Mondo

L’integrazione passa dalle cucine

Si è conclusa la fase formativa della terza edizione di “Cucinare per ricominciare” il progetto di Avsi, Farsi Prossimo e Panino Giusto rivolto a migranti tra i 18 e i 40 anni, che mira a fornire loro le competenze tecniche e linguistiche finalizzate all'inserimento lavorativo stabile nel settore della ristorazione

di Lorenzo Maria Alvaro

Educazione di qualità, corsi di lingua tecnica, formazione professionale e inserimento nel mondo del lavoro: sono gli ingredienti del progetto di Avsi “Cucinare per ricominciare”, una risposta alla domanda di integrazione e accoglienza dei migranti.

«Cucinare per ricominciare», ha spiegato la capofila Elena Riva, presidente di Panino Giusto Spa e co-fondatrice della Fondazione Accademia del Panino Italiano, «è un progetto che integra motivazioni e competenze di imprese profit con quelle di organizzazioni non profit. L’obiettivo comune è dare a giovani migranti, che hanno trovato rifugio nel nostro Paese, una reale possibilità di integrarsi attraverso un progetto di formazione e tirocinio, cui segue l’assunzione. Quest'anno sono stati coinvolti 12 ragazzi e 5 ragazze selezionati fra gli ospiti di 6 centri di accoglienza di Milano. In occasione della fine della fase formativa, abbiamo voluto raccontare la nostra esperienza, pensiamo che possa essere uno stimolo per altre aziende che, come noi, credono nell'importanza del ruolo sociale delle imprese».

Il progetto è nato nel 2016 dalla collaborazione tra AVSI, la cooperativa sociale Farsi Prossimo e l’impresa Panino Giusto e proseguito nel 2017 con l’Accademia del Panino Italiano come incubatore del progetto e altre imprese del settore della ristorazione per i tirocini. Quest’anno l'iniziativa si è arricchita di un modulo dedicato all’empowerment femminile, con corsi specifici per rafforzare l’autostima delle ragazze beneficiarie del progetto, così che assumano maggiore coscienza delle loro potenzialità.

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Un'altra novità è stata il coinvolgimento delle imprese partner non solo per il tirocinio, ma anche nella fase formativa con moduli su temi specifici su diverse competenze del settore alimentare (pasta, gelato, pesce, pasticceria, pizza) e complementari, come la gestione della comunicazione non verbale, la preparazione di un curriculum professionale, la gestione dei social media nell’ambito professionale e un potenziamento linguistico focalizzato sul tema alimentare.

Per i risultati ottenuti il progetto è stato riconosciuto come “best practice italiana per l’integrazione” e, ha sottolineato Riva «a settembre 2017 il ministero degli Esteri Italiano ci ha invitato alle Nazioni Unite per illustrarlo».

Un invito che non è rimasto isolato ma che è stato seguito da quelli dell’assessorato al Welfare del Comune di Milano e da Università e ricercatori che stanno lavorando sul tema migrazione. «Tutto questo», ha detto la presidente di Panino Giusto, «ci ha incoraggiato a implementare il nostro progetto, rendendolo sempre più inclusivo. Nel 2018 abbiamo dedicato una cura particolare alle donne migranti, doppiamente fragili nel loro vissuto e poco aiutate con occasioni di integrazione nella società, attraverso il lavoro».

Per questo motivo sono stati aggiunti nuovi moduli formativi su diverse competenze del settore alimentare come pasta, gelato, pesce, pasticceria, pizza – coinvolgendo numerose aziende, tra le quali figurano Facebook, Lavazza, Grom, Ca’Puccino, Rosso Pomodoro, Pescaria, Ham Holy burger, Autogrill, Martesana e Galdus – e complementari, come la gestione della comunicazione non verbale, la preparazione di un curriculum professionale, la gestione dei social media nell’ambito professionale e un potenziamento linguistico focalizzato sul tema alimentare.

«Questo progetto, per quanto piccolo, dimostra che un modo diverso e corretto per affrontare il problema delle migrazioni è possibile. Voi non siete numeri ma persone con desideri, bisogni e aspirazioni. Attraverso il lavoro e la formazione speriamo che possiate costruirvi un cammino e una vita dignitosa in Italia. E questo si può fare con l’aiuto di tutti. Ripartiamo dalle persone», ha sottolineato Gianpaolo Silvestri, direttore generale di Avsi.

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