti nell’economia futura reputi importante condivisione (64%) e mutualismo (51%). “La tecnologia applicata al sistema di produzione – spiega il direttore scientifico di Swg, Enzo Risso –genera la paura che si riduca la possibilità di trovare occupazione, mentre per le singole persone la percezione è positiva. Secondo l’opinione pubblica le sfide per un’economia futura sono il benessere lavorativo (76%), il coinvolgimento attivo dei lavoratori nella vita d’impresa (72%), lo sviluppo di senso etico (71%) ed il rispetto e la tutela dei valori etico-sociale (71%)”.
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