Cultura

L’integrazione è la semplicità della piccole cose

di Paolo Iabichino

Castelvetro di Modena è un piccolo paese racchiuso in un cuore di calanchi e colline. Si dice che i grandi spazi parlino e urlino intolleranza e menzogna mentre ci sono piccoli luoghi in cui si parla una lingua diversa grazie alla quale si provano a seminare briciole di umanità quotidiana. Si dice che nei grandi spazi non sia sempre facile fare questo mentre ci sono piccoli luoghi in cui tutto questo avviene come a Castelvetro ad esempio dove donne diverse per provenienza, cultura, personalità e carattere si incontrano scoprendo quanto può essere bello conoscersi. Scoprendo che oltre alle differenze il cuore accomuna davvero tutti.

Tutto è partito dalla cucina perché, si sa, la cucina unisce. Cous cous e tortelloni. Mani fra i granelli e mani che tirano la pasta. Scambiarsi usanze e ricordi. E ridere, ridere tanto e insieme. Ragazze di Castelvetro e ragazze del Marocco, comunità differenti unite dallo stesso desiderio e dalla stessa voglia di stare insieme con la curiosità di vedere cosa si nasconde oltre i ricordi che sanno di sapori, profumi e ricette della tradizione. Con cura, con delicatezza, con garbo. Da qui la voglia di provare a fare di più come le passeggiate, i pic nic all’aperto oppure delle serate pensate semplicemente per dialogare e poi, ancora, la voglia di leggere delle favole cercando tutte quelle che possono avere una stessa radice e che possono essere lette in tutti gli angoli di questo mondo.

Le favole con le loro storie e i loro personaggi per arrivare ai bambini che vuol dire arrivare alle loro mamme per arrivare alle famiglie che possono avere colore diverso dal nostro ma sempre famiglie fatte di persone sono con gli stessi desideri e gli stessi bisogni. Castelvetro è un paese che si apre o, almeno, ci prova e lo fa aprendo i suoi luoghi e i suoi spazi, come quelli della biblioteca ad esempio, che non tutti conoscono o hanno conosciuto. Una biblioteca che accoglie donando tempo, storie, amicizia, dialogo, incontro con l’altro.

A volte i timori nascono perché non ci si conosce e, a volte, per imparare a conoscere l’altro basta proprio poco. Basta la semplicità delle piccole cose che serve a sentirsi meno solo, serve a sentire meno forte questo individualismo presente che non può essere la soluzione.

C'è del buono là fuori basta saperlo trovare. Ci sono luci anche nel buio, basta saperle accendere.

Storia raccolta da Giorgia Mezzacqui

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