Famiglia

L’intangibile in formula 1

Il bilancio innovativo della Brembo. La società che produce i freni della Ferrari è la prima tra quelle quotato in Borsa a ricorrere a questo tipo di rendicontazione

di Francesco Maggio

Ma che nesso può esserci tra un?azienda metalmeccanica, che fa quanto di più ?fordista? si possa immaginare, e cioè freni per automobili e motociclette, e il capitale intangibile, ossia quanto di più impalpabile, almeno con i numeri, possa esserci in un?impresa? Alto, altissimo, pari a oltre il 40% del valore di mercato se l?azienda in questione si chiama Brembo ed è leader mondiale nei sistemi frenanti per veicoli commerciali, con circa 700 milioni di euro di fatturato e quasi 4mila dipendenti. Già, perché leader non si diventa per caso, non si viene scelti per ?mettere le briglia? alla Ferrari e alle principali case motoristiche se non si pone costantemente al centro delle proprie strategie industriali l?innovazione e l?eccellenza. Che, a loro volta, implicano attenzione assoluta per il capitale relazionale, il capitale strutturale e il capitale umano, tipici asset intangibili di un?azienda. Da qui l?idea di Brembo, unica società italiana quotata a farlo, di redigere sin dal 1999 un vero e proprio bilancio dell?intangibile. Uno strumento che, nell?edizione 2004 è stato appena pubblicato, consente di misurare la vitalità dell?azienda e di monitorare, appunto, gli aspetti meno tangibili del business, rispondendo al duplice scopo di reporting interno, quale informazione strategica per la gestione aziendale, e reporting esterno. «La stessa remunerazione del management», sottolinea Corrado Orsi, chief financial officer di Brembo, «è legata all?andamento degli asset intangibili. Questo per rendere bene il concetto di quanto lontana sia da noi l?idea di ricorrere a questo strumento per finalità di marketing». Per il reporting esterno, poi, consente di offrire a tutti i portatori di interesse di accedere a informazioni in merito al patrimonio intellettuale dell?organizzazione attraverso indicatori di natura non economico-finanziaria. «Negli anni 80, circa il 25% delle oscillazioni di prezzo delle azioni», ricorda Alberto Bombassei, presidente e amministratore delegato dell?omonimo gruppo, «erano attribuibili alle variazioni degli utili riportati in bilancio. Negli anni 90 questa percentuale si era ridotta al 10%. Autorevoli studi dimostrano che solo il 60% di queste oscillazioni si basa su dati e informazioni di natura finanziaria. Ne consegue che i tradizionali sistemi di rendicontazione finanziaria non forniscono al mercato adeguate informazioni sulle potenzialità di crescita e di profitto delle società quotate in Borsa. Per questo già sei anni fa abbiamo deciso di redigere il primo bilancio dell?intangibile mai realizzato in Italia». E che la strada intrapresa dalla Brembo cominci a far proseliti nel mondo delle imprese lo dimostrano almeno due circostanze significative: va pian piano infittendosi la schiera di società (anche se non ancora quotate in Borsa) che hanno deciso di redigere un bilancio dell?intangibile (la stessa Ferrari ma anche aziende leader nel ?pronto moda? come Teddy); l?Aiaf, associazione italiana degli analisti finanziari, ha istituito un gruppo di lavoro sulle ?fonti non fisiche di generazione del valore? per la valorizzazione del capitale intellettuale.


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