Le reti delle imprese sociali, soprattutto quelle locali, assomigliano sempre più alle insalatone che hanno ormai invaso i bar di tutta Italia. Zeppe di ingredienti e pseudo dietetiche. Qualche giorno fa parlavo con un imprenditore sociale camuno di lungo corso che mi sciorinava tutti i network presenti in zona: consorzi, agenzie di sviluppo, marchi territoriali e chi più ne ha più ne metta. Il bello è che non è ancora finita, perchè ora stanno pensando pure al distretto sociale; un network che, andando poco più in là del nome, sa già di vecchio ancora prima di nascere. Il problema delle reti è proprio questo: nascono quasi sempre sulla base di intuizioni, necessità, bisogni più che condivisibili (anche quelli di corto periodo), ma poi c’è poca progettazione e soprattutto poca valutazione su operatività e impatto. Può aiutare in tal senso un paper rilanciato dall’ottimo pratichesociali e dedicato a una nuova generazione di strategie e strumenti di valutazione dei network. Scritto da operatori per operatori, con contenuti a volte ridondanti e a volte incompleti ma forse anche per questo stimolante. Punto di partenza è la missione. I network di nuova generazione sono acceleratori del cambiamento sociale, ben lontani dunque dalla tradizionale rappresentanza di interessi riferita agli associati. In ballo cè piuttosto la rappresentazione dell’interesse generale, il riconoscimento degli elementi di innovazione e la loro “messa a sistema”. A fronte di questi obiettivi, come agire? Tra i tanti contenuti, scelgo qualche stimolo. A livello di approccio saper incorporare la complessità come dato costitutivo del networking, dove quindi prevalgono feed-back non lineari e risultati inattesi e dove quindi è necessario saper apprendere “in presa diretta”. Sugli elementi di vantaggio competitivo, scelgo il carattere adattativo ed elastico dei network, giostrando i livelli di intensità delle connessioni tra i nodi per evitare, da una parte, di dover ricostruire da zero ad ogni nuova iniziativa e, dall’altra, di dover fare qualcosa “a prescindere” da reali elementi di interesse ed efficacia. Infine tra le funzioni svolte dai network scelgo l’accoppiata filtraggio e amplificazione, riferita ad elementi di carattere informativo che contribuiscono a definire un’agenda di priorità e, sucessivamente, altrettanti capitoli di investimento. Non resta che condire.
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