«Puntiamo
su progetti di mediazione all’interno
della classe, per mettere
in contatto le diverse culture» A ltro che classi di inserimento, l’integrazione si fa attraverso l’interscambio culturale. Una convinzione che dal 1992 ispira l’attività di La talea, una cooperativa, iscritta a Legacoopsociali, che impegna donne di diverse nazionalità in progetti di mediazione culturale e di interculturalità presso le scuole della provincia di Torino. «L’esperienza tedesca delle classi differenziate ha dimostrato che i bambini non imparano la lingua e i costumi autoctoni; anzi, il fatto di non entrare in contatto con gli altri loro coetanei rende più difficile il processo di inclusione», spiega Giovanna Zaldini , la presidente della cooperativa. Ecco perché da sempre La Talea investe su progetti di mediazione all’interno della classe, puntando sul contatto diretto tra le diverse culture. «Nelle scuole più sensibili a questo problema facciamo facilitazione linguistica in collaborazione con le insegnanti. Ma non andiamo oltre le prime due settimane, per evitare di escludere il bambino dall’esperienza scolastica. All’attività di mediazione associamo, quando possibile, un laboratorio di lingua in orario extrascolastico». Ma il problema è come al solito la continuità. «Queste iniziative funzionano soprattutto alle elementari dove c’è più consapevolezza e il rapporto con il corpo docente è più semplice. Alle medie è tutto più difficile e per ottenere risultati ci vorrebbero finanziamenti che sono sempre difficili da reperire. Sarebbe tutto più semplice se ci fosse un effettivo piano nazionale di integrazione di questi bambini».
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