Non profit

L’insostenibile slittamento dell’essere… politicus

Riflessioni sotto forma di.... un po' Gaber, un po' bar sport...

di Maramao

Facciamo un po? il quadro della politica italiana. Almeno proviamoci. Già, perché sollecitato da un amico, alla domanda come la vedi questa cosa del ?partito unico?, a destra come a sinistra, confesso di aver sentito la terra scivolare da sotto i piedi. Come sui tapis-roulant, non so se avete presente, che partono tutto d?un colpo e mandano all?aria borse, sporte e bestemmie. Così. A dire il vero avrei preferito una domanda del tipo: ?Mi spiegheresti la matematica dei quanti? Di tutti quanti?? Avrei tentato una risposta, almeno avrei passato un quarto d?ora in pace ridendoci su. E invece sono piombato nella più singolare malinconia. Non che la politica italiana sia degna di un sentimento così nobile come la malinconia. Era quel senso di slittamento sotto il c? insomma sotto i piedi, che mi dannava le cervella. Che sia proprio in quella sensazione di indicibile spiazzamento che si nascondeva una possibile risposta? Facciamo due conti. Grosso modo alla nostra destra troviamo la maggioranza: un fascista che fa il liberale, un imprenditore che fa il politico, un liberista che fa lo statalista. Passiamo all?opposizione (che, detto fra noi, se non fosse per le gag berlusconiane, riserba sempre grandi colpi di genio comico). In ordine abbiamo: un radicale che fa finta di essere un popolare, un popolare che fa finta di essere un diessino, un diessino che fa finta di fare il segretario, un comunista che fa finta di essere un libertario, e un verde che purtroppo è così: non ci fa, il povero, c?è. Passiamo agli intellettuali. Che per semplificazione divido in due categorie: quelli cattolici e quelli che no, non ci penso nemmeno. Bene. Prendiamo il caso dei referendum: abbiamo cattolici che dicono ?Sono cattolico, ma adulto, vado a votare? (sì, lo so, è lo stesso popolare che fa finta di essere diessino, ma quanti lo hanno seguito nei modi). E laici che dicono ?Io non sono credente, però? e ti recitano a memoria l?Antico Testamento al contrario, su una gamba sola, in aramaico, tenendo un cubetto di ghiaccio in bocca. E? proprio vero, non ci sono più le stagioni, ma solo le mezze porzioni. Si apprezza il liberismo da sinistra, si conviene sulla coesione sociale da destra. Gli unici che non si spostano stanno al centro: quelli però, cascasse il mondo, sulle questioni che attendono alla guerra e alla pace, nemmeno uno sbuffo, usano guanti felpati su protesi di cashmere, e chiudono ogni dubbio nella propria coscienza, che è peggio del cavo? della Federal Reserve americana. Ecco. E a noi, invece, tocca mantenere la posizione contro il terrorismo. In strada, in metrò, in piazza. Fermi, immobili, come stoccafissi, non un metro indietro, non uno avanti, o tanto meno di lato, nemmeno per prendere la rincorsa, o fuggire. Inchiodati al nostro buon senso. Non ho mai apprezzato la coerenza, mi è sempre sembrata una trappola illuminista, un contenitore vuoto, pieno solo di buone intenzioni che al minimo contatto con la realtà fa schizzare i nervi anche a un morto. Con cui piccoli uomini hanno giustificato grandi catastrofi. Una meccanismo perverso che ti costringe a fare cose contro il buon senso, semplicemente perché coerenti con quello che hai fatto due secondi prima (come se quello che hai appena finito di fare fosse sempre degno di essere continuato). Meglio della coerenza ho sempre pensato fosse la fatica. Quella con cui bisogna fare i conti quando si crede in qualcosa e lo si confronta con le scelte, il proprio passato, i propri errori, gli altri. Cosa ne penso allora del partito unico? Oggi un’autobomba è esplosa nella parte nord di Bagdad, sembra contro un convoglio americano, e ha causato 6 morti e 15 feriti. Ieri 37 persone hanno perso la vita nei disordini scoppiati ad Addis Abeba in Etiopia. Lo stesso giorno un militare italiano è morto e due sono stati feriti a Nassirya. Mentre nel nord del Kenya, Monsignor Luigi Locati, 77 anni, vicario apostolico di Isiolo, è stato ucciso da ignoti fuori della propria chiesa. Il giorno prima 32 bambini tra i dieci ai tredici anni sono morti, altri 31 ragazzini feriti, molti dei quali hanno perso gli arti. E’ morto anche un soldato statunitense. Il tutto nel quartiere di al-Jedidah, a Bagdad. Il giorno prima ancora 17 persone hanno perso la vita in un incendio scoppiato in un ospedale della capitale in Costarica. Così come almeno 56 persone sono morte e altre 30 sono rimaste ferite in un incidente stradale in Eritrea, dove un autobus stracarico di passeggeri è precipitato in un burrone. Sorvolo sui 16 morti a Cuba per l?uragano. Ma non sulle trenta persone residenti nel villaggio di Mamba, nella provincia del Kivu meridionale, Congo: sarebbero state bruciate vive da un gruppo di miliziani hutu. Siamo solo al 12 luglio, tre giorni fa. Risposta esauriente? O continuo?


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